ADALBERTO, arcivescovo di Magdeburgo
Sin dal 937, Ottone I aveva fondato a Magdeburgo sull'Elba il monastero di S. Maurizio; ma soltanto nell'ottobre 968, col sinodo di Ravenna poté attuare il suo proposito di erigere a Magdeburgo un arcivescovato che promovesse la conversione dell'intera regione orientale, e vi insediò subito, come primo arcivescovo, A. (968-981). Con la missione, incominciò la germanizzazione dell'oriente tedesco, una delle imprese più importanti della casa di Sassonia. Fra le varie iniziative dello stesso A., è da ricordare l'impulso dato alla scuola del monastero di S. Maurizio.
Lorenese di origine, A. era figlio di un vassallo del duca Reginar. Monaco a San Massimino di Treviri, poi chierico, forse attorno al 950, in Colonia, aveva, negli anni 953-959 e 963-964, appartenuto alla cancelleria imperiale, in qualità di notaro. Nel 961, dietro ordine di Ottone I, a cui la granduchessa russa Olga ne aveva fatto preghiera, si era recato, pur riluttante, tra i Russi, come loro vescovo, per convertirli; tornò di lì, l'anno appresso, senza aver ottenuto alcun risultato. Nel 966, l'imperatore lo nominò abate dell'abbazia imperiale di Weissemburg.
Il Giesebrecht ha dimostrato l'identità dell'arcivescovo Adalberto con il continuatore della cronaca dell'abate Reginone di Prüm (nell'Eifel), dall'anno 907 al 967. A. interruppe la sua opera per accompagnare Ottone II che si recava a farsi incoronare in Italia. Per le epoche più antiche, si giovò specialmente della cronaca di Reichenau, ora perduta, utilizzata anche da Ermanno Contratto e da altri, e delle annotazioni provenienti da San Massimino; e ci dà notizie particolareggiate, dal 939 in poi, della storia dell'Impero, oggetto massimo del suo interesse. Le sue notizie sono di fonte ufficiale, come gli Annali Carolingi; e ci ricordano, appunto, la sobria veridicità di questi annali. Per le cognizioni scientifiche da lui acquistate a Treviri e per le sue relazioni politiche, l'opera storica di A. è sempre stata apprezzata e costituisce, per l'epoca posteriore al 960, la nostra fonte migliore.
Bibl.: W. Wattenbach, Deutschlands Geschichtsquellen im Mittelalter, I, 7ª ed., Stoccarda e Berlino 1904; E. Dümmler, Otto der Grosse, Lipsia 1876; K. Uhlirz, Otto II, Lipsia 1902 (specialmente pp. 156-159); A. Hauck, Kirchengeschichte Deutschlands, III, 3ª ed., Lipsia 1906; per l'identificazione con Liudolfo Adalberto, cfr. H. Bresslau, in Neues Archiv der Gesellschaft, ecc., XXV, p. 664 segg.; E. Stengel, Diplomatik der Deutschen Immunitätsprivilegien vom 9. bis zum Ende des 11. Jahrhunderts, Innsbruck 1910, pp. 163-166; H. Breslau, Handbuch der Urkundenlehre für Deutschland und Italien, 2ª ed., Lipsia 1912, pp. 456 segg.; per la tesi contraria cfr. K. Uhlirz, op. cit., p. 157, n. 20 (confutato da Stengel). La cronaca di A. fu pubblicata con quella di Reginone da F. Kurze, in Monum. Germ. Hist., Script. I.