APPENNINO (III, p. 737)
Popolamento. - Secondo uno studio statistico eseguito nel 1952 (ma sulla base del Repertorio del 1931) i centri permanentemente abitati dell'A. ad altezze intorno o sopra i 1000 metri erano oltre 300, dei quali due terzi nell'A. Abruzzese. Sul totale, 35 erano sopra i 1200 metri e 18 di essi sopra i 1300. Il più elevato risulta S. Pellegrino in Alpe a 1520 m presso il Passo della Cisa, unico sopra i 1500 m, legato all'esistenza della strada e del passo; sopra i 1400 sono Castelluccio di Norcia (1453 m), Rocca Calascio (1464 m), Campotosto (1425 m), Capracotta (1410 m), Rocca di Cambio (1434 m). Ma molti dei paesi più alti sono in deperimento, quando non intervengano, come nei due ultimi menzionati ed in altri tra 1200 e 1350 m, ragioni speciali (sports invernali o soggiorni estivi) che dian loro vita.
Non soltanto a causa dell'altezza che rende disagevole l'accesso e crea condizioni di isolamento, ma anche per complessi motivi d'ordine economico-sociale in molte regioni dell'A. ricompare, talora in forme inquietanti, lo spopolamento montano: esso è segnalato, negli anni posteriori alla seconda guerra mondiale, in alcune plaghe dell'A. Emiliano-Romagnolo, di quello Abruzzese e Laziale, di quello Lucano, ecc.
Economia. - L'economia pastorale è in quasi tutte le aree montane dell'A. in decadenza, ed anche l'economia agricola, là dove condizioni altimetriche, geomorfologiche o climatiche sono piuttosto sfavorevoli o la proprietà è eccessivamente frazionata, mostra segni di deperimento; il limite altimetrico di talune colture (grano, patata) tende ad abbassarsi. Sono tuttavia da segnalare due fatti che concorrono a ravvivare alcuni cantoni montani: la costruzione di bacini o serbatoi artificiali e il moltiplicarsi delle località di villeggiatura estiva o di sports invernali, con attrezzature turistiche e alberghiere sempre più efficienti.
Tra i maggiori bacini di montagna appenninici sono da menzionare quelli del Brasimone (Setta, Reno), dell'alto Savio, di Campotosto (L'Aquila; il più alto finora dei bacini appenninici), del Vomano, dello Scandarello (alto Tronto), dell'alto Sangro (Barrea), del Salto, del Turano, del Matese (lago carsico sistemato artificialmente), quelli della Sila, ecc. Alcuni, come quelli di Campotosto, del Salto, della Sila, hanno trasformato profondamente il paesaggio. Le località di sports invernali sono in numero sempre crescente. Ai più antichi e più noti centri, come l'Abetone e Vallombrosa nell'A. Tosacno, il Terminillo, Roccaraso e i paesi vicini del Piano delle Cinquemiglia, Campocatino nel Lazio, Ovindoli e Rocca di mezzo, se ne sono aggiunti altri prima poco frequentati, come quelli marchigiani (Sarnano), quelli dei Sibillini, del Gran Sasso (Campo Imperatore), di Scanno, di Capracotta nel Molise, dell'alto Sangro (Parco nazionale), del Matese, della Sila, dell'Aspromonte, ecc. Le località intorno al Piano delle Cinquemiglia, soprattutto Roccaraso, avevano subito gravissime distruzioni per azioni belliche, ma sono state ora ricostruite e rimesse in piena efficienza. L'alta montagna ha veduto e vede sorgere nuovi rifugi, funivie, seggiovie, ecc. delle quali è impossibile dare un'enumerazione. Anche la messa in valore di talune spettacolari grotte e caverne (finora, peraltro, nell'A. vero e proprio, in numero piuttosto limitato) ha accresciuto l'interesse turistico di alcune zone.
Comunicazioni. - Anche la rete delle maggiori comunicazioni si è alquanto avvantaggiata. Le linee ferroviarie danneggiate dalla guerra sono state ormai tutte ricostruite e rimesse in efficienza, il che ha importato la ricostruzione di molte difficili opere d'arte (ponti, viadotti, gallerie). Si sono aperte alcune nuove strade transappenniniche, altre, in maggior numero, ampliate, migliorate nel fondo stradale, nelle curve e nelle pendenze, in modo che il traffico automobilistico si è fatto più intenso. Oltre all'autostrada Bologna-Firenze, ormai compiuta, ed a quelle da Genova alla valle del Po, si possono menzionare la strada del Passo di Verghereto nell'Appennino Toscano, quella del Passo di Visso, quella di Forca Canapine (Sibillini), le strade della Sila, dove è stata molto migliorata anche la viabilità interna.