ARION (da Arion, nome mitologico riferito a un cavallo che Nettuno fece uscire dalla terra con un colpo di tridente)
Genere (Férussac, 1821) di Gasteropodi Polmonati (sottordine Stilommatofori), ascritti alla famiglia degli Arionidi e affini ai Limax. Il volgo confonde gli Arion e i Limax col nome di lumaconi. Le specie di questo genere hanno il corpo nudo, allungato, più o meno cilindrico, con la pelle rugosa, dalla quale trasuda un umore abbondante, denso e vischioso. La testa è munita di 4 tentacoli, 2 inferiori più corti e 2 superiori terminanti in un rigonfiamento globoso, nel centro del quale sono inseriti gli occhi, rotondi, neri e piccolissimi. La bocca è armata di una forte mascella, arcuata, con coste longitudinali sporgenti: la radula ha numerosi denti bicuspidati (laterali) e tricuspidati (marginali e centrali), disposti in serie orizzontali. Anteriormente, sulla faccia dorsale del corpo, gli Arion hanno un largo ingrossamento granuloso e coriaceo della pelle, lo scudo o clipeo, che nasconde nel suo spessore, in corrispondenza della parte posteriore, delle piccole granulazioni calcaree isolate o riunite in masserelle, mentre i Limax hanno una vera e propria conchiglia interna. L'orifizio respiratorio si apre nella metà anteriore del margine destro dello scudo: vicino a quello sbocca il poro genitale. L'estremità caudale si presenta ottusa alla sua estremità, con un poro mucoso ben visibile, che serve di sbocco alla ghiandola mucosa: tale ghiandola intensifica la sua attività nel periodo riproduttivo.
Le specie di questo genere, non molto numerose, sono distribuite in Europa, nell'Asia settentrionale e nell'Africa: secondo il Fischer, mancherebbero in America. Vivono in luoghi freschi e umidi, negli orti, nei giardini o nei campi tra le foglie putrescenti, all'imboccatura delle grotte, amando di peregrinare dopo le piogge e di nascondersi nelle stagioni asciutte. Non è raro di vedere gli Arion strisciare con l'ospite comune a molte lumache, l'Ereynetes limacum Schr., sorta di piccolo acaro che si aggira sul loro corpo, rifugiandosi talora nella cavità polmonare dei medesimi. Gli Arion sono molto voraci e si nutrono di sostanze vegetali e animali, come larve d'insetti, lombrichi morti e individui feriti della loro specie. Depongono da maggio a settembre 70-100 uova ovali, isolate, opache, che si schiudono in 25-50 giorni, completando lo sviluppo in un anno. La deposizione delle uova avviene un mese o due prima del completo sviluppo: le uova nell'Arion hortensis presentano una notevole fosforescenza durante i primi quindici giorni dalla deposizione.
Si hanno tracce fossili di Arion nel Pliocenico recente.
Le specie italiane più comuni di questo genere abitano la zona alpina e settentrionale della penisola. Ricordiamo: l'Arion hortensis Fér. (lunghezza 30-50 mm.), che lo Statuti segnala anche nel territorio di Roma, con dorso grigiastro o nero, cosparso di punti giallastri e ornato, su ogni lato, d'una fascia nera sormontata da una grigia, piede di colore giallo vivo con i margini gialli o aranciati; l'A. empiricorum Fér. (lunghezza 100-120 mm.), di colore rosso, giallo o bruno, senza fasce né macchie allo stato adulto, che abbonda specialmente nelle vigne e negli orti della regione subalpina, adoperato specialmente in passato dai ciarlatani nella composizione di decotti e per curare tumori; l'A. cinctus Mu̇ll. (lunghezza 40-50 mm.), di colore grigio-gialliccio o rossiccio più oscuro nella parte superiore del dorso, con una larga fascia bruna, che dal clipeo si estende sino all'estremità del corpo; l'A. ater L. (lunghezza 110-120 mm.), dal corpo bruno scuro o nero cupo, con piede grigio o nerastro.
Alcuni malacologi separano dagli Arion certe forme che attribuiscono al genere Ariunculus (Lessona, 1881).
Gli Arion sono dannosi agli orti in quanto corrodono gli organi più delicati delle piante: si possono combattere con la raccolta diretta e distruggendo le uova. Le Lampiridi, che si nutrono unicamente di lumache, e altri insetti malacofagi (specialmente i Carabidi) fanno buona distruzione di Arion.