PARODI, Armando
PARODI (La Rosa), Armando. – Nacque a Genova il 14 marzo 1904 da Federico Parodi e Adelia La Rosa. Fin da giovane, usò anteporre al cognome paterno quello materno.
Studiò a Genova e poi a Milano pianoforte con Emiliano Perotti e Pietro Montani e composizione con Mario Barbieri, Giulio Cesare Paribeni e Renzo Bossi. Dopo una breve carriera come pianista, nel 1929 avviò quella di direttore d’orchestra, in Italia e all’estero. Nel 1933 divenne direttore stabile nella sede palermitana dell’EIAR (Ente italiano per le audizioni radiofoniche); dal 1936 al 1942 fu direttore artistico della sede di Torino, curando nel contempo la formazione dell’orchestra stabile del teatro La Fenice a Venezia. Al 2 settembre 1934 risale il debutto come operista, con l’opera comica Il mercante e l’avvocato (libretto di Aldo Martinelli; Torino, sede della Radio).
L’intreccio – un avvocato spiantato organizza una truffa giudiziaria ai danni d’un avaro mercante ma viene a sua volta gabbato dal figlio e dal servo di costui, innamorati della figlia e della serva dello stesso avvocato – offre al compositore il destro per tessere una trama musicale vivace e scattante, nella quale le inopinate modulazioni caratterizzano la furberia dei personaggi.
Oltre a curare le concertazioni radiofoniche, nel 1936 e nel 1937 fu attivo come direttore d’orchestra al Festival internazionale di Venezia, con prime esecuzioni assolute di Lodovico Rocca, Giovanni Salviucci (l’8 settembre 1937 diresse la Serenata per 9 strumenti quattro giorni dopo la morte del compositore), Riccardo Nielsen. Dal 1935 si dedicò alla concertazione di opere liriche contemporanee: diresse in prima esecuzione radiofonica italiana Jenůfa di Leoš Janáček (nel 1936 dalla sede EIAR di Torino, col titolo Genoveffa o La sua figlia adottiva), in prima italiana La vita è sogno di Gian Francesco Malipiero (Venezia, La Fenice, 1944), e in prima assoluta La conchiglia di Lino Liviabella (Firenze, Piccolo teatro di musica, 1955) e Il canto del cigno di Luciano Chailly (Bologna, Comunale, 1957).
Il compositore coltivò anche la sala da concerto, dirigendo a Venezia e Torino, dove nel 1946 presentò in prima italiana il secondo concerto per violino e orchestra di Karol Szymanowski con il violinista Guido Ferrari. Tra il 1947 e il 1950 affrontò più volte lavori sinfonici di autori viventi al teatro Argentina di Roma (per es. il secondo concerto per pianoforte e orchestra di Dante Alderighi). Si produsse come concertatore anche in Germania (Otello di Verdi, Colonia 1940), Inghilterra (nel 1953, opere di Verdi e Puccini con cantanti quali Ferruccio Tagliavini e Paolo Silveri), Spagna (1954: I cavalieri di Ekebù di Zandonai, La forza del destino di Verdi con Renata Tebaldi, La rondine di Puccini).
In parallelo continuò a coltivare la composizione per il teatro; nell’aprile 1938 andarono in scena al teatro Vittorio Emanuele di Torino le «quattro visioni sceniche» Cleopatra di Cesare Meano, da una trama di Francesco Cochetti; ripresa nella stagione 1939-40 al teatro Regio di Parma, con Magda Olivero, e nei teatri Comunali di Cagliari e Sassari).
L’intento di favorire la diffusione della musica strumentale contemporanea lo portò a curare, con Angelo Francesco Lavagnino, un’Antologia pianistica di autori italiani contemporanei, pubblicata a Milano da Suvini Zerboni nel 1944. Dal 1945 fu direttore dell’Orchestra filarmonica di Genova, fondata con Luigi Cortese, formazione attiva però solo nella stagione 1945-46 (La Rosa Parodi vi diresse con buon successo opere di Debussy, Brahms, Kodály, Ravel, Vivaldi, e le nove sinfonie di Beethoven). Nel 1954 partecipò al Convegno internazionale di compositori, interpreti e critici su ‘La musica del XX secolo’, dirigendo opere di Hans Werner Henze (Boulevard Solitude) e Vieri Tosatti (Il sistema della dolcezza).
Agli anni Cinquanta risale la stesura e pubblicazione del romanzo Solitudine (Padova 1956). In 400 pagine l’opera narra le esperienze di un giovane adolescente nella campagna genovese del dopoguerra, evoca dunque in forma autobiografica un ricco mondo sensoriale, animato dal tormento di una fede ricercata e infine perduta nella folle identificazione con Dio stesso.
In seguito scrisse vari lavori radiofonici. Dal 1964 al 1975 fu direttore stabile dell’orchestra RAI di Roma (nella stessa città diresse più volte l'orchestra del Teatro dell'opera di Roma). Negli ultimi anni intensificò l’attività direttoriale in campo sinfonico: si ricordano soprattutto le esecuzioni di poemi sinfonici di Richard Strauss, autore amato fin da giovane. La discografia di La Rosa Parodi testimonia in primis le concertazioni operistiche (memorabile il Don Pasquale di Donizetti, col basso Fernando Corena, registrato per la casa discografica Urania alla Scala di Milano nel 1951) e i concerti realizzati con grandi voci della lirica (i recitals con Ebe Stignani e con Carlo Tagliabue furono registrati per la casa discografica austriaca Preiser; un ciclo di arie mozartiane fu registrato con Tito Gobbi per la Testament). Gran parte delle registrazioni con le orchestre RAI sono nella nastroteca centrale RAI e in quella di Torino; per i concerti torinesi si può consultare l’Archivio storico dell’Orchestra nazionale della RAI (http://www.osn.teche.rai.it/).
Morì a Roma il 21 gennaio 1977.
L’attività direttoriale di La Rosa Parodi si orientò verso la musica contemporanea, in special modo in campo operistico. Se da direttore sinfonico e concertatore operistico amò confrontarsi anche con musiche d’avanguardia, nella scelta dei soggetti per le proprie opere palesò una certa qual nostalgia per la tradizione, vuoi buffa (nel Mercante e l’avvocato) vuoi decadente (in Cleopatra). Come compositore rimase sempre legato al sistema tonale.
Composizioni (oltre alle già citate). Musiche per il radiodramma Scalo di fortuna, di Cesare Meano (1937); musiche di scena per Il cane dell’ortolano di Lope de Vega (regìa di Tatiana Pavlova, Parco di Nervi, 1950). Per orchestra: Omaggio a Vivaldi (1932); Poema per violoncello e orchestra (1935); Concerto pastorale per pianoforte (1941). Pezzi per pianoforte solo, fra cui Preludio (1944). Musica per film: L’angelo del miracolo (1945, regìa di Pietro Ballerini).
Fonti e Bibl.: T. Celli, Oggi i funerali del maestro A. L.R. P. , in Il Messaggero, 25 gennaio 1977, R. Iovino - D. Prefumo, Luigi Cortese. La vita e l’opera, Genova 1979, pp. 14, 29-33; Enc. dello spettacolo, VI, 1959, coll. 1246 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti. Le biografie, IV, Torino 1986, p. 285; Dizionario degli interpreti musicali, Milano 1993, p. 303.