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ARGENTO

di Giorgio Spinelli - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1978)
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ARGENTO (IV, p. 253; App. I, p. 147; II, 1, p. 248; III, 1, p. 130)

Giorgio Spinelli

Nell'ultimo quindicennio l'andamento del mercato mondiale dell'a. ha subito un cambiamento quasi radicale poiché si è delineata molto chiaramente un'eccedenza della domanda sull'offerta. La produzione è continuata con un ritmo abbastanza sostenuto, con tassi d'incremento superiori al 10% fino al 1970, e malgrado la progressiva diminuzione dell'utilizzazione per la monetazione, in tutti i paesi, non riesce a contenere l'incremento della domanda, al quale contribuiscono in diversa misura il crescente uso industriale, nonché forme più o meno palesi di tesaurizzazione e speculazione.

Di conseguenza il prezzo dell'a., tra l'altro non più calmierato dal Tesoro americano, è ora sottoposto alle libere fluttuazioni del mercato, notevolmente influenzato a sua volta da una crescente sfiducia verso le monete cartacee, e quindi da acquisti di a. come bene rifugio. Ma, indipendentemente dalle manovre speculative, la domanda dell'a. è aumentata considerevolmente in relazione allo sviluppo di certi settori industriali come quello delle emulsioni fotografiche, degli elementi elettronici, degli elettroplaccati e delle leghe saldanti e in minore misura della gioielleria e della numismatica commemorativa. Un discreto regresso invece si è riscontrato nell'utilizzazione dell'a. per usi monetari, dovuto al progressivo abbandono da parte di quasi tutti i paesi della circolazione di monete d'a., ormai sostituito da leghe più resistenti e meno appetibili da collezionisti e tesaurizzatori. Concretamente il prezzo dell'a., dopo alcune oscillazioni al rialzo e al ribasso, ha assunto un andamento nettamente crescente per cui nel 1974, sui mercati di New York e di Londra, risultava più che raddoppiato rispetto al 1960.

La produzione mondiale dell'a., che nel 1973 ha toccato la cifra record di 9652 t, è stata alimentata soprattutto dalle produzioni dell'Unione Sovietica, che nel 1974 è balzata al primo posto nella graduatoria mondiale, del Canada, del Perù, degli SUA, del Messico: questi ultimi due paesi, dopo un periodo di incontrastato primato, hanno segnato negli ultimi anni un certo regresso. Riguardo all'origine del metallo, ormai l'a. è ottenuto solo per un quinto da minerali specifici, mentre per il resto è ottenuto come sottoprodotto dell'estrazione di altri metalli come piombo, zinco, rame, oro e stagno, ragione per cui si verificano forti oscillazioni annuali della produzione malgrado l'andamento tendenziale crescente. Per quanto riguarda le miniere argentifere, nonostante l'intensa attività di prospezione, l'unica scoperta consistente degli ultimi anni è stata fatta nel Canada (miniera di Timmins).

Il Messico che nel 1930 forniva circa il 40% dell'a. prodotto nel mondo è diminuito d'importanza per il progressivo esaurimento dei minerali d'a. primari e per un rallentamento nella coltivazione dei giacimenti in generale espressamente voluto per provocare un rialzo dei prezzi, ma che in effetti ha provocato solo dei ritardi nei confronti dell'evoluzione degli altri paesi concorrenti.

Negli Stati Uniti la gran parte dell'a. prodotto è estratto congiuntamente ai minerali di rame, di piombo, di zinco e d'oro, in gran parte provenienti dai cinque stati delle Montagne Rocciose: Idaho, Arizona, Utah, Montana, Colorado. Nel 1966 gli SUA toglievano al Messico il primato mondiale che non riuscivano a conservare a seguito di una catena di scioperi da parte dei produttori di rame. Nel 1967 il primato mondiale passò al Canada, la cui produzione era stata per lungo tempo frenata da una generale scarsezza di manodopera nel settore minerario. Dopo uno sviluppo notevole dal dopoguerra fino al 1955 la produzione canadese ha continuato ad aumentare fino al 1969 con un tasso inferiore, per poi registrare un incremento vertiginoso nel 1968 e quindi più pacato negli anni successivi. Il Perù è stato anch'esso interessato da un'evoluzione molto similare che gli ha consentito di collocarsi tra i primi paesi produttori. Negli ultimi anni si è avuta una certa stasi, ma si prevedono sensibili incrementi dopo le scoperte d'ingenti riserve di piombo e di zinco a S di Oyon e l'intensificarsi dell'attività di sfruttamento dei giacimenti di rame di Cuajone e Cerro de Pasco. In notevole progresso appaiono anche le produzioni dell'Australia, con i giacimenti di piombo e di rame argentiferi del Nuovo Galles del Sud e della Tasmania, del Giappone e del Cile. La produzione italiana, che nel 1974 è stata di 40,5 t ed ha segnato una punta massima nel 1972 con 67,5 t, ha in gran parte un carattere secondario rispetto alla produzione di altri metalli come il piombo e lo zinco.

Oltre alla produzione annua concorrono a soddisfare la domanda mondiale di a. anche la notevole scorta accumulata da diversi paesi in un lunghissimo periodo di tempo; tra questi ha assunto una considerevole importanza negli ultimi anni l'Unione Indiana, che per procurarsi valuta ha fatto affluire sui mercati europei grossi quantitativi di oggetti e di monili d'argento. Nell'ambito del commercio mondiale dell'a. grezzo il Canada è il più importante paese esportatore, seguito dal Perù e quindi dagli SUA, che sono però anche forti importatori. L'Italia data la modesta entità della produzione importa grossi quantitativi d'a. soprattutto dagli SUA mentre la sua industria argentiera in notevole sviluppo destina circa il 10% della sua produzione all'esportazione.

Bibl.: Banque Française et Italienne pour l'Amérique du Sud, Le marché mondial de l'argent-métal, Parigi 1969; D. N. Saunders, The Silver market, in Euromoney, Londra 1971; S. D. Strauss, Silver, in Mining Journal, ivi 1974.

Vedi anche
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