argento
Metallo nobile, lucente, di caratteristico colore bianco, usato nella monetazione e nella fabbricazione di oggetti d’uso. L’impiego dell’a. fu comune già nel mondo antico, in Fenicia, in Grecia, in Etruria e nel periodo romano, quando l’a. fu piuttosto diffuso per la creazione di suppellettili. Durante l’alto Medioevo, a fronte di una persistente scarsità di oro, l’a. rimase relativamente comune e si diffusero nuove tecniche per la sua lavorazione, come il traforo o la geminatura. Dal 12° sec. i centri di produzione più importanti divennero, in Italia, Roma, Venezia e Siena, e, fuori d’Italia, la valle della Mosa. Grandissimo importatore di a. fu la Cina. Nel Rinascimento, il livello delle opere realizzate a Firenze fu altissimo, ma la produzione scultorea in a. fu vivacissima anche in Germania (Augusta, Norimberga). Dal sec. 17° in poi l’uso del vasellame in a. si diffuse in tutta l’Europa, seguendo le mode artistiche del momento. Accanto all’impiego nell’oreficeria, durante tutto il Medioevo e l’Età moderna l’a. ebbe una straordinaria importanza nella monetazione. In particolare, durante l’età carolingia, la moneta d’oro fu quasi completamente sostituita da quella argentea, che, a sua volta, divenne scarsa fino al 9° sec. Dal 13° sec. con l’introduzione di una nuova moneta d’a. e la ricomparsa della moneta aurea si affermò in tutta l’Europa un sistema monetario bimetallico, che caratterizzò tutta l’Età moderna. La scoperta di nuove miniere d’a. in Europa e l’inizio dei traffici con il Nuovo Mondo portarono tuttavia a ricorrenti fenomeni di disordine monetario con una strisciante inflazione e una variazione continua del titolo e del rapporto tra oro e argento. Tali fenomeni furono superati solo con il progressivo abbandono della moneta metallica e l’affermazione della carta moneta, tra 18° e 19° sec.