ARMENIA (᾿Αρμενία Armenĭa)
Col nome di Armenia maior venne comunemente designata, presso i Romani, la regione montuosa compresa tra la valle del Lyrus (Kura) a N, che la separava dalle regioni caspico-caucasiche dell'Iberia e dell'Albania, la Colchide e una sottile striscia del litorale pontico, appartenente alla Cappadocia, e infine il corso superiore dell'Eufrate a O, le plaghe della Sophene e della Gordyaea, attorno al lago Thospitis (di Van) a SO, il lago Matianus (odierno Urumich) e il basso corso dell'Araxes (Araks) a SE, infine a E il Caspio nel breve tratto compreso tra le foci del Lyrus e dell'Araxes, un tempo non confluenti. (Per l'età pre-romana si veda la voce Urartu).
Fu solo questa parte dell'Armenia, che per brevissimo tempo fu costituita a provincia, dopo che, attraverso lunghi periodi di intese e di discordie, un legame di protettorato aveva costituito il più frequente rapporto con Roma, almeno sin dalle campagne di Pompeo. Il progetto di Augusto di ridurre l'Armenia a provincia, per risolvere le continue questioni dinastiche, e costituire un più solido baluardo di difesa contro i Parthi, fu accantonato per un prudente calcolo politico, e non fu ripreso nemmeno dopo la contrastata ma vittoriosa campagna di Corbulone. Solo la politica di rafforzamento e di conquista di Traiano, e il bisogno di assicurare allo stato larghe fonti produttive indusse questo imperatore a creare la provincia di Armenia, nello stesso anno (114) in cui ne invadeva il territorio, spezzando le comunicazioni tra i Parthi e gli Sciti, e affacciandosi sulla pianura mesopotamica. La politica difensiva di Adriano, con il conseguente abbandono delle conquiste asiatiche del predecessore, segnò nel 117 la fine dell'amministrazione romana nel territorio. Solo con Giustiniano l'Armenia fu ridotta nella diretta potestà dell'impero bizantino, e suddivisa in quattro circoscrizioni.
L'Armenia minor, a O dell'Eufrate, fu invece sempre considerata parte della Cappadocia. La brevità del dominio romano non consentì una trasformazione poleografica degna di rilievo, e al di fuori del patrimonio culturale mutuato attraverso lunghi secoli dall'A. al mondo romano e viceversa, è difficile stabilire quanto dello sviluppo civile della regione si debba attribuire al diretto intervento dell'amministrazione romana. Con ogni probabilità l'unico personaggio ricordato come governatore imperiale delle due Armenie, reggendo contemporaneamente anche la Cappadocia, tenne il suo quartiere in questa ultima regione (C. I. L., x, 8291: legatus pro praetore).
Il sistema viario della regione, individuabile in base alla distribuzione degli abitanti e alle descrizioni delle campagne partiche, collegava le città principali, Armavira e Artaxata, poste lungo l'asse latitudinale della valle dell'Araxes, tra le sorgenti dell'Eufrate e la costa caspica, con Trapezunte, sull'Eusino, e col bacino superiore dell'Eufrate. Nella parte meridionale della provincia una grande strada, già in uso nell'età di Alessandro, collegava la valle dello Halys, da Cesarea, la valle dell'Eufrate, Tigranocerta e la Media.
All'amministrazione provinciale romana dell'Armenia appartennero pure alcuni procuratores Augusti Armeniae maioris (C. I. L., xi, 5213, xlv, 170).
Bibl.: A. Abruzzese, Le relazioni politiche fra l'impero romano e l'Armenia da Claudio a Traiano, in Bessarione, 1910, pp. 389-413; J. Asdurian, Le relazioni politiche fra l'Armenia e Roma dal 190 a. C. fino al 428 d. C., Venezia 1912; A. H. M. Jones, Cities of the Eastern Roman Provinces, Oxford 1937, pp. 216-226.
(G. C. Susini)
Iconografia. - Le personificazioni dell'A. sono rare nel primo periodo imperiale; generalmente su monete di questo periodo la provincia è rappresentata allegoricamente dalla figura di un Armeno con tiara ed abito lungo, a volte con brache. Da Traiano in poi A. appare sulle monete come figura femminile con chitone ed un alto copricapo, la tiara, che ritroviamo su monete di Marco Aurelio e su medaglioni bronzei di Lucio Vero. Accanto a questo tipo di figurazioni continua la rappresentazione allegorica della provincia per mezzo di un suo abitante.
Nel campo dei cammei I. M. C. Toynbee identifica con A. o Parthia la figura in costume asiatico seduta a lato di Livia nel gran cammeo di Francia. La stessa Toynbee riconosce A. in una figura del rilievo dell'attico (a destra guardando la campagna) dell'arco di Traiano a Benevento, in cui Traiano appare accompagnato da sei membri del suo stato maggiore; ma l'identificazione è controversa. Una altra figurazione monumentale di questa provincia si trova su un rilievo della facciata di N-O dell'arco di Galerio a Salonicco, in cui appaiono due figure femminili inginocchiate indossanti un lungo chitone ed un velo che copre una corona, identificate come A. e Mesopotamia.
Bibl.: H. Mattingly, Catalogue of Coins of the Roman Empire in the British Museum, I, tav. I, nn. 10, 11, 12; tav. II, nn. 3, 4. Monete di Traiano: Mattingly-Sydenham, The Roman Imperial Coinage, Londra 1923, II, p. 289, n. 642, tav. XI, n. 191 insieme a Mesopotamia. Monete di Marco Aurelio: Mattingly-Sydenham, The Roman Imperial Coinage, Londra 1923, II, p. 289, n. 642, tav. XI, n. 191 insieme a Mesopotamia. Monete di Marco Aurelio: Mattingly-Sydenham, op. cit., III, p. 220, n. 86, tav. VIII, 152; p. 255, n. 507, tav. X, 197. Medaglioni di Lucio Vero: O. Gnecchi, I Medaglioni romani, Milano 1912, II, tav. 72, nn. 2, 4, 5, 6, 10, tav. 75, nn. 2, 36; II, tav. 16, nn. 18, 19, pp. 47-48, nn. 23, 24, tav. 74, n. 8; J.M.C. Toynbee, The Hadrianic School, Cambridge 1934, p. 12, n. 6: per l'arco di Traiano, v. pp. 15, 16; per l'arco di Galerio v. p. 16, nota I, tavola XX, 4 e cfr. K. F. Kinch, L'arc de Triomphe de Salonique, Parigi 1890, p. 24, tav. VI.
(L. Rocchetti)