archeologia della guerra
archeologìa della guèrra locuz. sost. f. – Studio della natura e delle pratiche dell’attività bellica nelle società del passato, attraverso indicatori archeologici di diversa natura, deducibili dall’indagine diretta sul campo e dallo studio delle installazioni difensive, dei sistemi di armamento, delle tracce d’uso e della tipologia delle armi e degli strumenti bellici, delle fonti iconografiche e documentarie, dei reperti scheletrici. L’approccio utilizzato negli ultimi anni, d’impronta chiaramente interdisciplinare, si è potuto avvalere di nuove metodologie messe a punto in settori di studio in rapida evoluzione, come l’etnoarcheologia, per il confronto tra dati archeologici delle società preistoriche e le caratteristiche dell’organizzazione bellica presso le comunità di interesse etnologico, o la (v.), per l’analisi dei resti ossei e degli effetti biomedici della guerra, intesi come danni sul corpo umano prodotti dall'uso degli strumenti bellici. Dagli inizi del 21° sec. si sono diffusi soprattutto nel mondo anglosassone studi intesi a enucleare una tematica di ricerca comune, incentrata sull’analisi diacronica degli scenari di guerra, sia storici sia contemporanei. Si è così approfondito lo studio archeologico dei campi di battaglia (battlefields) e del paesaggio della guerra (warscape), dall’antichità fino alla Seconda guerra mondiale e a conflitti anche più recenti, ponendo particolare attenzione al rapporto tra guerra e società, dal punto di vista sia antropologico sia archeologico. Oltre alle attività di ricognizione e di scavo, l’approccio archeologico si serve di tecnologie di telerilevamento, fotointerpretazione e fotorestituzione del materiale aerofotografico, microrilievo della superficie, piattaforme GIS, tecniche di simulazione e ricostruzioni 3D, assumendo un carattere sperimentale e un duplice obiettivo: ricostruire le strutture e le infrastrutture militari per documentare le vicende belliche, ed evidenziare le tracce antropiche che hanno profondamente modificato il paesaggio per far riemergere dati archeologici e paleoambientali. All’analisi degli scenari bellici si accompagna, in stretta sinergia con l’opera di storici e architetti, anche l’attività di tutela e valorizzazione dei siti delle battaglie più famose, che nel tempo sono diventate mete turistiche. In Italia, dove la legislazione vigente (v. ) ha posto il patrimonio storico della Prima guerra mondiale tra i beni oggetto di specifiche disposizioni di tutela, un ampio studio è stato condotto sugli altipiani veneto-trentini, e in particolare sull’Altopiano di Asiago.