appropriabilita
appropriabilità Capacità di un’impresa di acquisire e trattenere i profitti generati dalla sua attività di ricerca, bloccando l’imitazione da parte dei concorrenti. L’a. costituisce un incentivo a sostenere i costi per le attività di ricerca e sviluppo, per loro natura soggette a elevato rischio e incertezza nei risultati. Pertanto, un basso livello di a. riduce la propensione delle imprese a innovare e porta a un sottodimensionamento degli investimenti in conoscenza per l’intera economia.
Il livello di a. del valore prodotto dipende da diversi fattori. In primo luogo, la possibilità di imitazione da parte dei concorrenti è legata alla disponibilità e alla diffusione delle informazioni: se, alla base di una tecnologia innovativa, vi è una conoscenza tacita, che si riconnette al know- how (➔) e all’esperienza soggettiva del contesto in cui si svolge l’attività lavorativa, difficilmente formalizzabile e trasmissibile attraverso flussi comunicativi strutturati, l’imitazione è più difficile; viceversa, una conoscenza codificata, tramandabile con linguaggio formale, attraverso supporti fisici (libri, manuali, filmati) o tramite tradizione orale (conversazioni, lezioni), è più difficilmente protetta dall’imitazione e dall’utilizzo da parte di concorrenti. In secondo luogo, l’imitazione dipende dal tipo di innovazione: quelle di processo, legate all’organizzazione produttiva interna e meno visibili all’esterno, sono infatti più difficilmente replicabili delle innovazioni di prodotto; inoltre, quelle radicali sono meno imitabili delle incrementali. In terzo luogo, il livello di a. è influenzato dalla forma di mercato: in particolare, nei mercati oligopolistici (➔ oligopolio), con elevata differenziazione del prodotto e con alte barriere all’entrata, i profitti e i prezzi possono essere mantenuti elevati anche in presenza di concorrenti imitatori.
Le soluzioni utilizzate per assicurare alle imprese l’a. dei benefici dell’innovazione possono essere di tipo privato o pubblico.
Le soluzioni private si hanno quando le imprese provvedono da sole alla tutela del valore dell’innovazione, adottando alcune strategie che possono consistere nel non rendere pubbliche le proprie conoscenze e le proprie informazioni (➔ segretezza), oppure nel conseguire un vantaggio temporale, legato al fatto di introdurre prima di tutte le altre aziende una certa innovazione (first mover advantage), o ancora nel catturare, in anticipo rispetto alle imprese in competizione, le economie di rete (➔ rete, economie di), connesse all’utilizzo di una particolare tecnologia o, infine, nel disporre di risorse complementari (complementary assets), in grado di assicurare vantaggi competitivi, grazie alla rete distributiva, agli investimenti in campagne pubblicitarie e di immagine e alla dotazione di efficienti impianti produttivi.
La soluzione pubblica dell’a. consiste, invece, nella protezione giuridica accordata all’innovazione attraverso specifici strumenti legali quali la tutela della proprietà intellettuale, dei marchi e dei brevetti che danno all’impresa il diritto, per un determinato periodo di tempo, di escludere i concorrenti dalla produzione o dall’uso del nuovo prodotto.