APT
(lat. Apta Iulia Vulgentium)
Cittadina della Francia sudorientale, nel dip. di Vaucluse. Sita sulla grande strada transalpina che metteva in comunicazione la bassa valle del Rodano con la pianura padana attraverso il colle del Monginevro, Apta Iulia fu uno dei centri di romanizzazione più attivi dell'entroterra provenzale (Barruol, 1968).È testimoniata l'esistenza di una comunità cristiana fin dall'epoca costantiniana; al principio del sec. 5° la Chiesa locale ebbe come vescovo - il primo conosciuto in modo sicuro - Castorio, amico di Giovanni Cassiano. Durante il sec. 11°, due prelati riformatori, Etienne d'Agde e Alphant d'Agoult, furono gli artefici del primo affermarsi ad A. dell'arte romanica, momento che può essere identificato con la ricostruzione del gruppo degli edifici episcopali (Barruol, 1981).La topografia religiosa della città medievale si inscrive nella forte struttura urbanistica della città antica (Barruol, 1981; Février, 1986): nel cuore dell'agglomerato, il gruppo della cattedrale è situato immediatamente a S del teatro gallo-romano (di cui sono visibili ancora imponenti vestigia nel sottosuolo del Mus. Mun.) nel centro monumentale della città a O del cardo maximus.Posta fin dal sec. 9° sotto il duplice patronato di s. Maria e di s. Castorio e dalla fine del Medioevo sotto quello di s. Anna, la cattedrale medievale consente di individuare tre grandi fasi di costruzione (Barruol, 1981; Jouve, 1983).Del doppio edificio - Notre-Dame a N e Saint-Castor a S - (Février, 1964; 1986), la cui ricostruzione, attestata da fonti ben precise (Cartulaire de l'Eglise, 1967), si protrasse per tutta la seconda metà del sec. 11°, rimangono soltanto il muro a terminazione frontonata occidentale, il muro perimetrale sud e l'abside semicircolare (detta oggi del Corpus Domini) del Saint-Castor e forse le fondamenta dell'abside della chiesa di Notre-Dame. Queste strutture sono caratterizzate da una muratura in piccoli ciottoli ben apparecchiati, inframezzata da corsi di blocchi in pietra disposti regolarmente; il pavimento primitivo di queste due chiese parallele era più basso dell'attuale di m. 2 circa.Dopo la metà del sec. 12° la chiesa di Notre-Dame fu completamente ricostruita (navata a quattro campate, sopraelevata poi nel sec. 18°) con il coro posto sopra una cripta a due livelli, ricavata all'interno dell'abside semicircolare del sec. 11°, in uno stile architettonico caratterizzato dall'estrema accuratezza nella disposizione dei materiali, secondo la migliore tradizione dell'arte romanica provenzale della valle del Rodano. La campata del coro che si appoggia sulla parte anteriore della cripta superiore venne coperta, durante questa ricostruzione, da una cupola sormontata da una possente torre campanaria. Poco più tardi (fine del sec. 12°) la navata della chiesa meridionale venne ricostruita all'interno delle antiche strutture e le due chiese vennero messe in comunicazione fra loro. Infine, all'inizio del sec. 14°, la cattedrale romanica si arricchì sul fianco settentrionale di una navata laterale alta e stretta, su cui si aprirono più tardi (secc. 16°-18°) nuove cappelle.Così come oggi si presenta, della cattedrale romanica si conserva soltanto parte di una decorazione piuttosto sobria (cornici, finestre e altri elementi architettonici). Dell'arredo altomedievale si conservano, reimpiegate nella cripta inferiore, alcune lastre di plutei e una parte di ambone di epoca carolingia (Barruol, 1981) e, nell'abside del Corpus Domini, l'antico altare romanico in marmo della chiesa di Notre-Dame (Barruol, 1988).L'antica cattedrale di A. è dotata inoltre di un tesoro in cui si serba fra l'altro un tessuto riccamente decorato, detto 'velo di s. Anna', prodotto a Damietta alla fine del sec. 11°, due casse in smalto limosino (rispettivamente della fine del sec. 12° e del 13°), un cofanetto in avorio ispano-arabo del sec. 13°, alcuni cofanetti nuziali del sec. 15° e una importantissima collezione di manoscritti liturgici dei secc. 11°-14° (Barruol, 1981).
Bibl.: F. Sauve, Monographie de la ville d'Apt, Apt 1903; A. Roux, La cathédrale d'Apt, Apt 1949; P.-A. Février, Le développement urbain en Provence de l'époque romaine à la fin du XIVe siècle. Archéologie et Histoire urbaine, Paris 1964, fig. 51; Cartulaire de l'Eglise d'Apt (835-1130?), a cura di N. Didier, H. Dubled, G. Barruol, Paris 1967; G. Barruol, Essai sur la topographie d'Apta Julia, Revue archéologique de Narbonnaise 1, 1968, pp. 101-158; id., La cathédrale d'Apt, in Provence romane, II, La Haute-Provence (La nuit des temps, 46), La Pierre-qui-Vire 1981, pp. 347-363, tavv. 129-140; M. Jouve, La cathédrale d'Apt au Moyen-Age, Bulletin de l'association d'histoire et d'archéologie du Pays d'Apt 1, 1983, pp. 13-18; P.-A. Février, Apt, in Topographie chrétienne des cités de la Gaule des origines au milieu du VIIIe siècle, a cura di N. Gauthier, J.-C. Picard, II, Provinces ecclésiastiques d'Aix et d'Embrun, Paris 1986, pp. 29-33 (con bibl.); G. Barruol, L'autel roman de l'ancienne cathédrale d'Apt (Vaucluse), BMon 146, 1988, pp. 177-190.G. Barruol