GIORGINI, Aristodemo
Nacque a Castel Gandolfo, presso Roma, nel 1879, in una famiglia di modestissime condizioni. Rimasto orfano di entrambi i genitori all'età di nove anni, dovette adattarsi a svolgere i mestieri più umili: fu infatti scalpellino, fabbro, fonditore, marmista, fornaio, cuoco, e infine pescivendolo. Un insegnante di canto, un non meglio identificato maestro Ugolino, avendolo udito per caso cantare mentre sul litorale di Anzio richiamava l'attenzione dei passanti sulla sua merce, lo fece entrare al conservatorio di S. Cecilia in Roma, ma le grandi difficoltà economiche non consentirono al G. di seguire un regolare corso di studi. Decise dunque di studiare privatamente, ma dovette più volte cambiare insegnante, poiché nessuno, pur constatando la bellezza della sua voce, riusciva a correggere un fastidioso difetto di tremolo. Il G. conobbe poi Pasquale Russo Galeota, un tenore che aveva fatto una buona carriera in Italia e all'estero; questi cominciò a dargli regolari lezioni nell'aprile 1902, e dopo otto mesi lo presentò al maestro A. Pomè, che lo fece esordire al teatro S. Carlo di Napoli quale Rodolfo ne La bohème di G. Puccini (28 dic. 1902).
Dopo due anni di perfezionamento con il maestro M. Perilli, al G. si presentò l'occasione di sostituire alla Scala di Milano il tenore I. Sobinoff nel Don Pasquale di G. Donizetti, accanto a Rosina Storchio e G. De Luca (21 dic. 1904). Durante tutto il 1905 cantò in Inghilterra e soprattutto a Londra, dove perfezionò il suo repertorio, e nel gennaio 1906 tornò al S. Carlo per interpretare il personaggio di don Ottavio in una prestigiosa edizione del Don Giovanni di W.A. Mozart diretta da P. Mascagni; in questa occasione la critica sottolineò la bellezza della sua voce e la raffinata arte interpretativa. Nella primavera dello stesso anno fu al teatro del nuovo conservatorio di San Pietroburgo, ove cantò nella Tosca di G. Puccini con Emma Carelli e T. Ruffo e in Linda di Chamounix di Donizetti con Maria Galvany e Guerrina Fabbri. Nel dicembre 1908, diretto da G. Marinuzzi, debuttò al teatro Massimo di Palermo con La bohème e L'amico Fritz di Mascagni, dimostrandosi protagonista perfetto e artista delle "più deliziose qualità di sottile e penetrante lirismo" (Il Teatro illustrato, 15 marzo 1909). Nel gennaio 1910 fu nuovamente alla Scala ne La sonnambula di V. Bellini, insieme con Rosina Storchio.
Ormai famoso, tornò al S. Carlo ove, nel gennaio 1911 fu accolto calorosamente ne I pescatori di perle di G. Bizet (Nadir), mostrando di aver acquisito una notevole padronanza della scena e un irrobustimento della voce, soprattutto nelle note gravi (cfr. Don Marzio, 3-4 genn. 1911); pochi giorni dopo diede una raffinata interpretazione di Mario Cavaradossi nella Tosca (10 genn. 1911), in cui mise in rilievo il carattere lirico del personaggio; nel febbraio seguente fu un passionale Elvino ne La sonnambula, tanto che il critico del Don Marzio (12 febbr. 1911) sottolineò l'efficacia e la dolcezza eccezionale del suo canto, auspicando al G. di potersi dedicare completamente allo studio delle opere della prima metà dell'Ottocento. Nel marzo dello stesso anno fu applaudito al Grand Théatre di Montecarlo con Elvira De Hidalgo, T. Ruffo e F.I. Šaljapin ne Il barbiere di Siviglia di G. Rossini e in Linda di Chamounix, dirette da A. Pomè.
Dal novembre 1912 il G. si trasferì negli Stati Uniti, dove cantò fino al 1914, esibendosi spesso con T. Ruffo, con il quale strinse una sincera amicizia.
Si esibì al Metropolitan Opera House di Filadelfia (Il barbiere di Siviglia, nov. 1912; Rigoletto di G. Verdi, 7 nov. 1913), al Ford Grand Opera di Baltimora (Rigoletto, 10 nov. 1912), all'Auditorium di Chicago (La Gioconda di A. Ponchielli, 25 nov. 1913; Rigoletto, 30 nov. 1913; Il barbiere di Siviglia, 15 dic. 1913; Don Giovanni, 20 dic. 1913; La sonnambula, aprile 1914), al Tivoli Opera di San Francisco (Rigoletto), al teatro dell'Opera di Boston (La traviata, aprile 1914), e infine a Washington (Cavalleria rusticana di Mascagni; La bohème e Lucia di Lammermoor di Donizetti).
Tornò in Italia nel 1920 e apparve al teatro Dal Verme di Milano in Faust di Ch. Gounod e Mefistofele di A. Boito. Nel febbraio 1923 tornò al S. Carlo di Napoli, e diede un'interpretazione notevolmente più matura di Cavaradossi. Apparve ancora sulle scene del teatro napoletano ne L'amico Fritz (27 dic. 1923), e un'ultima volta in Lucia di Lammermoor, nelle vesti di Edgardo, per il quale "trovò accenti di grande soavità, di commovente mestizia, di infinita e accorata dolcezza" (Don Marzio, 19 marzo 1924).
Ritiratosi della scene nel 1930, il G. visse a Napoli, dove insegnò canto e morì il 19 genn. 1937.
Nel 1928 aveva partecipato con l'orchestra della Scala alla prima incisione de La bohème diretta da C. Sabajno per la Voce del padrone (ristampata recentemente per la casa discografica Bongiovanni). Il G. incise inoltre su cilindri Edison e dischi per la G.&T. e la Pathè; per quest'ultima lasciò registrazioni di arie da Mefistofele, Tosca, La sonnambula, Rigoletto, La favorita e Il duca d'Alba di Donizetti, Marta di F. von Flotow, Fedora di U. Giordano, Manon di J. Massenet, Luisa Miller di G. Verdi e La fanciulla del West di G. Puccini.
Fonti e Bibl.: Recensioni in: Don Marzio, 14-15 genn. 1906, 12-13 febbr. 1911; Il Teatro illustrato, 15 marzo 1909, 15 genn. 1911; Il Mattino, 3-4 gennaio, 12-13 febbr. 1911; Il Teatro illustrato, 31 maggio 1912; Corriere di Napoli, 26 febbr. 1923, 19 marzo 1924; C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), II, Cronologia, a cura di G. Tintori, Milano 1964, pp. 68, 70, 72; K.J. Kutsch - L. Riemens, Unvergängliche Stimmen: Sängerlexikon, Bern 1975, p. 175; Città di Parma - teatro Regio. Cronologia degli spettacoli lirici, 1879-1929, a cura di V. Cervetti - C. Del Monte - G. Segreto, II, Parma 1980, p. 101; I. Ciotti, La vita artistica del teatro Massimo di Palermo, Palermo 1984, pp. 34 s; G. Dell'Ira, Firmamento lirico pisano, Pisa 1985, pp. 68, 475 s., 489, 491-493; Il teatro di S. Carlo, II, La cronologia, 1737-1987, a cura di C. Marinelli Roscioni, Napoli 1987, pp. 451, 461, 474 s., 511, 513 s.; Diz. enc. univ. della musica e dei musicisti, Appendice, p. 320; The New Grove Dict. of opera, II, p. 427.