ARMELLINO
. L'ermellino, simbolo di candore, fu una delle imprese di Ferdinando d'Aragona, re di Napoli (1458-1494), che la fece imprimere su una moneta d'argento, del valore di mezzo carlino, detta perciò armellino. Essa fu coniata in due tipi, con rovescio diverso (in ambedue figura l'animale andante a sinistra, col motto Decorum), e si continuò a stampare sotto i successori, Alfonso II e Ferdinando II (1494-1496).
Armellino si disse ufficialmente nelle gride monetarie una moneta d'argento, del valore forse di un mezzo paolo, di Guidobaldo II della Rovere, duca di Urbino (1538-1574), con S. Crescentino a cavallo da un lato, e dall'altro un ermellino andante, qualche volta col motto Nunquam. Il popolo però, cui l'ermellino era ignoto, vide nel quadrupede una volpe e chiamò tali monete volpette. L'ermellino era comparso anche su una piccola moneta di mistura, del predecessore Francesco Maria I della Rovere, e sui soldini anonimi di Senigallia; ma a tali monete non venne mai dato il nome di armellini.
Bibl.: G. Martinori, La Moneta, Roma 1915; L. Volpicella, Le imprese nella numismatica aragonese di Napoli, Napoli 1912; G. A. Zanetti, Nuova raccolta, ecc., I e III, Bologna 1775 e 1777.