arcoriano
agg. (iron.) Di Arcore, dove ha la sua residenza Silvio Berlusconi.
• il professorino di Pontassieve ha osato spingere il teorema ai limiti dell’ignoto, ponendosi a caccia degli elettori di [Silvio] Berlusconi. Per riuscirci ha evitato con cura di insultarli e di considerarli dei delinquenti o dei paria, resistendo stoicamente alle provocazioni della stampa arcoriana, che dopo averlo vezzeggiato per anni in funzione anticomunista, negli ultimi giorni lo dipingeva come un incrocio fra Fonzie e Che Guevara. (Massimo Gramellini, Stampa, 27 maggio 2014, p. 1, Prima pagina) • L’esperienza e la scaltrezza della ragazza, in effetti, potevano facilmente trarre in inganno: peggio, allontanavano qualsiasi dubbio. Sguardo ammaliante e portamento sinuoso ben si conciliano con le notti arcoriane, anche se l’ala degli irriducibili colpevolisti-moralisti si è sempre confrontata con una vasta area di innocentisti, agitatori della bandiera che nel privato ognuno fa quel che gli pare, se di reati non ce ne sono. (Paolo Graldi, Messaggero, 19 luglio 2014, p. 1, Prima pagina) • Più probabile, però, che il processo si unisca a luglio, al troncone in cui sono imputate 22 ospiti del Bunga bunga, e altri testimoni delle «cene eleganti». Tutte persone che hanno eretto un muro invalicabile, quando in aula dovevano raccontare come si celebravano le serate arcoriane. Cene tra amici, hanno giurato davanti ai giudici. (Emilio Randacio, Repubblica, 29 gennaio 2017, p. 4).
- Derivato dal nome proprio Arcore con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
- Già attestato nella Stampa del 28 luglio 1994, p. 3, Interno (Pino Corrias).