AQUILIA SEVERA (Iulia Aquilia Severa Augusta)
Seconda moglie di Elagabalo, che la sposò sottraendola all'ufficio di vestale, dopo il ripudio di Cornelia Paulla. Ripudiata a sua volta dal giovanissimo imperatore, tornò nelle grazie di lui verso la fine del suo regno, avvenuta nel 222 d. C.
L'effigie di A. S. è presente in numerose serie di monete emesse a Roma e nelle colonie; esse ci mostrano una donna dai tratti forti, dal naso diritto e dalle labbra grosse; caratteristica è la pettinatura ad elmo (Helmfrisur) che dalla fine del II sec. d. C. comincia ad affermarsi e che è caratterizzata dalle due bande di capelli che scendono ondulati ai lati del volto sopra le orecchie e che sono raccolti sulla nuca in una treccia piatta. Va detto anche che la trattazione della pettinatura perde in questo periodo artistico ogni funzione decorativa.
Nella Galleria degli Uffizî (Dütschke, nn. 235, 246, 247) si trovano due busti col nome di Giulia Severa ed uno col nome di A. Severa. Si tratta della stessa persona, ma ogni indagine iconografica in proposito è resa superflua dall'accertata modernità dell'esecuzione. A Monaco (Brunn, 204) c'è invece un busto che, per il naso robusto e per la bocca prominente, ha fatto pensare ad A. S., più che a Faustina giovane od a Plautilla.
Bibl: H. Brunn, Beschreibung der Glyptothek König Ludwig's I. zu München, Monaco 1870; H. Dütschke, Antike Bildwerke in Oberitalien, III (Die antiken Marmorbildwerke der Uffizien in Florenz), Lipsia 1878, nn. 235, 246, 247; F. Imhoof-Blumer, Porträtköpfe auf römischen Münzen der Republik und der Kaiserzeit, Lipsia 1892, p. 11, tav. III, 62; J. J. Bernoulli, Röm. Ikon., II, 3, Stoccarda 1894, p. 91; J. Babelon, Le portrait dans l'antiquité d'après les monnaies, Parigi 1950, p. 133, tav. XXIV, n. 2.