ARISTOMEDON (᾿Αριστομέδων)
Bronzista greco di Argo, attivo al principio del V sec. a. C. Eseguì in Delfi (Paus., x, 1,10) il secondo, in ordine di tempo, dei tre donari eretti dai Focesi in ricordo delle loro vittorie sui Tessali (Paus., x, 13, 4, 7): il donario commemorava la prima vittoria ottenuta sotto la guida dell'indovino Tellias che salvò i Focesi dalla spedizione punitiva della cavalleria tessalica (Paus., x, 13, 6). Il gruppo di A. comprendeva le statue in bronzo di Tellias, dei condottieri focesi e dei mitici eroi della stirpe. Sono state ritrovate due basi molto frammentarie pertinenti a questi donarî: le iscrizioni appaiono rifatte nel IV sec. a. C. Di una di queste basi non restano che due piccoli frammenti che sembrano doversi riferire al primo dei tre donari (Paus., x, 13, 4; Fouilles de Dèlphes, iii, 3, 150). L'altra, invece, conserva buona parte della dedica incisa su blocchi con tracce di fissaggio per statue in bronzo grandi al naturale, volte verso lo spettatore, in posa tranquilla (G. Daux, Pausanias à Dèlphes, p. 145, fig. 5). Il Keramopoullos vuole collegare questa base al terzo donano, raffigurante la lotta per il tripode delfico e opera di Chionis, Diyllos, e Amyklaios (Paus., x, 13, 7), supponendo che le "grandi statue" di quel gruppo fossero state, come le iscrizioni, rifatte completamente in grandezza naturale nel IV sec. A parte la non dimostrabilità di tale ipotesi, le tracce della base non si adattano affatto ad un'azione movimentata e concepita non frontalmente quale il ratto del tripode. Giustamente quindi il Daux identifica in questa base quella del gruppo di Aristomedon.
Bibl.: H. Brunn, Gesch. gr. Künstler, Stoccarda 1889, I, p. 62; J. Overbeck, Schriftquellen, 400; id., Gesch. gr. Plastik, I (4), 142; B. Sauer, Anfaenge statuar. Gruppe, 16 ss.; M. Collignon, Histoire de la sculpt. gr., Parigi 1892, I, p. 320; C. Robert, in Pauly-Wissowa, II, c. 947, s. v., n. 2; W. Amelung, in Thieme-Becker, II, s. v.; Bourguet, in Rev. Ét. Gr., 1912, pp. 13-14; Keramopoullos, in Eph. Arch., 1907, p. 91 ss.; G Daux, Pausanias a Dèlphes, p. 136 ss.; Ch. Picard, Manuel, Parigi 1936, I, p. 153.