APOLLONIDEA ('Απολλωνίς, 'Απωλλωνία, Apollonidĕa)
Città della Lidia che sorgeva tra Sardi e Pergamo, presso il villaggio moderno di Palamūt, a 15 km. a O. di Tiatira. Venne fondata forse da uno dei fratelli di Eumene II tra il 197 e il 186 a. C., e fu così nominata in onore di Apollonide di Cizico, moglie di Attalo I. È dubbio che sorgesse sul luogo di una più antica località il cui nome indigeno era Doidie, dove è ricordata una colonia di soldati macedoni (161-60 a. C.). Ebbe costituzione ellenistica; conosciamo gli strateghi, il pritane, lo stefaneforo, il ginnasiarco, gli efebi sotto il comando di un efebarco. Cicerone la ricorda come località di qualche importanza. Fu con altre 11 città gravemente danneggiata da un terremoto (17 d. C.) e ricostruita da Tiberio, in cui onore fu innalzato in Roma un colosso circondato da statue che rappresentavano le città riconoscenti. Una statua simile fu innalzata anche a Pozzuoli con la raffigurazione delle 12 città fra cui Apollonidea sotto aspetto di un'amazzone. Con l'affermarsi del cristianesimo fu sede episcopale.
Fonti: Strab., XIII, p. 625; Plin., Nat. Hist., V, 126; Cic., Pro Flacc., 52; Ad Quint. fratrem, I, 2, 10; Ad Att., V, 13; Tac., Ann., II, 47; Suet., Tib., 48; Cass. Dio, LVII, 17; Hierocl., Synecd., 671.
Bibl.: Foucart, in Bull. Cor. Hell., XI (1887), p. 85; Schuchardt, in Athen. Mitt., XIII (1888), pp. 3 e 17; Corp. Inscr. Graec., 3450; Corp. Inscr. Lat., X, 1624; Jahn, in Berichte sächs. Gesellsch., III (1851), p. 147; V. B. Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 648; Cat. Greek coins in the Brit. Mus.: Lydia, ed. Head, p. XXXIII e 18 segg.