ARISTARCO di Samo ('Αρίσταρχος ὁ Σάμιος, Aristarchus Samius)
Vissuto tra la fine de sec. IV a. C. e il 230 circa. Allievo di Stratone da Lampsaco, peripatetico: celebrato da Vitruvio per la sua profonda dottrina fisica, matematica, astronomica, musicale. È considerato come il primo assertore dell'ipotesi eliocentrica, sull'autorità di Archimede: ma lo Schiaparelli dimostra chiaramente che egli fu preceduto da altri, benché a lui spetti incontestabilmente il merito di avere enunciato il principio del movimento rivolutivo della Terra intorno al Sole, mentre il suo predecessore Eraclide, pur ammettendo che nel Sole era il centro dei moti planetarî, non aveva potuto decidersi a smuovere il nostro globo dal centro fisso dell'Universo. La fama di A. presso gli antichi tuttavia non è appoggiata specialmente alla sua mirabile divinazione, poco apprezzata nel mondo greco per ragioni che la critica moderna ha messo in chiaro, bensì ad altri titoli, tra i quali l'invenzione di un quadrante solare perfezionato, con superficie emisferica concava, anziché piana. Di lui si ricordano vari scritti su argomenti di fisica, ispirati dalle dottrine del suo maestro. L'opera sua principale, giunta sino a noi, è dedicata alle dimensioni e alle distanze del Sole e della Luna, ed è giudicata "uno dei più bei monumenti dell'antica geometria". Il metodo ivi esposto per determinare le dinanze dei due luminari, quantunque imperfetto, è il migliore di quanti furono applicati prima dei tempi di G.D. Cassini: Keplero nel 1618 ne invocava l'applicazione ad una misura telescopica: e Goffredo Wendelin trent'anni più tardi se ne serviva per una determinazione che, pur affetta da errore notevole, è la prima che si approssimi alla verità. Archimede attribuisce pure ad A. il valore del diametro angolare del Sole, fissato in 1/720 della circonferenza, con notevole approssimazione al vero.
Il trattato di Aristarco, noto agli Arabi che lo tradussero e lo commentarono, è pubblicato in traduzione latina da Giorgio Valla nel 1488: una seconda e più accurata versione nella medesima lingua è edita nel 1572 a Pesaro da Federico Commandino. Questa ha servito di base per collazionare i manoscritti adoperati dal Wallis per l'edizione principe del testo greco, Oxford 1688.
Bibl.: Th. Heath, Aristarchus of Samos, the ancient Copernicus, Oxford 1913.