ARACNE ('Αράχνη, Arachne)
Figlia del tintore di porpora Idmone di Colofone abitante ad Ipepa presso lo Tmolo in Lidia. La sua leggenda, sorta in Lidia, è nota a noi soltanto attraverso autori tardi, e si può riassumere così: A. tesseva tanto bene che persino le Ninfe si recavano ad ammirare i suoi lavori, di cui ella era così fiera da vantarsi superiore a Pallade. Questa dea, offesa, trasformatasi in una vecchia, le apparve, consigliandole maggior modestia. Ma A. arrivò a sfidare la dea, a lei ancora ignota, chi mostrasse maggiore abilità nel lavoro. Pallade accettò la sfida e, ripresa la sua forma divina, figurò nella sua tela il maestoso consesso degli dei olimpici, mentre A. rappresentò nella sua le avventure amorose di alcuni di essi. Irritata per il soggetto scelto da A. e per l'eccellenza del lavoro di lei, Pallade ne spezzò la tela e percosse con la spola la fronte di A. Questa volle impiccarsi, ma Pallade la condannò a vivere, pure rimanendo sospesa, e la trasformò in un ragno, che tesse senza posa (cfr. Ovid., Met., VI, 5-145; Serv., ad Georg., IV. 246). Non è impossibile che questa leggenda sia rappresentata nel fregio del Foro Transitorio di Nerva a Roma.
Bibl.: Schirmer, in Roscher, Lex. d. griech. u. röm. Mythol., I, s. v.; Wagner, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., s. v.; Preller-Robert, Gr. Myth., 4ª ed., I, Berlino 1920, p. 221; O. Gruppe, Gr. Myth., Monaco 1906. Per il fregio del Foro di Nerva, Mon. d. Inst., X, 41.