ARISTOLOCHIA (dal gr. ἄριστος "ottimo" e λοχεία "parto", cioè pianta che favorisce il parto)
È un genere della famiglia delle Aristolochiacee (v.) che comprende piante erbacee con rizoma perenne o tuberoso, oppure frutici spesso volubili, non di rado lungamente scandenti, con foglie alterne, picciolate, intere o tripentalobate, spesso cordate alla base; i peduncoli fiorali sono ascellari, solitarî o fascicolati, o brevemente racemosi e portano fiori a perigonio irregolare, rigonfio in basso, terminante in espansione a guisa di labello, qualche volta lungamente caudata con stami inseriti sulla colonna stilare. Comprende circa 200 specie, largamente disperse per tutte le regioni calde e temperate di quasi tutto il mondo; alcune sono frequenti nei luoghi coltivati, parecchie invece limitate ad aree ristrettissime, abbondanti nelle regioni brasiliane. Le aristolochie sono interessanti per gli adattamenti biologici dei loro fiori, che costituiscono splendidi apparecchi a carcere temporaneo, sapromiofili; oltre alla loro forma, concorrono a questo adattamento particolari colori lividi o luridi, giallastri, bruni, atropurpurei; chiazzati, maculati, tigrati, con punti, o strisce: e vi si aggiungono particolari odori di orina o di escrementi o di cadavere. I loro fiori presentano tre stadî: nel primo sono in posizione eretta, con l'interno del tubo perigoniale ricoperto di peli convergenti verso il basso, che permettono l'entrata ai pronubi ma non l'uscita: le superficie stimmatiche sono pronte a ricevere il polline, mentre le antere sono ancora chiuse. Nel secondo stadio, le superficie stimmatiche sono in via di disfacimento, essendo già avvenuta la fecondazione, mediante polline di altri fiori, portato dall'esterno dai pronubi, mentre le antere vanno aprendosi. Nel terzo stadio il fiore assume posizione orizzontale o pendula, e i peli, che ricoprivano la superficie interna del tubo, perdono ogni loro resistenza, per cui i pronubi possono finalmente uscire, carichi di polline. Molte specie di aristolochie sono coltivate nei giardini per ornamento e per curiosità: poche hanno proprietà medicinali, ad es. l'Aristolochia serpentaria dell'America settentrionale, che fornisce il Rhizoma serpentariae delle farmacopee, l'A. cymbifera dell'America meridionale di cui si usano le foglie e le radici.