CRIVELLI (Crivello, Cribelli, Cribello, Cribellus e Cribellius), Arcangelo
Nato a Bergamo il 21 apr. 1546, il suo cognome, cosa non insolita a quei tempi, subì troppi mutamenti attraverso i documenti tramandatici per poter essere definito con esattezza ed a questa confusione contribuì lo stesso C. firmando le sue dediche ed i manoscritti in maniera diversa e permettendo che il suo nome apparisse indifferentemente in varie versioni. Il C. "appassionato dello studio, in patria coltivò grammatica e musica, entrando, come quegli che era povero nella accademia dei chierici istituita poco prima del 1566 dal Consorzio della Misericordia Maggiore" (N. Pelicelli, MusicistiinParma, p. 287).
Dallo "Elenco delle terminazioni del consorzio" apprendiamo che il C., dopo aver giurato che sarebbe tornato dopo due anni, chiese ed ottenne licenza di andare altrove "ad discendum grammaticam, cantum figuratum et ad pulsarum. organum, cum in praesenti civitate non habeat praeceptorem organi iuxta desiderium suum" (C. Scotti, p. 192). Il C. si portò a Parma probabilmente invitato da P. Ponzio, maestro della cappella corale della chiesa della Madonna della Steccata, che egli aveva conosciuto e frequentato già a Bergamo. Quando poi il Ponzio lasciò la Steccata per andare a dirigere la Fabbriceria di Bergamo, il C. venne chiamato, il 13 maggio 1569, a ricoprire il posto resosi vacante di maestro di cappella "et di più con il carico d'insegnar di cantare a canto figurato alli putti dei seminario" (N. Pelicelli, La cappella..., p. 27).
La cappella della Steccata che il C. dirigeva per uno stipendio di 40lire imperiali l'anno e che era composta di dodici adulti e dodici bambini "ben può dirsi che in questo tempo già aveva ottenuto il suo intero e completo sviluppo e raggiunto quello splendore, ond'erano celebri le Cappelle Corali delle principali città d'Italia" .(ibid., p. 30).
Il C. lasciò la Steccata il 27 sett. 1575, giorno in cui ricevette il suo ultimo stipendio e dopo alcuni anni, dei quali non ci sono noti né il luogo del suo soggiorno né la sua attività, approdò alla cappella pontificia come cantore. L'anno 1583, data probabile del suo arrivo a Roma, viene però anticipato al 1578 da quasi tutti i biografi, e tra questi anche da N. Pelicelli e O. W. Johnson, che appaiono i più attendibili. Dal Fornari comunque sappiamo che ancora alla metà del sec. XVIII le sue composizioni venivano eseguite nella cappella.
La conoscenza delle attività del C. presso la Sistina viene così ad essere circoscritta alla lettura dei Libri dè punti (odei puntatori) che sono una sorta di diari e che proprio con questa denominazione sono catalogati nell'Archivio Apostolico Vaticano (con l'aggiunta di un numero progressivo corrispondente all'anno in cui sono stati scritti). La stesura manuale di questi diari, riguardanti esclusivamente la vita religiosa e l'amministrazione di questa piccola comunità, era compito del puntatore (o censore) cioè di un cantore delegato a ricoprire annualmente questa incombenza nella quale si sarebbero avvicendati tutti i cantori.
Il C. figura come censore nel 1587, puntatore nel 1605 e negli ultimi due mesi dell'anno successivo quando dovette sostituire F. de Spinosa che era partito per la Spagna. Tra gli incarichi di maggior rilievo ottenuti si devono menzionare quello di camerlengo (o esattore) ricoperto nel 1592 e 1593 e di maestro di cappella del 1601. Da un'attenta lettura del Diario n. 11, corrispondente agli anni 1577-1579, atta a contribuire al chiarimento della contestazione sorta sulla data dell'arrivo del C. alla Sistina si può escludere che il musicista vi venga nominato; tutti i nomi degli altri cantori presenti in quegli anni compaiono, quasi quotidianamente sulle note di pagamento dei loro emolumentie negli elenchi compilati per segnalarne la presenza o l'assenza, per infermità, alle funzioni religiose. Soltanto in quello del 1583 veniamo a conoscenza per la prima volta della presenza del C.: "Die Veneris 29 Aprilis-Archangelus Cribellus" (Bibl. Ap. Vat., Capp. Sist., Diari, n. 12, f. 15).
