ARGINUSE ('Αγγινοῦσαι, Arginūsae)
Isole del canale che divide Lesbo dal continente asiatico. Presso di esse si svolse la battaglia navale dell'estate 406 a. C. fra Atene e Sparta. L'armata spartana era comandata dal navarco Callicratida; il quale, schierato sopra una linea, dispose che fosse seguita la tattica allora canonica: manovre attorno e attraverso le linee nemiche. Ma andò a urtare contro la solida e stretta rete secondo cui erano state disposte le 150 unità ateniesi. Queste erano ordinate sopra un fronte non ampio, ma con la profondità dì 4 linee ineguali, più fitte la prima e la quarta, più rade le due mediane. Le navi di Callicratida s'impigliarono in quella rete; e da qualunque parte penetrassero, sia di fronte sia di lato sia da tergo, si ritrovavano circondate. Solo al centro le linee erano meno forti, ma quivi gli Ateniesi si appoggiavano sulle isole Arginuse. Col procedere della lotta, la rete allentava e diradava le maglie, ma non si rompeva. Era ancora salda, quando Callicratida scomparve in mare, e i suoi si dispersero, alcuni verso il continente, altri verso Chio. L'inseguimento fu debole. Difficile, per la marea, riuscì anche il salvataggio dei naufraghi ateniesi che erano circa 4000 uomini, per metà schiavi, appartenenti alle 25 navi affondate durante la mischia. Fu la più grande battaglia navale - per violenza, per numero, per esito - fino allora combattuta. Dei comandanti ateniesi ebbe parte preminente Trasillo. Ma tutti furono poi condannati per il mancato salvataggio dei naufraghi. Senofonte (Elleniche, I, 6,26-34) dà della battaglia un racconto chiaro e credibile; pessimo invece è il racconto di Diodoro (XIII, 97-99).
Delle molte storie di Atene per questo periodo, le quali tutte si occupano delle Arginuse (battaglia e processo), le più recenti sono: A. Ferrabino, L'impero ateniese, Torino 1927; The Canbridge Ancient History, V., Cambridge 1927 (con ricca bibliografia).