ARIARATE IV
. Figlio di Ariarate III e di Stratonice, nacque intorno al 235 a. C., poiché era ancora fanciullo quando salì al trono (220 a. C.). Seguì, come il padre, una politica di amicizia verso i Seleucidi, coi quali rinsaldò i vincoli di parentela, sposando Antiochide figlia di Antioco III (circa il 195 a. C.). A. prese parte a fianco di Antioco alla battaglia di Magnesia (190), e l'anno dopo fu alleato dei Galli contro il console Cn. Manlio Vulsone nella battaglia del monte Magaba. Mandò nell'inverno del 189-8 i suoi messi ad Efeso per chiedere pace a Manlio, il quale intanto impose ad A. un tributo di 600 talenti. Conclusa la pace di Apamea, A., per la mediazione di Eumene (che aveva sposato la figlia di lui Stratonice), ebbe condonata la metà della somma che gli era stata imposta. A. strinse allora per sé e a nome anche del popolo dei Cappadoci amicizia e alleanza coi Romani, a cui la dinastia di Cappadocia rimase da allora in poi costantemente fedele. Durante la guerra contro Farnace re del Ponto la Cappadocia fu ripetutamente invasa; ma Farnace, vinto da A. ed Eumene alleati, dovette restituire le terre occupate e il tesoro regio di cui si era impadronito, e promettere il pagamento di un'indennità di guerra. Nella guerra contro Perseo A. fu con Eumene alleato di Roma; ma dopo Pidna fu sospettato dai Romani e li ebbe sfavorevoli nelle sue contese contro i Trocmî. Tuttavia le ripetute prove di fedeltà da lui date a Roma nelle questioni dell'Asia favorirono la riconciliazione. Morì nel 164-3 avanti Cristo. Ariarate ebbe il titolo di Εύσεβής (pio), da cui ebbero il nome di Eusebeia le due città di Mazaca e di Tiana da lui ricostruite.
Fonti: Diod., XXXI, 19; Polyb., XXIV, 1; XXV, 2; XXXI, 12 seg.; Liv., XXXVII, 31; XXXVIII, 37 e 39; XLV, 13; Appian., Syr., 32, 42; Strab., XII, p. 540; XIII, p. 624, Iustin., XXXIII, 1; XXXVIII, 6.
Bibl.: Th. Reinach, Trois Royaumes, ecc., Parigi 1888, pp. 14 segg. e 35 segg.; B. Niese, Gesch. der griech. und mak. Staaten, II, Gotha 1899, p. 755 segg.; III, pp. 74 segg., 206; G. De Sanctis, Storia dei Romani, IV, i, Torino 1923, p. 364; V. B. Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 750; Catal. Brit. Mus., Galatia, Cappadocia and Syria, p. xxiv e 31 segg.