La mancanza dei nome dei musicista nei primi quattro mesi del 1583, indurrebbe a datare al maggio di questo anno l'inizio dell'attività del C. presso la cappella pontificia, anche se rimane molto probabile che egli abbia soggiornato a Roma in un periodo antecedente. Questa ipotesi troverebbe conferma dalla data di due pubblicazioni: troviamo innanzitutto alcuni madrigali del C. nel Terzo Libro de' Madrigali di G. A. Dragoni che, nel 1579, anno in cui il libro venne dato alle stampe, era maestro di cappella di S. Giovanni in Laterano; inoltre nella raccolta di madrigali "de diversi e eccellenti musici di Roma" del 1582 è presente anche una composizione del Crivelli.
Tra i Diari autografi del musicista, il n. 24(1605)è caratterizzato da una grafia molto disordinata e quasi illeggibile, cosa che non si riscontra nella scrittura degli altri puntatori. Confrontati agli altri Diari che coprono l'arco di tempo che va dal 1583 al 1617, cioè tutto quel periodo della permanenza del C. nella cappella pontificia, quelli che appaiono di maggior interesse per la varietà degli argomenti trattati e per le notizie che ci forniscono sul musicista sono il n. 19 (1594) ed il n. 36 (1617) "A 2 de Gennaro - La medesima mattina il sig. Arcangelo Crivello camerlengo del anno prossimo passato 1593 rinuntiò l'offitio, et se ben da molti del nostro collegio fu pregato a volerlo esercitar anco per questo terzo anno, non dimeno sua signoria con molte ragioni recusò farlo et con molta umiltà ringraziò tutto il collegio de tanta amarevolezza et il collegio per non disgustarlo non gli vuolse comandare, anzi da tutti fu ringraziato della buona amministrazione che haveva fatta in questi doi anni di questo offitio" (Bibl. Ap. Vat., Capp. Sist., Diari, n. 19, f3). Alcune pagine dopo troviamo altre notizie sulle dimissioni: 22maggio - "Questa mattina io Hippolito Gambocci puntatore ho riferito al nostro Rev.do Collegio, qualmente essendo stati eletti a reveder li conti e l'amministrazione del Camerlengo del rev. don Archangelo per l'anno passato [seguono i nomi degli altri revisori] ... abbiamo visto e rencontrato tutte le partite delli libri del detto sig.r don Archangelo, tanto del ordinario, et abbiamo trovato che il detto sig.r Archangelo Crivello si è portato fidelissimamente in questa sua administrazione e per segno di ciò noi sopradetti deputati gli abbiamo fatta quetanza e saldo dei suoi libri ..." (ibid., f. 22). I libri di cui si parla sono probabilmente i Diari n. 17(1592)e n. 18(1593)che sono soltanto dei libri contabili e che sono intestati al C. nella anomala doppia veste di puntatore e di camerlengo.
Nel Diario n. 36 (1617) dopo la notazione del 22 marzo e dei giorni seguenti in cui il C. figurava "infermo e giubilato" (Ibid., Capp. Sist. 36, ff. 12 e 13) nella stesura degli avvenimenti del 5 maggio si legge: "Hieri mattina alle hore 23 morì il sig. Arcangelo Crivelli. Il detto sig. Arcangelo ha lasciato per testamento cinque messe le quali voleva stampare alla cappella che le tenghi per sua memoria, col patto che si faccian copiare in bona forma a spese delli heredi non havendo esso tanto tempo di stamparle. Ha fatto anco un'opera pia, che ha lasciato tutto il suo per amor di Iddio in diversi luoghi pii, cosa degna di. eterna memoria" (Ibid., Capp. Sist., Diari, n. 36, f. 14r. v.).
