῾AQAR QŪF
F Sito archeologico ad O di Bagdad, che racchiude le rovine della città mediobabilonese (cassita) di Dūr-Kurigalzu, i resti della cui ziqqurat sono stati presi per molto tempo per quelli della torre di Babele menzionata nell'Antico Testamento. Scavi vi furono iniziati nel 1942-43 e proseguiti nel 1944 e 1945 sotto la direzione di Taha Baqir e la guida di S. Lloyd; furono scoperte le fondamenta di quattro grandi templi, frammenti di una grande statua di diorite con iscrizione del re cassita Kurigalzu II (intorno al 1400 a. C.), perni di porte e tavolette.
La città, fondata nel XV sec. a. C. dal re cassita Kurigalzu I come residenza reale, aveva la pianta di forma alquanto bislunga; era contornata da un muro e congiunta con Sippar mediante il canale Patti-Enlil; la torre templare (ziqqurat) aveva pianta quadrata (m 69 × 67,60) e sorgeva all'interno di un complesso di cortili circondato da una fila di stanze; la sua scala s'innalzava sulla facciata S-E; era costruita con mattoni cotti, molti dei quali portano un'iscrizione del re Kurigalzu concernente la dedica del tempio Engai al dio Enlil; nei muri della torre si trova, tra 8 o 9 strati di mattoni, uno strato di stuoie di canna in un letto di circa 8 cm di sabbia e ciottolame; corde di canna di 10 cm di diametro servivano anche esse a rinforzare la costruzione; dei quattro templi, due erano dedicati a Enlil, gli altri rispettivamente a Ninlil e a Ninurta; le mura hanno la larghezza media di m 3,5, e nella loro costruzione a 14 strati di mattoni piani seguono quattro strati di mattoni posti in taglio e così avanti.
Nel Tell el-Abyad furono scoperti i palazzi dei re cassiti; un palazzo aveva una grande corte (racchiusa, per lo meno su due lati, da un porticato con pilastri quadrangolari) e molte stanze, tra le quali tre spiccano per la loro grandezza e lunghezza, sì da somigliare a corridoi, ed erano probabilmente coperte con vòlte; sono venuti alla luce dipinti murali in bianco, azzurro e nero nel "palazzo dipinto", con file d'uomini e decorazioni floreali e geometriche; la ceramica è di tipo mediocassita; inoltre si sono raccolti pezzi di vetro opaco ossidato; i palazzi avevano rampe, scalinate e scale e alcuni locali simili ai bīt khilāni (v.) dell'Asia Minore e della Siria settentrionale; sono venuti alla luce piccoli oggetti di terracotta, pomi di mazze, oggettini d'oro, un mosaico di vetro colorato e armi. Particolare menzione spetta ad una testa maschile in argilla, con mustacchi e barba intorno al viso (come nelle statue arcaiche di Khafagiah, Mari e Assur); la statua è dipinta, con i capelli in nero e le parti scoperte in rosso, mentre gli occhi sono a incrostazione. (Fig. 687).
Bibl: Taha Baqir, Iraq Government Excavations at ‛Aqar Quf. First Interim Report 1942-1943, in Iraq, VII, 1945; Supplement 1944, pp. 1-15; Supplement 1945, Second Interim Report 1943-1944, pp. 1-15; Third Interim Report, 1944-1945, in Iraq, VIII, 1946, pp. 73-93; O. R. Gurney, Texts from Dur-Kurigalzu, in Iraq, XI, 1949, pp. 131-149; H. Frankfort, The Art and Architecture of the Ancient Orient, Harmondsworth 1954, pp. 63-64.