aprire
. Con il significato comune di " disserrare ", opposto di ‛ chiudere ', è attestato in Pg IX 90 e 128 dissemi ch'i' erri / ansi ad aprir ch'a tenerla serrata (si tratta della porta del Purgatorio; la significazione allegorica del passo riguarda la facoltà che il sacerdote ha di assolvere: " sacerdos debet esse magis promptus ad absolvendum quam ad negandum absolutionem ", Benvenuto; cfr. Matt. 18, 21-22), Fiore CXCIX 13, CC 7, Detto 310, e, nella forma ellittica, in Pg IX 110 misericordia chiesi e ch'el m'aprisse, e Fiore CXCVIII 13. In Fiore CXCIX 10 all'uscio, ch'apre verso del giardino / ... tu te ne verrai, la singolare forma intransitiva (a meno che non si sottintenda la particella pronominale) comporta il significato di " offrire un'apertura o passaggio ". La forma intransitiva pronominale significa l'interrompersi o lo spalancarsi di ciò che naturalmente è compatto o chiuso: così in If XXXIII 66 ahi dura terra, perché non t'apristi? (" È l'impazienza della fine; mancata è la forza del soffrire, logorata pute da quella lunga compressione, da quel lungo sforzo contro natura ", De Sanctis), Pg XVIII 134 fue / morta la gente a cui il mar s'aperse (cfr. Ex. 14, 21-22), XXVIII 75, XXXII 130.
Il medesimo significato di " disserrare ", come alternativa di ‛ chiudere ' e quasi sempre riferito a ‛ bocca ', ‛ occhi ', ‛ labbra ' ecc., ricorre in If VI 23 Cerbero... / le bocche aperse e mostrocci le sanne; XXIV 22, XXVIII 68 Un altro... / innanzi a li altri aprì la canna (Pier da Medicina, per parlare a D., apre la canna della gola, che ha forata per una delle mutilazioni inflittegli quale seminatore di discordie); XXVIII 95, XXXIII 149 distendi oggimai in qua la mano; / aprimi li occhi (per a. gli occhi a frate Alberigo, D. avrebbe dovuto togliergli la crosta di ghiaccio formata dalle lagrime gelate: cfr. vv. 94-99 e 127-129); Pg XIV 3 apre li occhi a sua voglia e coverchia (la facoltà di a. e chiudere gli occhi distingue D. pellegrino - cfr. XIII 131 - dai penitenti che per la colpa dell'invidia li hanno cuciti con filo di ferro), XXV 19, XXVII 37, Pd 187, XIX 113 come vedranno quel volume aperto (il libro della giustizia sarà aperto nel giudizio universale; cfr. Apoc. 20, 12), XXIII 46 Apri li occhi e riguarda qual son io (la facoltà visiva di D. era stata vinta dallo splendore di Cristo; ma proprio la luce che lo abbaglia rende la sua vista capace di sostenere la luminosità celestiale di Beatrice), XXXII 6 colei che l'aperse e che la punse (" Eva, nostra prima madre, punse la piaga, mangiando lo pomo vietato e disobediendo, et apersela, confortando Adam che ne mangiasse ": questo del Buti è esempio d'interpretazione che, rifiutando l'endiadi di aperse e punse, distingue i due concetti in corrispondenza della precedente coppia richiuse e unse, v. 4); Vn XXIII 13, Cv II XII 8, Rime L 60 e LXVII 8.
In If XXVIII 29 guardommi e con le man s'aperse il petto, significa l'atto del dannato (Maometto) di " divaricare "i lembi della ferita, che va dal mento al ventre, per scoprire l'interno del torace. In Pg XIX 31 L'altra prendea, e dinanzi l'apria / fendendo i drappi, vale " scoprire ", nel senso di privare di ciò che copre (scritturale è il motivo dello scoprire per mettere a nudo la turpitudine: cfr. Ezech. 16, 37; 23, 10, 26 e 29). Significa invece lo " scoprirsi " o " esporsi " dello schermitore, in Fiore CCVII 10 s'aperse per dare a quel cagnone.
Riferito a ‛ braccia ' o ‛ ali ', vale " distendere ", come in Pg XII 91 Le braccia aperse, e indi aperse l'ale, e XXXI 100 La bella donna ne le braccia aprissi, / abbracciommi la testa e mi sommerse, dove con insolita costruzione a. si accompagna al complemento di relazione. In Pd IX 138 là dove Gabrïello aperse l'ali, alcuni interpretano che l'arcangelo diede alla Vergine il divino annunzio " standole innanzi con l'ali distese in atto di reverente adorazione " (Scartazzini-Vandelli, che cita Maggini, ora in Due letture dantesche [Firenze 1965] 106 ss.); altri vedono nella locuzione ‛ a. l'ali ' il significato di " volare ", " rivolgere il volo " (" volò ad annunziare ", Casini).
