ARNONE, arcivescovo di Salisburgo
Di stirpe baiuvara, nacque al più tardi nel 746, probabilmente nei pressi di Frisinga. Con l'abate Sturmi di Fulda, A. fu tra i primi Bavaresi attratti nell'ambito della vita spirituale tedesca, e fu tra gli uomini di fiducia di Carlo Magno. Ordinato sacerdote nel 776, entrò più tardi nel convento franco di Saint Amand (Elno) nel Hennegau, dove completò i suoi studî ed entrò in rapporto con uomini quali Alcuino e Angilbert. Creato abate di Saint Amand nel 782 nel 785 fu consacrato vescovo di Salisburgo, pur mantenendo insieme la carica abbaziale di Saint Amand; e nel 798, per desiderio di Carlo Magno, ottenne la dignità arcivescovile, divenendo metropolita della Chiesa bavarese. Salisburgo veniva così a trovarsi nel centro delle missioni d'Oriente; e l'opera di evangelizzazione fu promossa con piena coscienza degli scopi della politica imperiale. L'attività di A. fu veramente notevole; giacché non solo egli si occupò dei problemi religiosi, dell'amministrazione dei beni temporali della sua chiesa (il 788, fece elencare nell'Indiculus Arnonis le donazioni di Tassilone, duca di Baviera; nei suoi ultimi anni procedette alla compilazione di un grande inventario dei beni vescovili, contenuto nelle Breves notitiae), ma fece di Salisburgo un centro di cultura, fondandovi la biblioteca, il che fu possibile per essere egli rimasto a capo dell'abbazia di Saint Amand, già prima centro di studî.
Egli avrebbe fatto copiare più di 150 volumi; e per suo mezzo probabilmente venne a Salisburgo anche il manoscritto del Liber de ratione temporum di Beda (ora a Würzburg, nella Biblioteca dell'università), nelle tavole pasquali del quale furono aggiunte, a quelle che vi erano già registrate, altre notizie annalistiche dal 798 in poi (gli Annales Iuvavenses maiores), derivate dai perduti Annales Iuvavenses antiqui (ora meglio conosciuti attraverso gli excerpta di Admont, recentemente scoperti). Diede incremento alla scuola, chiamandovi ad insegnare, accanto a Edilberto, uno scolaro di Alcuino, Vitone.
A., che dopo la deposizione del duca di Baviera Tassilone (787) si era riavvicinato a Carlomagno, divenne intimo di quest'ultimo, e lo accompagnò a Roma nell'800 (vi si era già recato nel 787 e nel 797-98), dove esercitò un certo influsso su papa Leone III durante le trattative; partecipò alle spedizioni contro gli Avari e così pure al governo dello stato, quale missus dominicus (791 e 802-06). La sua intimità col sovrano è dimostrata dal fatto che egli sottoscrisse come testimone il testamento di Carlo Magno. Invece, non pare che A. avesse alcun rapporto da vicino con Ludovico il Pio; e i suoi ultimi anni trascorsero nell'oscurità. Morì il 24 gennaio 821.
Bibl.: S. Abel e B. Simson, Jahrbücher des Fränkischen Reiches unter Karl d. Gr., I, 2ª ed., Lipsia 1888; II, 1883; A. Hauck, Kirchengeschichte Deutschlands, I-II, 3ª-4ª ed., Lipsia 1904-1912; H. Widemann, Geschichte Salzburgs, I, Gotha 1907; Zeissberg, in Sitzungsberichte der Wiener Akademie, XLIII (1863), e in Archiv für österreichische Geschichte, LXVII; M. Manitius, Geschichte der lateinischen Literatur im Mittelalter, I, Monaco 1911. Sull'annalistica salisburghese, v. salisburgo.