apprendimento implicito
Capacità di apprendere e ricordare stimoli di varia natura (percettivi, motori o linguistici) senza associare a tale ricordo una componente cosciente e/o di rievocazione verbale. Studi su pazienti neurologici con importanti danni alla memoria, hanno mostrato come essi siano capaci di apprendere in maniera normale un’ampia gamma di attività, come, per es., programmare un computer o risolvere dei rompicapo; i pazienti possono dimostrare di aver appreso queste abilità attraverso i miglioramenti progressivi nella pratica, ma senza ricordare esplicitamente l’esperienza di apprendimento o il suo contenuto. Oppure, è noto che pazienti amnesici mostrano una reazione condizionata di battito delle ciglia: quando un suono è seguito regolarmente da un soffio d’aria nell’occhio che causa un battito delle ciglia, il suono da solo causa il battito delle ciglia, anche se il paziente non è in grado di ricordare gli esperimenti precedenti o di spiegare l’azione del dispositivo. Più che chiedere al soggetto di richiamare o di riconoscere un’esperienza precedente, o descriverla verbalmente, i paradigmi impliciti, quindi, traggono la prova dell’avvenuto apprendimento da miglioramenti nell’esecuzione di attività affrontate in precedenza. Nel caso di pazienti amnesici questi miglioramenti si verificano nonostante il fatto che essi neghino di essersi mai cimentati in quell’attività. Fenomeni simili si riscontrano anche in soggetti normali, per es., nel caso di alcune abilità motorie o verbali come l’andare in bicicletta, o suonare il piano, o leggere uno scritto allo specchio: anche qui si verifica un apprendimento (definito apprendimento procedurale) sia nei pazienti amnesici sia in soggetti normali, senza che sia possibile una esplicita e chiara rievocazione del momento in cui sono state apprese, e senza che queste abilità possano essere descritte verbalmente. (*)
→ Apprendimento. Basi molecolari dell’apprendimento e della memoria