ILVENTO, Arcangelo
Nacque a Grassano, in Basilicata, il 14 nov. 1877 da Andrea e Felicetta Lerosa. S'iscrisse al corso di laurea in medicina e chirurgia dell'Università di Napoli, ove fu allievo di E. De Renzi in clinica medica e di N. Pane in batteriologia. Malgrado la prematura scomparsa del padre, riuscì a laurearsi nel 1900, quindi, superato il relativo concorso, prestò servizio come assistente nei nosocomi napoletani, dapprima agli Incurabili, poi in quello della Pace. Assistente volontario presso l'istituto di batteriologia dell'Università di Napoli nel 1904, nello stesso anno entrò a far parte della Sanità pubblica. Classificato primo al concorso per medico di porto nel 1905, fu destinato a Palermo, dove dal 1906 al 1911 diresse l'Ufficio di sanità marittima, avviando il piano costruttivo e l'ordinamento della stazione sanitaria del porto. Nel 1908 conseguì la libera docenza in igiene pubblica presso l'Università di Palermo, ove dette inizio a un corso libero di insegnamento della disciplina. In questo periodo fu severamente impegnato in importanti missioni: la direzione dei provvedimenti igienico-sanitari per fronteggiare l'epidemia di vaiolo manifestatasi a Riesi, in provincia di Caltanissetta, il controllo del servizio di emigrazione nel porto palermitano per la profilassi delle malattie tropicali, l'ordinamento della stazione sanitaria portuale di Palermo. Responsabile del servizio di profilassi anticolerica della provincia di Palermo dall'agosto 1910 all'aprile 1911, fu medico provinciale e direttore del servizio sanitario della provincia palermitana. Nel 1910-11 organizzò corsi di lezioni per la preparazione di disinfettatori in grado di operare in corso di epidemie coleriche.
Nel novembre del 1911, inviato in missione a Tripoli appena occupata dalle truppe italiane, l'I. svolse una intensa attività: nel corso di una epidemia di colera organizzò il servizio di sanità marittima, elaborò un piano per la realizzazione di una stazione sanitaria e quarantenaria nel porto, curò la disinfezione delle merci, istituì i bagni pubblici; provvide inoltre alla riattivazione e al funzionamento dell'osservatorio meteorologico e all'organizzazione provvisoria di un ospedale contumaciale per colerosi, fu autore del piano tecnico per la riorganizzazione e il completamento dell'ospedale civile ed emanò il regolamento provvisorio del servizio sanitario della città. Allo scoppio del primo conflitto mondiale fu chiamato a prestare la propria opera nell'esercito: dal 1915 al 1918 fu direttore del servizio antiepidemico del comando supremo, quindi nel 1919 fu posto a capo dei servizi sanitari della Croce rossa italiana. Pianificò allora e diresse i servizi sanitari dell'istituzione, attuando una vasta opera di assistenza civile tesa a realizzare la bonifica umana per fronteggiare gli esiti di malattie infettive ancora di notevole incidenza, quali la malaria, la tubercolosi, il tracoma, la sifilide. Sostenitore convinto dell'utilità di un programma di medicina pubblica, progettò l'istituzione di osservatori sanitari, di dispensari e di ambulatori in grado di operare su vasti strati di popolazione.
In questo primo periodo della sua attività l'I. si interessò prevalentemente di igiene applicata, conducendo ricerche anche di carattere sperimentale su argomenti di patologia infettiva e di profilassi, e osservazioni sulle abitudini alimentari di alcune popolazioni che furono oggetto di pubblicazione: due monografie (Prodotto di fermentazione panaria per lievito comune e per lievito di birra, Palermo 1908; I servizi sanitari dipendenti dal Comune di Tripoli…, Roma 1914, in collab. con P. Tria - G. Casapinta) e alcuni lavori apparsi in periodici scientifici (Ueber die experimentellen Myelitiden, in Centralblatt für allgemeine Pathologie und pathologische Anatomie, XVI [1905], pp. 470-474; Caraktere der aus dem Trinkwasser einiger Schiffe isolierten Vibrionen, in Centralblatt für Bakteriologie, Parasitenkunde und Infektionskrankheiten. A. 1, LXI [1911], pp. 344-358; Hygienische Beobachtungen über Ratten und Pestprophylaxe im Hafen von Palermo (1906-1910), in Archiv für Schiffs- und Tropenhygiene, XVII [1913], pp. 404-413; Ricerche sul latte acido coagulato (yoghurt) consumato a Tripoli, in La Riforma medica, XXIX [1913], pp. 703-708; Esistenza del bacillo pestoso nell'organismo senza sintomi clinici, ibid., XXX [1914], pp. 348 s., in collab. con M. Mazzitelli; Importanza dietetica del vino di palma consumato a Tripoli, ibid., pp. 581-583; I casi di peste curati nell'Ospedale per malattie contagiose in Tripoli, in Malaria e malattie dei paesi caldi, V [1914], pp. 277-296, in collab. con M. Mazzitelli; Contributo alla biologia ed ai metodi di distruzione del "Pediculus vestis", in Annali d'igiene, XXVIII [1918], pp. 10-29; La bonifica dei malarici e la berberina, ibid., pp. 358-364; L'insegnamento dell'igiene pubblica, in Igiene moderna, XI [1918], pp. 121-126; La farina scura e il pane bigio, ibid., XII [1919], pp. 126-135; Il decorso epidemiologico e clinico dell'influenza, in Annali d'igiene, XXIX [1919], pp. 132-144; Il dermotifo o febbre petecchiale nelle epidemie del passato ed in quelle contemporanee, ibid., XXX [1920], pp. 175-186, 280-288, 327-334, 407-415; Due epidemie di guerra a Tripoli (colera e dermotifo 1911-12), in Giorn. di clinica medica, I [1920], pp. 13-21, 54-64; La campagna estiva antimalarica della Croce rossa italiana nel 1920, in Gazz. medica siciliana, XXIV [1921], pp. 65-69; La stazione sanitaria marittima di Tripoli, in Riv. di ingegneria sanitaria e di edilizia moderna, XVII [1921], pp. 57-67; Si può vaccinare durante un'epidemia di vaiuolo, in Il Policlinico, sez. pratica, XXVIII [1921], pp. 843-850; La peste. Osservazioni epidemiologiche, profilattiche, cliniche e terapeutiche, in Studium. Riv. di scienze mediche, XIV [1924], pp. 13-17, 41-46, in collab. con M. Mazzitelli).