Delle composizioni del C., pubblicate in raccolte di vari autori si ricordano: Hor che zefiro, Dunque cinte di vari, Non scese mai dal ciel, Gli occhi che fan men, Mentre fia in me nel Terzo Libro delli Madrigali a 5 voci, con uno a sette nel fine di G. A. Dragoni da Meldola in Vineggia, appresso l'herede di G. Scotto, 1579; Donna la bella mano nella raccolta Dolci Affetti. Madrigali a cinque voci de diversi e eccellenti musici di Roma, Roma 1582, ristampato a Venezia nel 1585da l'herede G. Scotto; un mottetto Modulazioni ecclesiastiche, di P. Ponzio, G. B. Moscaglia, 1582; Tra duo coralli fini nella raccolta di G. B. Moscaglia; Il secondo libro de Madrigali a quattro voci, Venezia, G. Vincenti e R. Amadino, 1585; Lo me n'avedo Amore, in Ghirlanda di fioretti musicali a 3voci, Roma, Simone Verovio, 1589; Sovr'una verde riva a cinque voci Le Gioie Madrigali, Venezia, Amadino, 1589; Sol di lum'immortal Titon nella raccolta: I dolci frutti, Madrigali a cinque voci, Venezia, Amadino, 1590, con ristampa Pietro Phalesio, Anversa 1610; Se la stessa bella, in Di XII Autori vaghi e dilettevoli, Madrigali a 4voci, Venezia, Amadino, 1597; le due canzoni: Da ch'a Noi e Qual chi gran febbre a 3 voci nella raccolta Tempio Armonico, dell'Ancina, Roma, Muti, 1599; due madrigali nel 2° Libro de intavolatura di liuto diG. A. Terzi, Venezia, Vincenti, 1599; Son tutti i tuoi sospiri, in Musica de diversi eccellentissimi Auttori a cinque voci, Venezia, A. Gardano, 1604; una canzone di tre stanze nei FioriMusicali, Anversa, P. Phalesio, 1607; Lux fulgebit hodie a 8 voci nella raccolta Missa, motecta, Magnificat, et Litaniae B. M. V. Salvatoris Sacchi Cirinolani in Apulea, Roma, B. Zannetti, 1607; Crucifixsurrexit e Letentur coeli, in Primi Chori a otto voci, di F. Costantini, Firenze, B. Zanetti, 1616; Beatus vir a 8 voci concerta con basso continuo, in Scelta de Salmi a 8 voci, da F. Costantini, Orvieto, B. Zanetti, 1620; due madrigali nei Madrigali del Sig. Cavaliere Anselmi, Venezia, B. Magni, 1624; IlPrimo Libro de Madrigali a cinque voci con due a sei et un Dialogo a otto, Venezia, A. Gardano e fratelli, 1606, dedicato a G. P. Foppa "... per compiacere à chi mi prestò cortesemente la bellezza de concetti poetici ..." e Missarum Liber primus quatuor, quinque ac sex vocibus concinendarum, Romae, Curtius Laurentinus, 1615. Tra i manoscritti del C. conservati nella Bibl. Ap. Vaticana si ricordano: Liber Secundus Missarum (cod. 25) che comprende messe a quattro e cinque voci; Cantemus Dominum a 6 voci (cod. 72); Ecce odor a 6 voci (codd. 33 e 72); Laetentur coeli a 8 voci e 2 tori (cod. 29); Beatus vir a 8 voci (cod. 31) e Beatus vir a 8 voci (codd. 59 e 89); Confitebor tibi a 8 voci (cod. 33); Dixit Dominus a 8 voci (cod. 33); Lauda Ierusalem a 8 voci (codd. 109 e 221) e inoltre Confitebor tibi a 8 voci in partitura (Berlino Est, Deutsche Staatsbibliothek, W 32 n. 303); Ecce odor filiimei a 6 voci (Ibid., n. 535 e Bologna, Bibl. d. Liceo mus.); Exultate Deo a 8 voci (Ibid., L. 100); Noi siamdue Ninfe, Che più far deggio, E