ARCIPRETE
. Questa parola, nel moderno linguaggio canonico, non ha un solo e preciso significato. Talvolta designa una dignità del capitolo, talvolta il rettore d'una chiesa matrice o il sacerdote preposto alla cura d'anime d'una pieve, talvolta il vicario foraneo (can. 217, § 1). Anticamente si distinguevano gli arcipreti urbani e gli arcipreti rurali. Questa distinzione fu introdotta quando, fra il sec. VI e il IX, le diocesi, specialmente quelle grandi, furono divise in arcidiaconati, e questi a loro volta in arcipreture. Il potere dell'arciprete o decano rurale era assai ristretto (cap. 4, X, de officio archipresbyteri, I, 24). L'arciprete, in quanto è vicario foraneo, ha la precedenza sopra tutti i parroci e sacerdoti della propria forania, e gode di speciali diritti d' ordine amministrativo e disciplinare (can. 445-450).