Nel frattempo era andato aumentando l'interesse dell'I. per i problemi della medicina sociale, dell'igiene abitativa e scolastica e soprattutto della tubercolosi, che rappresentava per la popolazione italiana un preoccupante aspetto del quadro sanitario. Egli comprese che per condurre un'efficace lotta contro la malattia occorreva da un lato migliorare le condizioni di vita delle classi disagiate e dei lavoratori, dall'altro realizzare un piano sanitario di vigilanza, di prevenzione e di cura a carattere nazionale. Nel 1926, in collaborazione con G. Mendes, V. Benedetti, F. Bocchetti, G.B. Roatta ed E. Ronzani, presentò al capo del governo il progetto di legge per l'assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi. L'anno successivo, l'obbligo per le province di istituire i consorzi antitubercolari destinati a funzioni assistenziali e profilattiche stabilito dalla legge n. 1276 del 23 giugno e quello dell'assicurazione antitubercolare per i lavoratori sancito dal r. decreto legge n. 2055 del 27 ottobre, convertito in legge nel maggio 1928, inauguravano di fatto la gestione statale della lotta contro la malattia; ne conseguì un graduale, progressivo decremento della morbilità e della mortalità dovute alla tubercolosi.
Sui problemi di igiene e medicina sociali, in particolare quelli riguardanti la tubercolosi, nonché sugli aspetti patogenetici e clinici della malattia, l'I. fu autore di varie pubblicazioni (La tubercolosi è diminuita in Italia?, in Difesa sociale, V [1926], pp. 153-156; Malattie sociali e abitazione, in Le Assicurazioni sociali, V [1929], 6, pp. 33-46 e in Italia sanitaria, XXII [1930], pp. 3-7; L'infezione tubercolare latente negli animali da esperimento, in Riv. di patologia e clinica della tubercolosi, IV [1930], pp. 81-88, in collab. con R. Maggiora Vergano; Indici di sanità nel popolo italiano, in Difesa sociale, IX [1930], pp. 389-394; Il problema igienico della casa, in Italia sanitaria, XXIII [1931], 9, pp. 5 s., in collab. con M. Mazzitelli - C. Tommasi Crudeli; Contributo di Roberto Koch alla dottrina della tubercolosi, in Lotta contro la tubercolosi, III [1932], pp. 828-832; La cute nella cura delle malattie tubercolari, ibid., IV [1933], pp. 115-138; Ricupero di virulenza da parte di bacilli tubercolari attenuati, ibid., pp. 1271-1277, in collab. con R. Maggiora Vergano; Le assicurazioni e l'igiene sociale, in Atti dell'Istituto nazionale delle assicurazioni, V, Roma 1933, pp. 51-79; Il fardello della malattia, in Rass. medica, XIII [1933], pp. 69-79; L'organizzazione della lotta contro il cancro, in Studium. Riv. di scienze mediche, XXIII [1933], pp. 161-172; La lotta contro la tubercolosi nella seconda generazione, in Lotta contro la tubercolosi, IV [1933], pp. 693-711; Reinfezioni tubercolari sperimentali, ibid., pp. 1173-1197, in collab. con R. Maggiora Vergano - L. Vivaldi; Le attitudini e la scelta dei medici ospedalieri, in Nosokomeion, IV [1933], pp. 448-451, in collab. con C. Tommasi Crudeli; La tubercolosi nel tugurio, in Rass. internazionale di clinica e terapia, XVI [1935], pp. 403-406; Il problema della casa rurale, in Difesa sociale, XIV [1935], pp. 251-255; Il valore sociale della diagnosi precoce, in La diagnosi precoce della tubercolosi polmonare, Roma 1937, pp. 13 s.) e di alcune apprezzate monografie (La tubercolosi malattia sociale, Bologna 1922; La difesa della salute e la scuola, ibid. 1922; L'igiene nella casa del lavoratore, Roma 1922; Orari di lavoro e prevenzione della fatica, ibid. 1925; Lo stato attuale della lotta antitubercolare in Italia, I-III, ibid. 1923-25, in collab. con A. Campani - G. Mendes; La casa nell'igiene sociale, Milano 1925; L'assistenza igienico-scolastica