ARABIA
Esplorazione (III, p. 888). - L'attività esploratrice dell'ultimo decennio ha largamente contribuito ad una migliore conoscenza delle condizioni geografiche della penisola. L'inglese Lees ha dimostrato che il corrugamento dell'Omān è preterziario; la sua attuale morfologia sta però in rapporto soprattutto con un sollevamento recente, dissimmetrico (pendio più accentuato a E.), mentre le profonde incisioni della costa settentrionale proverebbero una sommersione del pari recente. Nuova luce sul Neǵd settentrionale è stata fatta dalla pubblicazione in extenso delle osservazioni raccolte dal noto arabista americano Alois Musil, che percorse la regione tra il 1908 ed il 1915. Vaste zone dell'Arabia meridionale, massime nel Ḥaḍramaut, furono visitate nel 1931 da una missione olandese guidata da Van der Meulen e H. van Wissmann. Il caratteristico aspetto tabulare del rilievo arabo assume nel Ḥaḍramaut evidenza anche maggiore che nello Yemen. Le condizioni del popolamento sono poi del tutto diverse. Data la sterilità dell'altipiano e il suo imbasamento calcareo, solo le incisioni vallive ricettano nuclei di popolazione. Notevole la ricognizione aerea compiuta da R. G. Cochrane nel 1930 sul Ḥaḍramaut, attraversato nel 1933 anche dal tedesco H. Helfritz (da Shiḥair a Ṣan‛ā e el-Ḥodeidah). Il francese P. Lamare, che compì due viaggi (1922-23 e 1929) nello Yemen, ha raccolto copiose notizie intorno a regioni finora quasi affatto sconosciute agli Europei, a N.-NO. di Ṣan‛ā: in una di queste sarebbero palesi i residui d'un sistema idrografico preesistente alla formazione del Mar Rosso. Ma il posto d'onore spetta agl'inglesi Bertram Thomas e John Philby, cui si debbono le prime notizie sull'interno del Rub‛ el-Khālī, il vastissimo deserto (circa 1 milione di kmq.), sino ad allora del tutto inesplorato, che copre l'Arabia sud-orientale. Partito da Ḍafār, sulla costa meridionale del ‛Omān, il Thomas raggiunse dopo otto settimane, nell'invemo del 1930-31, ed-Dōḥah nel Qatar attraversando così da S. a N. l'intero deserto su una lunghezza di circa 700 km. Il Philby invece lo esplorò tra il gennaio e il marzo 1932, prima da N. a S., tra el-Hofhūf e Urbar (press'a poco all'intersezione del 19° N. col 52° E. Greenw.), e poi da E. ad O. fra Urbar e es-Sulayyil, donde continuò fino alla Mecca, dopo avere percorso in 90 giorni un itinerario di circa 1800 miglia. Oltre il ciglio sopraelevato con cui l'altipiano precipita a S. sull'Oceano, l'erg ricopre una depressione aperta verso il Golfo Persico - nelle cui vicinanze scende a 10 m. s. m., mentre tocca i 160 m. nella sua sezione centrale - limitata ad oriente dalle montagne del ‛Omān e ad occidente dalle cuestas del Neǵd mediano. L'imbasamento consta di arenarie e calcari dell'Eocene medio; le dune, alte al massimo un centinaio di m., hanno di solito una direzione NE.-SO. Manca affatto vegetazione arborea; i radi ciuffi d'erba che chiazzano ogni tanto le superficie rocciose consentono cibo ai cammelli. Il deserto è frequentato, durante l'inverno, da alcune centinaia di nomadi - fra i quali sono gruppi di camiti - che utilizzano i pochi pozzi d' acqua e i miseri pascoli naturali. La parte orientale del Rub‛ el-Khālī corrisponde a un antico golfo marino emerso probabilmente alla fine del Cenozoico e rimasto a una debole altitudine; quella nord-occidentale a un settore dei più aridi della penisola.
Traffici. - Il totale annuo dei pellegrini che si recano alla Mecca è stato calcolato con una certa attendibilità dal Rutter in 172 mila individui (1929), di cui 40 mila provenienti dall'Africa occidentale o centrale, 30 mila dalla Malesia, 30 mila dall'Arabia, 25 mila dall'India, 15 mila dall'Egitto e 10 mila da altri paesi (Maghreb, Siria, Turchia, Afghānistān, Persia, Asia centrale e Cina).
Situazione politica. - Dal 22 settembre 1932 il regno del Ḥigiāz, Neǵd e dipendenze ha assunto la nuova denominazione di Regno Arabo Sa‛ūdiano (v. sotto: arabo sa‛ūdiano, regno). Ibn Sa‛ūd, che aveva sottoposto il confinante emirato del ‛Asīr a una forma di protettorato con l'accordo del 31 ottobre 1926, finiva col mutare il protettorato in sovranità quattro anni dopo (accordo nel 16 novembre 1930). Ne seguì un conflitto con l'altro confinante del ‛Asīr, l'Imanato dello Yemen: col trattato di Taif (20 maggio 1934), che chiuse il breve periodo (50 giorni) di ostilità, il ‛Asīr, divenuto di diritto territorio sa‛ūdiano, scompare come unità indipendente dalla carta politica dell'Asia.
Col 1° aprile 1937 la provincia di Aden, che era prima dipendenza anglo-indiana retta da un commissario capo, è diventata invece colonia inglese.
Bibl.: A. Musil, In the Arabian desert, New York 1930; W. Lesch, Arabien, in Mitt. Geogr. Ges. München, XXIV (1931), pp. 1-153; B. Thomas, Arabia Felix, New York 1932; R. Donkan, Die Aufesterhung Arabiens, Vienna 1935; S. Aponte, La vita segreta dell'Arabia felice, Milano 1936.