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APRASSIA

di Gioacchino Fumarola - Enciclopedia Italiana (1929)
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APRASSIA (dal gr. ἀπραξία "inerzia")

Gioacchino Fumarola

Per prassia si deve intendere la possibilità di eseguire movimenti diretti a uno scopo. Quando questa possibilità è perduta si parla di aprassia, a patto, però, che l'intelligenza e la motilità siano integre.

Se ne disinguono diverse varietà; le principali sono: l'aprassia motoria (di Liepmann) e la ideatoria (di Pick). Il tipo dell'aprassia sensu strictiori è l'aprassia motoria. La differenza fra questa e l'ideatoria, espressa in modo semplicissimo, è la seguente: nella prima gli arti dell'ammalato non obbediscono al suo volere (il disturbo è dunque indipendente dal suo ego); nell'aprassia ideatoria, invece, mancano le condizioni psichiche necessarie per la esecuzione degli atti, quantunque le membra ubbidiscano. Nell'aprassia motrice il difetto è in un solo arto o negli arti di un solo lato, e non è possibile l'esecuzione deì movimenti per imitazione; nell'aprassia ideatoria il difetto è bilaterale, ma è possibile il movimento per imitazione. L'aprassia motrice è dovuta ad interruzione delle connessioni che legano i centri sensitivi motori col resto della corteccia cerebrale; l'aprassia ideatoria può esser data da qualsiasi processo che comprometta le funzioni psichiche superiori.

Il seguente esempio di Liepmann serve a chiarire ancora meglio questa differenza: suppongasi un aprassico motore che abbia intatta la favella e che non riesca ad abbottonarsi la giubba; egli può nominare e descrivere tanto ciò che adopera per l'atto (mano, bottone, giubba, occhiello, ecc.) quanto i singoli movimenti a ciò necessarî e la loro successione regolare, ma al momento di dovere eseguire quello che correttamente concepì, dovrebbe soggiungere: sì, io lo potrei fare, ma il mio braccio non lo fa come vorrei. L'aprassico ideatorio, invece (se fosse in grado di criticare convenientemente il suo stato) dovrebbe dire presso a poco così: il mio braccio e la mia mano eseguirebbero benissimo tutto quello che voglio, ma non posso concentrare i miei pensieri sull'atto da farsi, essi mi sfuggono, la memoria mi svanisce, io dimentico in tutto o in parte l'immagine dei movimenti che debbo fare per eseguire l'azione propostami, e in me ha luogo una grande confusione.

La base anatomo-patologica dell'aprassia (rispettivamente della disprassia) può essere costituita tanto da lesioni cerebrali diffuse quanto a focolaio: le prime dànno più facilmente luogo alla forma ideatoria dell'aprassia, le seconde alla forma motoria.

Bibl.: H. K. Liepmann, Das krankeitsbild der Apraxie, Berlino 1900.

Tag
  • CORTECCIA CEREBRALE
  • BERLINO
Vocabolario
aprassìa
aprassia aprassìa s. f. [dal gr. ἀπραξία «inerzia», comp. di ἀ- priv. e tema di πράσσω «operare»]. – In medicina, incapacità di eseguire movimenti che tendano a un preciso scopo (per es., accendere una sigaretta), pur essendo integre l’intelligenza...
apràssico
aprassico apràssico agg. e s. m. (f. -a) [der. di aprassia] (pl. m. -ci). – Relativo all’aprassia, affetto da aprassia: sindrome a.; un soggetto a., e, come sost., è un a., gli aprassici.
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