quando mai s'udì, a Bologna alla Bibl. del Liceo musicale. Musicista completamente dimenticato, il C. ha ritrovato in O. W. Johnson uno studioso particolarmente attento nel ricercare una collocazione storica del genere musicale del compositore bergamasco. Il Johnson, autore del saggio The Masses of A.C. (Phil. Diss., University of Texas, a.a. 1965), ha voluto riprendere in Die Musik in Gesch. und Gegenwart l'osservazione già espressa secondo la quale la messa Ave maris stella è rappresentativa del più puro stile del Palestrina mentre la messa Sumens illud ave per il suo prorompere in esuberanti madrigalismi potrebbe configurarsi come appartenente al primo barocco. Scrive ancora il Johnson: "Eine auffällige Eigenart Crivellis ist die sowohl in Parodie -, als auch D. - Messen angewendete Technik, derzufolge die Themenwahl vom Text des cantus prius factus oder des Modells und dessen Beziehung zum Messentext ausgeht ..." (XV, col. 1644).
Il C. morì a Roma il 4 maggio 1617e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Traspontina dove si conserva la lapide che "sibi vivens posuit anno MDCVI" (M. Fornari. f. 120).
Fonti e Bibl.: Bibl. Apost. Vaticana, Capp. Sist., Diari, nn. 12-36; M. Fornari, Narraz. istorica dell'origine, progressi e privilegi della pontificia cappella; Con la serie degl'antichi maestri e cardinali protettori. Col catalogo dei cantori della medesima, s.n.t. [ma Roma 1749]; G. S. Mayr, Biografie di scritt. e artisti bergamaschi, nativi od oriundi, Bergamo 1875, p. 67; F. X. Haberl, Bibliographischer und Thematischer Musik - Katalog des Päpstlichen Kapellarchives in Varikan zu Rom, Leipzig 1888, pp. 43, 123; C. Scotti, Il Pio Istituto musicale Donizetti in Bergamo, Bergamo 1901, p. 192; E. Celani, Icantori della capp. pontificia nei secc. XVI-XVII, in Riv. music. ital., XIV(1907), p. 759; N. Pelicelli, La capp. corale della Steccata nel sec. XVI, Parma 1916, pp. 27-33; A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga di Mantova dal sec. XV al XVIII, Milano s. d., pp. 93 s.; N. Pelicelli, Musicisti in Parma nei secc. XV-XVI, in Note d'archivio per la storia musicale, VIII(1931), pp. 287 ss.; J. M. Liorens, Capellae Sixtine Codices musicis notis insctructi sive manu scripti sive praelo excussi, Roma 1960, p. 511; E. Vogel, Biblioteca della musica vocale ital. di genere profano stampata dal 1500 al 1700, I, Hildesheim 1972, p. 193; H. W. Frey, Das Diarium der Sixtinischen Sänger-Kapelle in Rom für das Jahr 1597, in Analecta musicologica, XIV(1974), pp. 447 s., 473; Bibliografia della musica ital. vocale profana pubbl. dal 1500 al 1700, I, Pomezia 1977, pp. 569 s.; G. Gaspari, Catal. della Biblioteca del Liceo music. di Bologna, III, Bologna 1893, p. 65; O. W. Johnson, A. C., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV, Suppl., Kassel 1973, coll. 1643 s.; R. Eitner, Quellen Lexicon der Musiker, III, pp. 106 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, p. 389; F-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, p. 392; Enciclopedia della Musica Ricordi, I, p. 575.