ARISTOFANE (᾿Αριστοϕάνης, Aristophănes)
Commediografo greco, nato verso il 445, morto circa il 385 a. C. Si sa da lui stesso ch'era calvo (Pace, 767). Si ha notizia che esisteva un ritratto in cui appariva coronato di edera (Athen., Deipnosoph., x, p. 429). Alcuni hanno voluto riconoscere A. in un ritratto, unito in doppia erma con Menandro, del museo di Bonn, ma e certo che quest'immagine è una rozza replica del ritratto detto Apollonio di Tiana, identificato ormai con certezza con Omero. Altri invece hanno supposto che il noto Pseudo Seneca (v. Seneca), la più bella creazione ritrattistica dell'Ellenismo di mezzo, sia immagine di A. e riconoscono nel volto scarno e misero un'espressione non di sofferenza, ma di acrimonia, quale si addirebbe al poeta mordace. Una conferma offrirebbe il fatto che una delle copie è coronata di edera, e che lo Pseudo Seneca è unito in doppia erma con Menandro. Lo Pseudo Seneca è conservato in quarantatre repliche, cioè in un numero grandissimo rispetto a quello delle repliche di altri poeti; esso deve rappresentare dunque un personaggio d'eccezione, venerato e amato, non A. che, durante l'Ellenismo, era conosciuto solo dai dotti. Il Laurenzi ritiene che anche lo Pseudo Seneca debba interpretarsi come ritratto di Omero, del leggendario Omero misero cantore girovago, figlio di una meretrice, che poteva essere caro al patetico "realismo" ellenistico.
Esclusi i due ritratti menzionati, è stato proposto di riconoscere l'immagine di A. in un rilievo funerario ateniese del Ceramico (Journ. Hell. Stud., xxiii, 1903, tav. 13) del 380 a. C., dov'è rappresentato un uomo seduto, con una maschera comica. L'ipotesi è attraente, ma non fondata, perché il rilievo potrebbe rappresentare un attore.
Bibl.: K. Schefold, Die Bildnisse der ant. Dichter, Redner u. Denker, Basilea 1943, pp. 135, 191, 194; L. Laurenzi, in Rivista dell'Ist. Naz. di arch. e storia dell'Arte, N. S., V, p. 195 s.; T. B. L. Webster, in Proceeding of the Classical Association, 1950, p. 30.