armamenti
armaménti s. m. pl. – In questo settore, economicamente molto produttivo, è possibile distinguere due macro-tipologie: le small arms and light weapons (SALW), cioè le armi leggere, e i grandi sistemi d’arma, suddivisibili in armi convenzionali e non convenzionali. Unagrande importanza è rivestita dalle tecnologie laser e dalle continue innovazioni finalizzate alla progettazione e alla realizzazione di nuovi e sofisticati armamenti. Tra le recenti tecnologie in sperimentazione vi sono le armi a energia diretta, ovvero una classe di armamenti che comprende dispositivi capaci di indirizzare sui bersagli, in modo preciso, numerose forme di energia non cinetica. Ciò significa che questi dispositivi inviano sul bersaglio radiazioni elettromagnetiche, oppure onde acustiche, o plasma a elevata energia, o raggi laser. Gli effetti legati all’uso di tali armi possono essere anche letali, mentre i campi d’impiego vanno dalla difesa antiaerea alla tutela dell’ordine pubblico. All’interno delle armi a energia diretta si collocano quindi diverse tipologie di dispositivi. Innanzitutto quelli prodotti grazie alla tecnologia laser, una delle maggiori protagoniste degli attuali programmi di ricerca, per lo sviluppo di un nuovo arsenale ipertecnologico. Ad esempio il THEL (Tactical High Energy Laser), dispositivo laser a elevata potenza, è stato utilizzato durante i test per far esplodere missili e proiettili in volo. Seguono poi le armi al plasma e a impulsi. Il principio alla base è quello di indirizzare contro il bersaglio un sorta di proiettile di energia, composto da materia carica formata da elettroni, neutroni e protoni, mediante un processo di ionizzazione dell’aria. Vi sono poi le armi a microonde, foriere di numerosi effetti collaterali: dall’insorgenza di diverse forme di cancro ai problemi psicologici e cognitivi (come amnesie, demenza, sindromi depressive, paranoia, impotenza). Ad esempio, l’Active Denial System, ovvero il “raggio del dolore”, è un dispositivo in grado di indirizzare un fascio di microonde ad alta energia verso un bersaglio preciso. È classificato come arma non letale, in quanto il suo raggio invisibile penetra sotto la pelle per pochi millimetri, facendo temporaneamente impazzire i recettori del dolore. Passando al fronte informatico, più della metà degli esperti mondiali di sicurezza informatica ritiene sia in atto una corsa agli armamenti cibernetica: a rivelarlo nel 2012 è stato lo studio commissionato da McAfee a Security Defence and Agenda (Sda), il principale comitato specializzato in difesa e sicurezza di Bruxelles. Il rapporto «Sicurezza informatica: la controversa questione delle regole globali» fornisce alcuni suggerimenti per proteggersi da questa eventuale : condividere globalmente in tempo reale le informazioni richieste; prevedere incentivi finanziari per migliorare il livello della sicurezza sia nel privato, sia nel pubblico; dare più potere alle forze dell'ordine per combattere la criminalità informatica transfrontaliera; sviluppare standard internazionali per la sicurezza; avviare campagne pubbliche di sensibilizzazione della cittadinanza. Dopo gli avvenimenti dell’11 settembre 2001 tutta l’industria degli armamenti è in continua crescita. Infatti, in base ai dati del SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute), risulta che nel 2008 le prime 100 società produttrici di armi abbiano registrato aumenti di miliardi di dollari nelle vendite. In particolare, la produzione di armamenti si concentra nei Paesi industrializzati: nel 2007, 82 su 100 tra le principali società del settore, escludendo quelle cinesi non monitorate, avevano i loro quartieri generali in Paesi membri dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Sul fronte del disarmo, è particolarmente rilevante la 16°conferenza all’Aja, del dicembre 2011, sulle armi chimiche e biologiche, tenuta dall’OPCW (Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons). L’organismo in questione ha il mandato di implementare l’eliminazione di tali armamenti fornendo assistenza, protezione e cooperazione internazionale. L'appello agli Stati membri che proibiva lo sviluppo, la produzione, lo stoccaggio e l’uso delle armi chimiche era stato lanciato già nel 2007, ma in quella sede, Russia e Stati Uniti avevano chiesto di posticipare ogni decisione al 2012. Washington vuole adesso posporre nuovamente la distruzione del suo arsenale al 2020. Inoltre, nel regolamento dell' OPCW è prevista la possibilità, da parte di quest’organo, di riferire direttamente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l’eventuale inadempienza delle nazioni aderenti alla Convenzione.