nelle scuole per i contadini. Note ed osservazioni, Roma 1927; La tubercolosi, Torino 1931; Igiene sociale della tubercolosi, ibid. 1932; La tubercolosi a traverso i secoli. Storia di un'idea, Roma 1933). Fu inoltre relatore al II congresso nazionale contro la tubercolosi svoltosi a Milano dal 23 al 26 ott. 1927 sul tema Il finanziamento delle opere antitubercolari, che sviluppò con un esauriente resoconto delle fasi che avevano preceduto e accompagnato l'introduzione della assicurazione obbligatoria (v. il compendio della relazione in Difesa sociale, VI [1927], pp. 1-4), e partecipò ai lavori del II Congresso internazionale di tecnica sanitaria e igiene urbanistica (Abitazioni collettive - Case operaie - Abitazioni economiche, in Atti del II Congresso…, III, Milano 1931, pp. 303-333, in collab. con M. Mazzitelli - G. Tommasi Crudeli).
Pur privilegiando i grandi temi dell'igiene sociale e della lotta antitubercolare, l'I. non trascurò comunque gli altri interessanti problemi della sua specialità: si ricordino qui ancora alcuni studi di interesse coloniale (Clima meteorico e clima sociale nell'Abissinia, in Difesa sociale, XIV [1935], pp. 605-608; Il mistero della febbre gialla, ibid., XV [1936], pp. 383-389; I servizi igienici e medici nelle colonie italiane dell'Africa orientale, in Giorn. di medicina militare, LXXXIV [1936], pp. 298-305; Les services d'hygiène et de médecine dans les colonies italiennes de l'Afrique orientale, in Revue internationale de la Croix Rouge, XVIII [1936], pp. 364-375; La diffusion actuelle de l'ankylostomiase en Italie dans ses colonies, in Bulletin de l'Office international d'hygiène publique, XXVIII [1936], pp. 1488-1499, in collab. con A. Lutrario - M. Mazzitelli), le sue Lezioni di igiene scolastica, raccolte ed ordinate da R. Liberti e C. Pignocco (Roma 1929), nonché Igiene della scuola, ad uso degli insegnanti e delle scuole primarie e secondarie e delle scuole normali e di pedagogia, I-II, Milano 1928-29, in collab. con A. Lustig. L'I. collaborò inoltre al Trattato italiano di igiene…, del quale redasse i volumi VI, parte 2, Eredità ed igiene, Torino 1927, e X, Igiene e malattie dello scolaro, ibid. 1926.
Nel 1930 l'I. fu nominato capo dell'Ufficio d'igiene di Roma e vicedirettore generale della Sanità pubblica; nel 1935 fu posto a capo del servizio sanitario delle colonie.
L'I. morì prematuramente ad Anzio, presso Roma, il 3 ag. 1936.
Fonti e Bibl.: Necr. in Annali d'igiene, XLVI (1936), p. 384; in Annali di medicina navale e coloniale, XLII (1936), 2, p. 94; in La Pediatria, XLIV (1936), p. 948; in Il Policlinico, sez. pratica, XLIII (1936), p. 1474; in La Riforma medica, LII (1936), p. 1202; Rievocazioni, in Lotta contro la tubercolosi, VII (1936), pp. 643-657; M. Mazzitelli, Alla memoria di A. I. (… et exaltavit humiles), ibid., XX (1950), pp. 196-202; L. Agrifoglio, Igienisti italiani degli ultimi cento anni, prefaz. di D. De Blasi, Milano 1954, pp. 123 s.; In onore di A. I., a cura della Federazione italiana contro la tubercolosi, Grassano 1958; C. Pogliano, I. A., in Diz. biogr. della storia della medicina e delle scienze naturali. Liber amicorum, II, Milano 1987, p. 223. Sulla pianificazione della lotta antitubercolare in Italia e sul ruolo svolto dall'I. nel promuoverne le leggi: A. Pazzini, Storia dell'arte sanitaria dalle origini a oggi, II, Torino 1974, pp. 1654 s.; D. Preti, La lotta antitubercolare nell'Italia fascista, in Storia d'Italia (Einaudi), Annali 7, Malattia e medicina, a cura di F. Della Peruta, Torino 1984, pp. 955-1015; G. Cosmacini, Medicina e sanità in Italia nel ventesimo secolo. Dalla "spagnola" alla seconda guerra mondiale, Roma-Bari 1989, pp. 195 s., 203.