ARMUZZI, Armando
Nacque il 12 maggio 1851 da Giacomo e Maria Maglia, di modeste condizioni, a Corfù, dove il padre, d'origine ravennate, aveva cercato rifugio per motivi politici. Il nome dell'A. è legato alla costituzione dell'Associazione dei braccianti di Ravenna e alla Cooperativa agricola di Ostia, che fondò e diresse e con le vicende delle quali la sua vita si identifica.
La crisi agraria, la mancanza di sbocchi di lavoro, l'esito negativo di uno sciopero avevano spinto nell'aprile 1883 un gruppo di braccianti a costituire l'Associazione generale degli operai braccianti del comune di Ravenna, con lo scopo di assumere lavori in proprio per i soci. L'A. fu presidente, segretario Nullo Baldini, direttore dei lavori Federico Cecconi. L'associazione, che nel 1884 iniziava lavori di bonifica nella pineta di Ravenna, fu la prima cooperativa di lavoro e la prima affittanza collettiva in Italia.
Dapprima società di fatto con circa trecento soci, nel 1886 - approvata la legge sulla concessione di lavoro a trattativa privata a cooperative tra operai - si costituì a norma del codice di commercio, arrivando fino a duemilacinquecento soci. L'associazione rappresentò per i soci una notevole conquista di migliori condizioni umane; d'altra parte il suo carattere sezionalistico determinò l'espulsione dell'A. dal partito socialista romagnolo, mentre il suo parallelismo con l'indirizzo paternalistico del governo e l'orientamento non eversivo e di lotta la rendeva ben vista alle autorità locali (cfr. la relazione del prefetto per il I semestre del 1884, in Carocci, p. 493).
Su iniziativa dell'A., che si rivolse al Farini, nel 1884 l'associazione ottenne dall'impresa ing. A. Angeletti il sub-appalto della bonifica degli stagni di Maccarese, Camposalino, Ostia e Isola Sacra (Roma).
I soci furono divisi in squadre di dieci più una donna per il disbrigo delle faccende; cinquanta squadre a sorte - cui le altre si avvicendarono - avrebbero iniziato i lavori, che dovevano esser ultimati in tre anni; il guadagno era ugualmente ripartito. Per Maccarese e Camposalino l'A. fu direttore dei lavori, assistito dal fratello Giovanni: per Ostia, Evaristo Missiroli. Le squadre partirono da Ravenna il 4 nov. 1884, salutati dal sindaco e dalla giunta, via Ancona - dove pernottarono - e Roma - dove la sosta fu impedita perché "sovversivi".
I lavori durarono sette anni invece dei tre. Il Genio civile di Roma affidò all'associazione la manutenzione dei canali di bonifica a Terracina e Pantano. L'A. ottenne dal demanio un'enfiteusi trentennale sui terreni bonificati di Ostia; fu costituita la Cooperativa agricola romagnola, e lotti di tre ettari furono dati a mezzadria ai soci.
Il successo economico non fu pari a quello tecnico (come scriveva nel 1906 E. Pantano nella relazione parlamentare al progetto per la colonizzazione interna). Umberto I sottoscrisse mille azioni della cooperativa - per diecimila lire -; nel 1891, in appoggio alla Cooperativa case coloniche, che l'A. presiedeva e che affiancava la cooperativa agricola, sostenne le spese di quattro case coloniche, e fece affidare i lavori delle tenute reali di Castel Porziano e Castel Fusano ai soci dell'Associazione, chiamati "i socialisti del re".
Nel 1904, sempre sotto la presidenza dell'A., si costituì la Cooperativa agricola fra operai e coloni ravennati residenti in Ostia e Fiumicino, mentre si ritirava completamente dai lavori l'associazione braccianti di Ravenna. Nel 1923 la cooperativa aderiva all'unanimità ai sindacati fascisti; nel 1925 otteneva in enfiteusi perpetua i terreni demaniali prima affittati. L'A., che aveva abbandonata per cattiva salute la presidenza già da molti anni, morì a Ostia il 12 marzo 1930.
Bibl.: F. Bazzini, Trent'anni di lavoro per la redenzione dell'agro ostiense, Ostia 1913, p. 8; necrologi in Il Messaggero, 13 e 14 marzo, 16 nov. 1930; Il Piccolo, 14 marzo 1933; Il Giornale d'Italia, 29 marzo 1934; Il lavoro fascista, 4 apr. 1934; Sindacato Nazionale Cooperative, I ravennati precursori e ideatori della resurrezione di Ostia, Roma 1934, passim; C. Focarile, I Romagnoli ad Ostia, Roma s. d., pp. 17, 20, 31, 41, 44 s.; N. Baldini, I braccianti ravennati ad Ostia, Ravenna 1949, passim; Id., I braccianti ravennati ad Ostia, in Movimento Operaio, II, 3-4 (dicembre 1949-gennaio 1950), pp. 98-103; Lega provinciale delle Cooperative, Ravenna, Dopo 70 anni i braccianti ravennati tornano ad Ostia - Memoria, Ravenna 1951, passim; A. Caracciolo, Il movimento contadino nel Lazio, 1870-1922, Roma 1952, p. 23 nota; L. Preti, Le lotte agrarie nella Valle Padana, Torino 1955, pp. 129-136; G. Carocci, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Torino 1956, p. 493.