Vedi ARA PIETATIS AUGUSTAE dell'anno: 1958 - 1994
ARA PIETATIS AUGUSTAE
Monumento strutturalmente simile all'Ara Pacis, noto da monete, votato dal Senato per suggerimento di Tiberio nel 22 d. C. per la salute di Livia e consacrato da Claudio nel 43 d. C. Constava di un'ara rinchiusa in un recinto ornato da sculture che riproducevano in rilievo scene di sacrifici, forse quelli fatti per impetrare dagli dèi la guarigione della Augusta. Il monumento, la cui esatta ubicazione non è nota, doveva essere già fatiscente al tempo di Diocleziano, se parte dei rilievi poterono venir usati nell'arcus novus eretto nel 303; da qui parte entrarono nella Collezione Della Valle, e sono quelli Medici, mentre altri furono rinvenuti in seguito e si trovano nelle collezioni capitoline.
Poiché le lastre - che hanno subito; specialmente nelle teste, qualche rilavorazione per adattarle al gusto del principio del IV sec. d. C. - sembrano ricongiungersi fra loro, si vede come i sacrifici dei tori avvengano avanti a due templi, rappresentati in scorcio e in lontananza, nei quali si riconoscono quello di Marte Ultore nel Foro di Augusto e quello della Magna Mater. Nel fiamine è da vedere un principe giulio-claudio non meglio identificabile (l'identificazione con Claudio non è sostenibile).
Il linguaggio figurativo è quello tipico del gusto neo-attico, accademicamente corretto e contenuto, dominante a Roma nella prima metà del I sec. d. C. e mostra nei rilievi la presenza di due scultori. Esso è, tuttavia, più sciolto, più sentito, di quello delle sculture dell'Ara Pacis e uno dei due artisti introduce elementi di spazialità che preludono alla corrente che poi prevarrà in età flavia. I rilievi non andarono immuni da rifacimenti e da aggiuntè in stucco nel sec. XVI, peraltro chiaramente riconoscibili.
Bibl: J. Sieveking, in Oesterr. Jahreshefte, X, 1907, p. 175 ss.; R. Bloch, in Mél. Aarch. hist., LVI, 1939, p. 81 ss.; ristampato, in Antichità di Villa Medici, p. 9 ss.; M. Cagiano de Azevedo, Le antichità di Villa Medici, Roma 1951, nn. 3, 11, 23, 24, 41, 47 e p. 56 ss.; L. Cozza ha in corso un saggio sulla riunione delle lastre.