APSERON (A. T., 73-74)
Penisola della costa occidentale del Mar Caspio, lunga 60 km., larga circa 25. Rappresenta l'estremità orientale della regione del Caucaso. La costa meridionale forma una baia semicircolare, lunga oltre 20 km. e protetta alla entrata da un'isola. Su di essa è situata la città di Baku. La penisola è celebre, oltre che per i numerosi vulcani di fango e le sorgenti di nafta incandescente (fuochi naturali), anche per le sorgenti di petrolio e le emissioni di gas naturale. I principali e più redditizî pozzi di petrolio sono quelli di Saboonci o Sabunci, sfruttati dal 1881, e che da soli forniscono un terzo dell'intera produzione locale; quelli di Bibi-Eibat, Ramani, Balakhani e Sabrat; quelli minori di Surakhani, Kirmaku e Binagadi; infine i pozzi di Khidyrzindy, Khurdalan e Saray. Baku è il centro del commercio petrolifero dell'intera penisola; notevoli riserve di petrolio si trovano anche nell'isola Sacra (Sviatoi), situata al NE. della penisola. Il dipartimento petrolifero del Comitato per la nafta dell'Azerbaigian ha raggruppato i varî bacini in sei regioni amministrative. La produzione petrolifera del distretto di Baku raggiunse il suo massimo nel quinquennio 1900-04 con 9 o 10 milioni di tonnellate. Durante il periodo bellico la produzione si mantenne abbastanza attiva, ma, dopo l'avvento del bolscevismo e la costituzione della repubblica dell'Azerbaigian, si entrò in un periodo di decadenza, sicché al presente si producono da 4 a 5 milioni di tonnellate di petrolio. L'esportazione segue, se diretta ai consumatori russi, la via di Astrachan; se diretta all'estero, la via del Mar Nero, valendosi della ferrovia transcaucasica o dello speciale condotto in tubazione sino a Batum. Il dipartimento delle raffinerie del comitato sopra citato tiene sotto il suo controllo 5 gruppi di raffinerie, ma tale amministrazione, che vorrebbe essere basata sopra un principio di lavoro collettivo, vive nel massimo disordine.