Già in queste ultime accezioni si può rilevare quanto l'espressione dantesca non solo utilizzi felicemente l'ampia disponibilità del termine, ma anche tenda a sviluppare ogni grado del rapporto tra valore semantico e valore metaforico. Così in Pd XII 46 surge ad aprire / Zefiro dolce le novelle fronde, il significato di " dischiudere " importa evidentemente quello di " far germogliare "; mentre in Pd XXIX 18 s'aperse in nuovi amor l'etterno amore, equivale a " estrinsecarsi ": un valore affine si attua, in occasione di una situazione analoga, in Cv IV XXVII 4 e conviensi aprire l'uomo quasi com'una rosa che più chiusa stare non puote, dove a., anche per la conferma offerta dal paragone della rosa, significa, in senso figurato, l'opposto di ‛ chiudere ', ma è tutto condizionato dalla volontà - anche qui l'amore che sollecita - di dare agli altri, che è l'opposto di tener chiuso per sé: si attua, con tale disposizione, la perfezione della senettute in rapporto al prossimo: perciò le virtù della prudenza (§ 5), giustizia (§ 10), generosità (§ 12), affabilità (§ 16). In Cv II X 9 ell'apre lume che mostra lo bene e l'altro de la persona chiaramente, il parallelismo degli opposti a.-chiudere e accendere-spegnere consente che a., riferito a lume, valga " accendere ", e che l'intera locuzione ‛ a. lume che mostra ' significhi " mettere in luce ", " rilevare "; in Pg XXXII 59 men che di rose e più che di vïole / colore aprendo, significa, con più ardita sinteticità, il prodursi del colore allo schiudersi dei fiori.
Sovente in contesto figurato, ma ancora in senso proprio, in lf VIII 130 tal che per lui ne fia la terra aperta (il verbo, come ultima parola del canto, sigilla con una visione di vittoria il primo tempo di crisi dei due poeti sotto le mura della città di Dite); XXXII 123 Tebaldello, / ch'aprì Faenza quando si dormia; Pg X 36 aperse il ciel del suo lungo divieto, dove a. importa anche l'eliminazione dell'impedimento, l'ira divina, che chiudeva agli uomini il cielo; Pd XXIII 38; e nella forma intransitiva pronominale di If XX 32 vedi a cui / s'aperse a li occhi d'i Teban la terra, Pg IX 123 non s'apre questa calla, Pd VII 48, Rime CXVII 6. In Pg X 42 quella / ch'ad aprir l'alto amor volse la chiave, significa piuttosto " rendere disponibile " (corrisponde alle precedenti immagini del cielo chiuso dal lungo divieto e aperto dal sacrificio di Cristo, quella della Vergine che, accogliendo umilmente il privilegio di esser madre del Redentore, provoca il primo atto della pacificazione tra Dio e gli uomini).
Ancora in senso figurato, vale semplicemente " esprimere ", in lf II 81 più non t'è uo' ch'aprirmi il tuo talento (" manifestarmi il tuo desiderio, come hai fatto ", Barbi [Problemi I 203] ; così Maggini, in "Bull." XX [1913] 293). Implicando l'eliminazione di uno stato di chiusura o d'impedimento relativo all'intelligenza, vale " render chiaro ", in Pg XXII 154 quanto per lo Vangelio v'è aperto (il Chimenz considera che a. " può essere participio [‛ dichiarato '] o agg. [‛ manifesto '] "); Vn XIV 13, XIX 22, XXXVIII 5; Cv I XII 3, III V 1 Quando... aperta è la sentenza di quella, procedere si conviene, e VIII 4, IV I 11; mentre significa un'illustrazione analitica, in Pd XXVIII 2 Poscia che 'ncontro a la vita presente / d'i miseri mortali aperse 'l vero, Cv I VIII 1, II VIII 1, Vn XXV 8. Vale propriamente " rivelare ", " manifestare ", in If X 44 non gliel celai, ma tutto gliel'apersi, Pd XI 92, Cv III V 7, e nella forma intransitiva pronominale, Pg XVIII 8 s'accorse / del timido voler che non s'apriva.
Lo sviluppo delle accezioni è favorito anche da numerose locuzioni: ‛ a. gli occhi ' significa "guardare con attenzione ", come in Pg IX 79 E come l'occhio più e più v'apersi, e XIII 46; nel senso figurato significa " prestare attenzione ", come in Pd XIII 49 Or apri li occhi a quel ch'io ti rispondo, Cv III XV 17 e IV XV 10 (il medesimo valore ha ‛ a. la mente ' di Pd V 40 Apri la mente a quel che ti paleso); o significa l'effetto del guardare, ovvero " conoscere ", come in Pd XX 122 Dio li aperse / l'occhio a la nostra redenzion futura, e XXVIII 134 come li occhi aperse / in questo ciel, di sé medesmo rise, dove vale propriamente " conoscere la verità ".
‛ A. gli orecchi ' vale " prestare ascolto ", in If XXIV 142 apri li orecchi al mio annunzio, e odi. ‛ A. il core ' e ‛ a. il petto a ' significano " accogliere ", in Pg XV 131 perché non scuse / d'aprir lo core a l'acque de la pace, e XXV 67. ‛ A. la bocca ' vale " parlare ", " esprimersi ", in Pd XXIV 119 e 120, XXVII 65 e tu, figliuol... apri la bocca / e non asconder quel ch'io non ascondo (l'imperativo di s. Pietro rinnova e rafforza quello di Cacciaguida: rimossa ogne menzogna, / tutta tua visïon fa manifesta, XVII 127-128); e in senso figurato in Cv IV XVII 3 in quella parte dove aperse la bocca la divina sentenza d'Aristotile. ‛ A. l'ale ' vale " volare ", ma per significare la rapidità dell'azione, come in Pg XXII 43 troppo aprir l'ali / potean le mani a spendere (v. ala), o la sollecitudine nascente dall'interesse, come in Rime CVI 113 gitta 'l pasto ver lui... / ma quei non v'apre l'ale. ‛ A. la via ' vale " facilitare " o " preparare ", in Cv II IX 6 Ne li occhi di costei doverebbe esser virtù sopra me, se ella avesse aperta la via di venire (dove il participio ha funzione di predicativo dell'oggetto), e IV XII 20.