archivi informatici per il patrimonio culturale
archivi informàtici per il patrimònio culturale. – Collezioni di documenti in formato digitale prodotti o acquisiti da enti e istituzioni per finalità culturali, collegate alla produzione, conservazione e fruizione di informazioni relative ai beni archivistici, librari, archeologici, architettonici, storico artistico e naturali. Rispetto agli archivi tradizionali, basati su un modello di disseminazione policentrica del patrimonio, gli archivi informatici hanno caratteristiche e funzionalità gestionali e conservative proprie: criteri per la predisposizione di contenuti digitali, norme per l’acquisizione delle risorse, metodi e procedure per l’archiviazione e la gestione dei depositi, tecnologie e piattaforme applicative per lo scambio e la trasmissione delle informazioni. Se il primo aspetto, strettamente connesso alla codifica e alla rappresentazione dei documenti, in particolare di quelli che non nascono digitali, si differenzia in base alle diverse tipologie di beni e agli obiettivi delle istituzioni preposte al compito conservativo, grazie allo sviluppo delle tecnologie informatiche gli altri aspetti possono avvalersi di basi metodologiche comuni. Ai fini di una definizione condivisa di deposito digitale e in vista della conservazione delle memorie digitali, la questione della qualità e della normalizzazione dei contenuti risulta di primaria importanza. Un compito fondamentale è demandato ai metalinguaggi che assumono la funzione di generatori di nuovi linguaggi che descrivono la struttura fisica e logica dei documenti e ne definiscono le modalità di visualizzazione. Ai linguaggi di marcatura, primo fra tutti l’XML (v.), oltre alla funzione di guida nelle operazioni di codifica dei testi, viene delegato il compito di trasformare i documenti in una fonte di informazioni strutturate, integrabili, indipendenti dai programmi utilizzati e fruibili da sistemi di elaborazione diversi. Sull’uso dei linguaggi di marcatura si basano anche iniziative per la definizione di modelli per la codifica elettronica di dati testuali e la TEI (Text encoding initiative) si conferma quale punto di riferimento per le discipline umanistiche, in particolare per gli studi linguistici e testuali. La diffusione degli archivi informatici e l’intensificarsi dello scambio di informazioni in rete anche in ambiente accademico e nella ricerca hanno riacceso in un’ottica sovranazionale l’attenzione verso gli standard di rappresentazione e di descrizione e i protocolli di trasmissione dei dati. Tra la fine del Novecento e gli inizi del nuovo secolo, si sono affermati alcuni standard, riconosciuti dall’ISO (International organization for standardization) come norme di riferimento: tra questi OAIS (Open archival information system: IS0 14721:2003), quale modello logico per la gestione delle procedure di acquisizione, integrazione e accesso alle informazioni digitali contenute nel sistema di archiviazione; il set di metadati promosso dalla DCMI (Dublin core metadata initiative: ISO 15836:2003), quale standard di riferimento per la descrizione e il reperimento delle risorse elettroniche; OAI-PMH (Open archives initiative-protocol for metadata harvesting), quale protocollo per le operazioni di raccolta – letteralmente 'mietitura' – e indicizzazione dei metadati, al fine di facilitare l’interoperabilità tra depositi digitali. Nelle ricerche orientate all’identificazione di strutture ontologiche per una migliore categorizzazione dei dati, anche ai fini di un loro recupero più mirato, il CIDOC CRM (Conceptual reference model: ISO 21127:2006), promosso dall’International council of museums, costituisce un esempio a livello sovranazionale di approccio semantico per una conoscenza condivisa delle informazioni relative ai beni culturali. Nel corso del 21° secolo, gli archivi informatici si sono evoluti nel concetto più attuale di biblioteca digitale, che riassume il fenomeno sempre più diffuso dell’evoluzione verso il digitale da parte delle istituzioni culturali, rappresentate da biblioteche, archivi e musei, oggi identificate per brevità con l’acronimo ALM (Archives, libraries, museums). Tra le numerose iniziative internazionali, la Comunità Europea ha promosso, nel quadro della strategia i2010 per favorire l’economia digitale, la Digital libraries initiative e l’UNESCO, in collaborazione con la Library of congress statunitense, ha lanciato la World digital library.