ARCA DI NOÈ
Le raffigurazioni dell'a. di Noè si basano sul racconto del diluvio universale contenuto in Gn. 6, 14-16. Il naviglio salvifico è descritto nel testo biblico come una struttura a forma di cassa (gr. ϰιβωτόϚ; lat. arca) con tetto spiovente, misurante 300 cubiti in lunghezza, 50 cubiti in larghezza e 30 cubiti in altezza, costruita in legno ricoperto di bitume e internamente suddivisa in tre piani. Raffigurazioni dell'a. compaiono tra le più antiche testimonianze dell'arte cristiana, volte a riassumere sinteticamente l'episodio biblico di Noè, sottolineandone al contempo il valore salvifico: proprio in quanto salvato dal diluvio, No'e è simbolo infatti della possibilità di ottenere la salvezza dalla morte. Immagini di questo tipo compaiono nelle pitture delle catacombe dei secc. 3° e 4° (Roma, catacombe di Domitilla, di Pietro e Marcellino, Coemeterium Maius) e sui sarcofagi paleocristiani. Noè è raffigurato in genere a mezzo busto, con le braccia alzate in atteggiamento di orante, emergente da un'a. a forma di cassa o scrigno (Fink, 1955). La più antica immagine datata di questo tipo (che si è ritenuto rifletta un prototipo ebraico e mostra Noè con sua moglie nell'a.) compare su un tipo monetale di Apamea in Asia Minore, emesso durante il regno di Settimio Severo, agli inizi del sec. 3° (Grabar, 1951).Versioni più complesse dell'a. di Noè, resa in forma di cassa chiusa, si trovano negli ampi cicli narrativi miniati di due codici paleocristiani: il Genesi di Vienna (Vienna, Öst. Nat. Bibl., Vind. Theol. gr. 31, c. II, 3), del sec. 6°, e il Pentateuco di Ashburnham (Parigi, BN, nouv. acq. lat. 2334, c. 9r), comunemente datato al 7° secolo. Sebbene la suindicata iconografia sia predominante nell'arte paleocristiana, in accordo con il senso letterario e con le caratteristiche del termine a., non dovette essere, all'epoca, del tutto sconosciuta neppure la visione dell'a. di Noè in forma di nave, oggi più familiare. Essa si trova infatti in due raffigurazioni dipinte in mausolei del sec. 5° ad al-Bagawat, nel deserto dell'Alto Egitto (Leclercq, 1907), localizzazione che rende ipotizzabile un legame tra queste immagini piuttosto inconsuete e le più antiche rappresentazioni della barca dell'anima nell'arte egizia.Il corpus dei commentari dedicati alla comparsa dell'a. di Noè e al suo significato morale e allegorico è di notevole entità. A livello figurativo, l'a. è paragonata alla Chiesa, mentre il viaggio dei suoi passeggeri attraverso le acque del diluvio è interpretato come un primo accenno al rito del battesimo. La spiegazione del testo proposta da Origene nelle omelie sull'Esateuco cerca di chiarire gli aspetti problematici del racconto biblico (per es. Homiliae in Genesim, II, 2; PG, XII, coll. 162-163). A Noè e ai suoi è assegnato lo spazio superiore, sotto l'apertura sulla sommità dell'a., mentre gli animali addomesticati occupano il piano sottostante, le bestie selvagge sono confinate al livello inferiore e il fondo del naviglio è riservato alle provviste e allo scarico dei rifiuti. Secondo i Padri (per es. Agostino, De civ. Dei, XV, 26, 1ss.; PL, XLI, coll. 472-473) tale disposizione gerarchica rispecchierebbe il modello stabilito da Dio per la struttura piramidale della Chiesa oppure, in altre formulazioni (per es. Origene, Homiliae in Genesim, II, 6; PG, XII, coll. 171-172), si riferirebbe a un mondo ordinato con giustizia. In un simile modello, affini a Noè sono i santi, governati da Cristo, mentre i raggruppamenti 'gerarchizzati' degli animali verrebbero a corrispondere ai diversi ordini del clero o alle classi sociali (Rahner, 1964; Boblitz, 1972).Nonostante la grande varietà di schemi, le rappresentazioni medievali dell'a. di Noè tendono di norma a raffigurare quest'ultima piuttosto in forma di naviglio ospitante passeggeri umani e