aree valutarie ottimali (AVO)
aree valutarie ottimali (AVO) Aree e/o raggruppamenti di Paesi che presentano caratteristiche particolarmente favorevoli per la realizzazione e il successo di processi di unificazione monetaria. Per individuarle sono stati fissati alcuni criteri dalla cosiddetta teoria delle AVO, introdotta da R. Mundell nel 1961 e successivamente modificata e integrata da R. McKinnon (1963) e P. Kenen (1969). Si parte dalla constatazione che la moneta è tanto più utile quante più persone e quanti più Paesi ne fanno uso. Questa condivisione comporta costi, tuttavia, che aumentano anch’essi all’aumentare del numero delle persone e dei Paesi che utilizzano la stessa moneta. La teoria delle AVO compara tali benefici e costi e individua un insieme di proprietà che i Paesi devono soddisfare per cercare di realizzare un processo di unificazione monetaria. In particolare, in una unione monetaria pesano negativamente gli shock asimmetrici (➔ simmetria/asimmetria), per cui gli Stati che ne fanno parte devono presentare caratteristiche tali da ridurre l’incidenza di tali shock asimmetrici o comunque minimizzarne gli effetti negativi.
I Paesi, secondo la teoria AVO, per avere buone probabilità di successo nella costruzione di un’unione monetaria, devono soddisfare 3 principali criteri economici: forte apertura al commercio e diversificazione delle esportazioni; elevata mobilità e flessibilità delle remunerazioni del fattore lavoro; consistenti trasferimenti fiscali intra-area. Alcuni Stati nazionali del vecchio continente, come per es. l’Italia, non presentano tutte le caratteristiche di una AVO, e ciò causa loro non pochi problemi strutturali. Inoltre, l’insieme dei Paesi dell’Unione Europea soddisfa solo il primo criterio mentre presenta forti carenze rispetto agli altri due, mobilità del lavoro, flessibilità dei prezzi e trasferimenti fiscali. Di conseguenza, la teoria delle AVO spinge a ritenere che l’unità monetaria nell’area europea – dal momento che quest’ultima presenta caratteristiche molto lontane da quelle sopra citate – abbia probabilità di successo assai scarse. Tuttavia, dalla fine degli anni 1990, la letteratura ha messo in luce come molti criteri che individuano una AVO possano essere un risultato endogeno derivante dalla realizzazione dello stesso processo di unificazione monetaria (J. Frankel e A. Rose, The endogeneity of the optimum currency area criteria, «Economic Journal», 1997,108, 449). Nel caso dei Paesi europei si sostiene, per es., che l’introduzione della moneta unica sarebbe in grado di determinare nel medio lungo periodo modificazioni ‒ al loro interno e nei loro rapporti ‒ tali da favorirne la trasformazione in una AVO (ex post). Di qui il maggiore ottimismo con cui, secondo questi autori, bisogna guardare alle possibilità di successo della unificazione monetaria europea.