ARGIRASPIDI (gr. ἀργυράσπιδες; lat. argyraspĭdes)
Corpo di truppa dell'esercito di Alessandro e dei suoi successori, così detto dagli scudi ricoperti d'argento (ἄργυρος "argento" e ἀσπίς "scudo"). Per alcuni non sarebbero diversi dagli ipaspisti (ὑπαστπισταί), fanteria leggiera scelta (H. Droysen, Untersuch. ü. Alexander des Grossen Heerwesen, Friburgo 1885, p. 59). Curzio Rufo (IV, 13, 27) e Diodoro li ricordano già alla battaglia di Gaugamela; erano 3000 fanti eccellenti per armatura e valore (Diod., XVII, 57) ma alcuni (Kromayer) ritengono la notizia un'erronea anticipazione, e vedono l'origine del corpo nella notizia di Giustino (XII, 7,5) e di Curzio Rufo (VIII, 5, 4), che Alessandro, entrando nell'India, ricoprì d'argento gli scudi di tutti i suoi soldati e li chiamò argiraspidi; si sarebbe trattato però solo di una schiera scelta di veterani, poiché Arriano (VII, 11, 3) li considera ancora un corpo speciale al tempo della rivolta di Opis, posteriore all'impresa dell'India. Altri pensò invece che Alessandro sull'Indo, per dare un segno della sua soddisfazione, abbia dato a tutti i soldati le insegne e il titolo di argiraspidi, cioè di una truppa scelta, che però preesisteva. Dopo la morte di Alessandro, essi servirono nell'esercito di Eumene in lotta con Antigono, ed erano feroci e invincibili per il loro valore; nessuno sapeva resistere al loro attacco, quantunque, secondo Diodoro, i più giovani avessero 60 e la maggior parte 70 e più anni (Diod., XIX, 28; 41; 43). Ma dopo la battaglia nella Gabiene tradirono Eumene e lo consegnarono ad Antigono, pur di riavere le donne e i bagagli che questi aveva catturati prendendo il campo nemico. Antigono fece subito uccidere il loro capitano, e affidò gli altri ad un suo satrapo, che li facesse perire in imprese difficili. Gli argiraspidi sono in seguito ricordati negli eserciti dei Seleucidi, o come facenti parte della falange o come truppa scelta (regia cohors argyraspidum, Liv., XXXVII, 40, 7, a Magnesia).
Bibl.: Masquelez, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des Antiquités, I, i, p. 419; H. Droysen, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. d. class. Altertumswiss., II, col. 800; J. Kromayer e G. Veith, Heerwesen und Kriegführung der Griechen und Römer, Monaco 1928, p. 133.