ARECA (alterazione portoghese del vocabolo dravidico adacca, con il quale in India è chiamata l'A. catechu)
Genere di Palme della sottofamiglia Ceroxiloidee, tribù Arecee, caratterizzate dalle foglie inermi; infiorescenza (spadice) ramificata nascente sotto la chioma fogliare, prima dello sviluppo delle foglie, nascosta nell'ascella fogliare in lunghe spate. Fiori pistilliferi uno o pochi alla base dei rami dello spadice'; stimma situato alla sommità del frutto; semi non avvolti da pericarpo fibroso, sessili alla base della loggia, muniti di albume profondamente ruminato. Sono palme di varia grandezza eon foglie pennate. Q.iesto genere comprende una ventina di specie delle isole tra Malacca e la Nuova Guinea.
La specie più nota è l'A. catechìt L. (palma della noce di Betel), palma alta 10-17 m. con grande chioma di foglie verdi scure. Matura una sola volta all'anno i frutti (noci di betel o di areca) della grossezza di un uovo, di color aranciato, pendenti dai regimi, il che dà un aspetto assai grazioso alla palma. I semi sono usati largamente dalle popolazioni malese e indiana.
Le noci di areca, o noci ossee, o noci di betel, sono i frutti di questa pianta. Il mercato principale delle noci di areca fa capo a Bombay e a Singapore. Si presentano sotto forme diverse, rotonde o quasi, talvolta un po' schiacciate, oppure ovoidi. Di esse si usano i semi che hanno sapore astringente e contengono: acido gallico, tannino, legumina, un olio volatile, un grasso solido, ossalato di calcio, acetato di ammonio, una materia gialla e un'altra rossa detta rosso di areca. Vi si riscontrarono cinque alcaloidi: colina, guvacina, arecaina, arecaidina, arecolina, dei quali il più importante è l'arecolina: C8H13NO2 che è il loro principio attivo. L'arecolina ha un'azione analoga a quella della muscarina e della pilocarpina perché eccita, come queste sostanze, i meccanismi nervosi periferici delle ghiandole e dei muscoli lisci. Pertanto restringe la pupilla, aumenta la peristalsi intestinale, rallenta il battito cardiaco, aumenta la secrezione salivare. La parte esterna delle noci, un poco prima della loro maturazione, triturata e mescolata con foglie del Piper betle, con calce, con aromi, ecc. costituisce presso gl'Indiani un preparato che essi continuamente masticano (v. betel). Bollite con acqua dànno un succo astringente (kossa) simile al catecù. Le noci di areca si adoperano contro la tenia e costituiscono infatti un buon antielmintico, tenifugo e lassativo. Da noi si usano raramente nella pratica medica; si impiegano invece in veterinaria contro i parassiti intestinali del cane e del cavallo e come purgante. Non sono però da preferire agli altri antelmintici più in uso. I cani non raramente vomitano dopo averle ingerite. Invece gli animali delle grandi specie domestiche ne tollerano delle forti dosi (500 gr. i bovini, 250 grammi gli ovini, 250 gr. i cavalli).
Nell'uomo questo antielmintico si dà a dose di 4-6 gr. con latte caldo o caffè, sotto forma di polvere o di pillole. Deve usarsi con molta prudenza ed è bene dare un buon purgante (olio di ricino) poco dopo la loro somministrazione, o anche un purgante il giorno prima e uno il giorno dopo.