arbitropoli
(Arbitropoli), s. f. inv. Lo scandalo degli arbitraggi pilotati delle partite di calcio.
• È passata un’altra domenica, mercoledì si rigioca e vien da chiedersi cosa resterà, di questo campionato. D’abitudine sono ottimista e tuttavia non nascondo che l’ultimo colpo di Calciopoli anzi, diciamo pure Arbitropoli, insistendo nell’abusato gioco di parole ha ulteriormente ridotto le mie scorte d’entusiasmo. (Italo Cucci, Messaggero Veneto, 16 aprile 2007, p. 1, Prima pagina) • Se l’intento doveva essere quello di calmare finalmente l’ingovernabile calcio italiano, [Gianni] Petrucci da ieri ha una ragione in più per dolersi del fallimento: dal suo tavolo della pace per ora è scaturita una vera e propria guerra, quella scatenata ‒ cinque anni dopo le sentenze sportive su Calciopoli, ribattezzata ieri «arbitropoli» da Franco Carraro ‒ da Diego Della Valle contro l’allora commissario della Federcalcio, il professor Guido Rossi. (Repubblica, 17 dicembre 2011, p. 67, Sport) • le sviste arbitrali piovono come pietre e fanno male a chi guarda, figurarsi a chi le subisce. Il dominante giornalismo-tifoso, riduce banalmente il tutto a due classi: le «vittime» della svista e i «ladroni o furbetti» che ne beneficiano. Nella seconda categoria «privilege», quasi sempre c’è di mezzo la Juventus. E di conseguenza, la maggioranza che si sente vittima, riapre armadi stipati d’arsenico e vecchi giochetti che rimandano alle pagine più nere (vedi Calciopoli o Arbitropoli). (Massimiliano Castellani, Avvenire, 1° ottobre 2013, p. 26, Oggi sport).
- Composto dal s. m. arbitro con l’aggiunta del confisso -poli2.
- Già attestato nel Corriere della sera dell’11 agosto 1993, p. 27, Sport (Gigi Garanzini).