ARISTEA ('Αριστέας, Aristĕas)
Personaggio favoloso, dotato di virtù taumaturgiche, molto noto, come Abaride ed Epimenide, nelle tradizioni pitagoriche. Le più antiche notizie di lui (se non si tenga conto di un accenno di Pindaro) ci son fornite da Erodoto (IV, 13-15), dal quale apprendiamo ch'egli era nato nella città di Proconneso, colonia di Mileto, nell'isola omonima della Propontide. Per ispirazione di Apollo, aveva intrapreso un lungo viaggio nelle regioni dell'Europa orientale e settentrionale, visitando i popoli degli Issedoni, degli Arimaspi, dei Grifi, degl'Iperborei: di questo viaggio A. aveva lasciato il racconto in un poema, intitolato appunto 'Αριμάσπεια. Oltre alle notizie ricavate dal poema stesso intorno al suo preteso autore, Erodoto ne fornisce altre, da lui apprese nella patria di A. e a Metaponto: a Proconneso si narrava che, dopo la sua morte, il cadavere era scomparso, ma che A. era ricomparso sei anni dopo e aveva composto il ricordato poema; a Metaponto si ricordava un'apparizione di Aristea, avvenuta parecchio tempo più tardi, per consigliare ai cittadini l'istituzione di un culto ad Apollo. Il poema 'Αριμάσπεια, a cui attingeva Erodoto le sue notizie, e che era assai noto nell'antichità, risulta essere stato composto nel sec. VI, perché vi si fa cenno dell'invasione dei Cimmerî nell'Asia Minore: pare che nel poema stesso fosse nominato A. quale autore e quale persona cara al dio Apollo.
Bibl.: Tournier, De Aristea, Parigi 1863; Bethe, art. Aristeas, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl. der class. Altertumswiss., II, p. 876 segg.