animali che non quale scrigno protettivo. Nella maggioranza dei casi esse rendono inoltre visibile la disposizione su più livelli dei passeggeri all'interno del naviglio stesso. In Spagna, l'immagine dell'a. nei manoscritti di Beato di Liebana (per es. Madrid, Bibl. Nac., Vit. 14-2, c. 109) conserva le forme di una cassa, ma mostra in sezione il battello, con gli occupanti disposti su diversi ordini nettamente delineati.Nell'Inghilterra anglosassone le illustrazioni dell'a. di Noè nel Genesi di Caedmon (Oxford, Bodl. Lib., Junius 11, p. 68; 1000 ca.) e nella parafrasi dell'Esateuco di Alfrico (Londra, BL, Cott. Claud. B.IV) hanno un carattere più marcatamente nautico, con reminiscenze della forma delle navi vichinghe.Nei mosaici della Sicilia normanna (Palermo, Cappella Palatina; Monreale, duomo) e di S. Marco a Venezia l'a. è un naviglio che ha l'aspetto di una casa galleggiante, in cui l'imponente opera di carpenteria della struttura superiore è sostenuta da una chiglia di nave. Quando, come nei primi secoli, l'a. viene concepita come un contenitore sigillato, la sua capacità di galleggiare in posizione verticale e di resistere all'assalto delle onde non sembra destare preoccupazioni e di fatto essa appare lasciata senza difficoltà all'azione della Provvidenza divina, come suggerisce s. Agostino nel De civ. Dei (XV, 27, 3). La visione medievale dell'a. in forma di naviglio, al contrario, tende a porre in evidenza la capacità di quest'ultima di tenere il mare. Di conseguenza la nave della Chiesa, assalita da elementi ostili di ogni genere, viene mostrata come progettata e pilotata attentamente. Così il ruolo dello stesso Noè, del tutto passivo nella visione antica, è invece fortemente valorizzato dalla nuova interpretazione che lo caratterizza come un nocchiero o un capitano di eccezionale maestria: immagini che, secondo alcuni autori, alluderebbero al papa come guida della comunità dei credenti.La visione dell'a. di Noè in forma di naviglio si muta talora in quella di un prezioso sacello o reliquiario: una interpretazione che evoca la descrizione dell'a. dell'alleanza in Es. 25, 1-22 (arca foederis, arca testimonii) e, per estensione, l'arredo dell'altare nelle chiese cristiane del Medioevo. Sono per es. tutt'altro che infrequenti, nel Basso Medioevo, rappresentazioni dell'a. con la struttura superiore che richiama l'architettura delle cattedrali gotiche mentre caratteristici oggetti di oreficeria ne riproducono l'impostazione strutturale in scala ridotta.
Bibl.: H. Leclercq, s.v. Arche, in DACL, I, 2, 1907, coll. 2709-2732; D.C. Allen, The Legend of Noah (Illinois Studies in Language and Literature, 33), Urbana (IL) 1949; F. Schmidke, s.v. Arche, in RAC, I, 1950, coll. 597-602; A. Grabar, Images bibliques d'Apamée et fresques de la Synagogue de Dura, CahA 5, 1951, pp. 9-14; J. Fink, Noe der Gerechte in der frühchristliche Kunst (Beihefte zum Archiv für Kulturgeschichte, 4), Münster-Köln 1955; L. Budde, Die rettende Arche Noes, RivAC 32, 1956, pp. 41-58; H. Rahner, Die Arche Noe als Schiff des Heils, in Symbole der Kirche. Die Ekklesiologie der Väter, Salzburg 1964, pp. 504-547; H. Laag, Der Trierer Noahsark. Ein Erklärungsversuch seiner Sonderheiten, in Festschrift für Alois Thomas, Trier 1967, pp. 233-238; G. Zinn, Hugh of Saint-Victor and the Ark of Noah: A New Look, Church History 40, 1971, pp. 261-272; H. Boblitz, Die Allegorese der Arche Noahs in der frühen Bibelauslegung, FS 6, 1972, pp. 159-170; J. Ehlers, Arca significat ecclesiam. Ein theologisches Weltmodell aus der ersten Hälfte des 12. Jahrhunderts, ivi, pp. 171-187; M. Mentré, La présentation de l'Arche de Noé dans les Beatus, "Actas del Simposio para el estudio de los códices del 'Comentario al Apocalipsis' de Beato de Liébana, Madrid 1976", II, Madrid 1980, pp. 299-303, figg. 1-6.W. Cahn