arbitro di porta
loc. s.le m. Assistente arbitrale, che fa parte degli arbitri addizionali d’area introdotti sperimentalmente dalla Uefa nel 2009-2010, che prende posto in prossimità di una delle due porte.
• La sudditanza psicologica c’è. La statistica degli errori più evidenti, quelli che non lasciano dubbi nel momento in cui la moviola li analizza, dimostra in modo incontrovertibile che arbitri, guardalinee e ora arbitri di porta sbagliano quasi esclusivamente a favore (e mai a sfavore) delle squadre più forti o più protette: in campo e fuori. (Luigi Cancrini, Unità, 31 ottobre 2012, p. 16, Comunità) • «Difficile per un arbitro combattere contro 40 telecamere che frugano il campo di gioco in ogni angolo e mostrano cose che l’arbitro non può vedere. Gli arbitri di porta hanno portato benefici, grazie a loro l’arbitro centrale si rende conto di episodi che gli erano sfuggiti» (Andrea De Marco intervistato da Renzo Parodi, Secolo XIX, 17 luglio 2014, p. 39, Sport) • Sono stati introdotti in Italia nella stagione 2012-13. Li aveva sperimentati l’Uefa nel biennio precedente: un aiuto alla terna arbitrale, posizionati ai lati della porta, per vedere da posizione migliore tutto ciò che accade dentro l’area di rigore. Dopo due anni e mezzo la conclusione è evidente: un esperimento fallimentare, o quantomeno discutibile. Gli arbitri di porta, definiti in gergo «assistenti addizionali», non fanno la differenza. Anzi, sembrano essere superflui, a volta deleteri. E costano tanto, troppo. (Enrico Turcato, Giornale, 7 gennaio 2015, p. 27, Sport).
- Composto dal s. m. arbitro, dalla prep. di e dal s. f. porta.
- Già attestato nella Repubblica del 16 marzo 2003, p. 46, Sport.