Vedi AQUINO dell'anno: 1958 - 1973 - 1994
AQUINO (v. vol. I, p. 522 e s 1970, p. 72)
Alle conoscenze acquisite sulla topografia urbana ed extraurbana di A. con l'ausilio della fotografia aerea quasi un trentennio fa, non ha fatto seguito alcuna indagine sistematica. Tuttavia notizie fornite da studiosi locali su rinvenimenti sporadici nel territorio aquinate permettono di aggiungere dati complementari a un quadro storicoarcheologico che rimane fondamentalmente conforme ai dati acquisiti.
Per ciò che concerne l'area urbana non sembra più accettabile la precedente dislocazione del Capitolium in una zona così eccentrica della città, così come non è più sostenibile l'attribuzione a età augustea del c.d. Arco di Marcantonio, che per il carattere della decorazione architettonica si può datare a c.a il 40 a.C.
Tra le porte urbiche quella di migliore conservazione è Porta S. Lorenzo, che ha l'aspetto di una costruzione massiccia, in opera quadrata di travertino, a un solo fornice, probabilmente di età augustea. Specularmente, a O, si notano i resti di un'altra porta a un solo fornice, a Ν della quale si vedono i lacerti di una torre in opera pseudoisodoma di travertino.
Ancora in ambito urbanistico merita attenzione il ritrovamento di alcune vasche lapidee su cui compare il nome di un magistrato locale di età augustea: M. Barronius Sura. Le vasche sono state messe in relazione con una officina purpuraria peraltro ricordata anche da Orazio (Epist., I, 10, 27). Il confronto di queste vasche con altre analoghe ritrovate a Pietrabbondante dimostra che si trattava di fontane pubbliche assai verosimilmente ricollegabili con un programma di sistemazione urbanistica intrapreso dal duoviro Barronio Sura. Più copiosi risultano invece i ritrovamenti nell'agro aquinate: in una zona a Ν del centro urbano, in località Mèfete, la presenza di antefisse, statue fittili acroteriali, ceramica, nonché di numerose ossa di animali, in specie bovini e suini, ha fatto ipotizzare l'esistenza di un luogo di culto suburbano le cui origini risalirebbero almeno al VII sec. a.C. Il nome della località Mèfete rimanda con evidenza alla divinità osca Mefitis, il cui culto - in alcune attestazioni associato alle acque - riceve giustificazione dalla vicinanza di un lago. I reperti di superficie rinvenuti nei pressi non sarebbero posteriori al II sec. a.C.: tra essi merita menzione un frammento di vaso in marmo sul quale compare una dedica a Iuno Pupluna.
Ancora a Ν della città, in località S. Pietro Vetere, è stato scoperto un sepolcreto di rilevante estensione. La maggior parte delle sepolture sono a fossa, forse a cappuccina per l'abbondante presenza di tegole, alcune delle quali presentano decorazioni databili al II sec. a.C. Tutti i materiali colà recuperati frammenti di stucco dipinto, di anfore e di vetro non scendono oltre il I sec. a.C.
Nel territorio di Castrocielo, in località Madonna di Loreto, è stata scoperta una cisterna idrica a due navate intercomunicanti, probabilmente di età tardorepubblicana.
Resti di un ponte romano con quattro arcate - attraverso il quale la Via Latina scavalcava il fiume Melfa - sono stati notati laddove il moderno ponte dell'autostrada passa sopra il fiume omonimo, mentre alcuni elementi architettonici decorati a rilievo con motivi floreali, rinvenuti nel letto del fiume, potrebbero far pensare a una costruzione templare.
Bibl.: In generale: F. Coarelli, Note sulla topografia extraurbana di Aquino, in Saggi di Fotointerpretazione Archeologica, QuadTopAnt, I, Roma 1964, pp. 51-54; C. F. Giuliani, Aquino, ibid., pp. 41-49; A. Giannetti, Ricognizione epigrafica compiuta nel territorio di Casinum, Interamna Lirenas ed Aquinum, in RendLinc, s. Vili, XXIV, 1969, p. 63 ss.; G. Schmiedt, Atlante aereofotografico delle sedi umane in Italia, II, Firenze 1970, tav. cv, 3; L. Virna Bugno, M. Barronio Sura e l'industria della porpora ad Aquino, in RendLinc, s. VIII, XXVI, 1971, pp. 685-695, tavv. I.-IV; A. Giannetti, Testimonianze archeologiche provenienti dalla località Mèfete di Aquinum, ibid., XXVIII, 1973, pp. 51-61, tavv. I-II; id., Cisterne romane situate nei territori di Mignano Montelungo (Agro di Sessa Aurunca) e in quello di Castrocielo (Agro di Aquinum), ibid., XXX, 1975, p. 209 ss.; id., Suppellettile sepolcrale e votiva proveniente dall'agro di Aquinum (contrade S. Pietro Vetere e Mèfete), ibid., pp. 211-221; id., Resti di un ponte romano, di un tempio pagano e della via Latina nell'agro di Aquinum (Aquino) e Fabrateria Nova (S. Giovanni Incarico), ibid., XXXI, 1977, pp. 35-48, tavv. I-IV; F. Coarelli, Lazio (Guide Archeologiche Laterza, 5), Bari 1982, pp. 210-215.
Per l'arco onorario: S. De Maria, Gli Archi Onorari di Roma e dell'Italia romana, Roma 1988, p. 231, n. 4 (con bibl.).
Sul culto di Mefitis: S. Isnenghi Colazzo, Osservazioni sul culto della dea Mefite, in NSc, s. Vili, XXX, 1976, pp. 518-520 (con bibl.); I. Rainini, Il santuario di Mefite in Valle d'Ansanto, Roma 1985.