ARMENIA (IV, p. 445)
Dal 1921 al 1936 l'Armenia formò insieme con la Georgia e l'Azerbaigian caucasico la Repubblica socialista federativa sovietica della Transcaucasia, e dal 1936 diventò Repubblica socialista sovietica dell'Armenia, direttamente dipendente dal governo centrale di Mosca. Su un territorio di 30.109 kmq. vivevano nel 1931 abitanti 877.870, nel 1933 ab. 1.109.000, nel 1939 ab. 1.289.599 e nel 1947 circa un milione e mezzo. Oltre mezzo milione di Armeni vive in altri territorî della Transcaucasia e dell'URSS. Circa un milione sono sparsi in Asia, Africa, Europa e America.
Sotto il regime sovietico l'Armenia ha fatto sensibilissimi progressi nel campo della cultura materiale e della tecnica, aumentato la produzione del frumento, dell'uva, del cotone e delle barbabietole da zucchero e l'allevamento del bestiame, ed ha fondato industrie (tessili a Leninachan, della gomma sintetica a Erivan, del rame ad Alaverdi, dei prodotti vinicoli e casearî che si esportano nelle altre regioni dell'URSS). Impianti elettrici di grande potenza (il maggiore si trova a Sevan-Zanga) sono stati costruiti con grande beneficio della popolazione e dell'economia. Erivan è diventata una grande città moderna ricca di edifici monumentali; tutto il paese ha fruito della migliore assistenza sanitaria e dell'incoraggiamento dell'istruzione pubblica. Il teatro statale drammatico di Suntukian, il teatro di musica Spendiarov sono noti anche fuori dell'Armenia; valenti compositori e direttori hanno rinnovato il gusto e ravvivato tradizioni nazionali. Il naturale genio artistico armeno ha avuto modo di manifestarsi nella pittura, nella scultura e nell'architettura sia in Armenia che negli altri paesi sovietici; le scienze e le lettere sono coltivate; l'accademia delle scienze di Erivan è presieduta dall'archeologo ed orientalista Giuseppe Orbeli. La biblioteca pubblica di Erivan conta due milioni di libri; moltissime sono ogni anno le pubblicazioni in armeno, in russo e in altre lingue del Caucaso. L'attività politica e culturale porta evidente lo stampo sovietico, ma ciò non ha impedito il manifestarsi di caratteristiche nazionali.
Notevolissimo è stato il contributo dell'Armenia allo sforzo militare russo nella seconda Guerra mondiale.
La Chiesa ortodossa armena è stata trattata con particolare attenzione dalle autorità sovietiche. Nel 1946 delegati armeni d'asia, d'Africa, d'Europa e d'America poterono viaggiare a spese del governo sovietico, e riunirsi a Ečmiadsin per l'elezione del nuovo patriarca (il katholikos) che fu scelto nella persona, dell'arcivescovo Cheorekgian (ora Giorgio VI). I successi della rinascita civile ed economica hanno prodotto favorevole impressione anche sugli Armeni all'estero non simpatizzanti per il regime sovietico, e contrastato la propaganda antisovietica del partito nazionalista Dashnak. Anzi è avvenuto che negli ultimi anni molti Armeni profughi all'estero, o che non avevano mai abitato nel territorio della attuale repubblica, sono affluiti in Armenia attirati da un'abile propaganda dei loro connazionali e delle autorità consolari sovietiche. Nel 1935 oltre duemila Armeni provenienti dalla Francia, dalla Grecia, dalla Bulgaria e dall'America sbarcarono a Batum e furono avviati a ripopolare zone predisposte presso Erivan. Dopo la seconda Guerra mondiale il movimento di rimpatrio si intensificò estendendosi agli Armeni di Costantinopoli, del Hatay, del Libano e della Siria dove s'erano formate colonie assai numerose per le persecuzioni e gli eventi della prima Guerra mondiale. Si calcola che nel 1947 diecimila Armeni, in maggioranza di classi umili, lasciarono la Turchia, il Libano e la Siria per andare in Armenia. Si afferma che l'esodo fu determinato da varî motivi: la propaganda sovietica, la disoccupazione e il disagio provocato dal nazionalismo arabo o turco, l'accresciuto prestigio sovietico nel Vicino Oriente.
Della situazione interna dell'Armenia nei 27 anni decorsi poco si sa di sicuro; le fonti antisovietiche parlano di soffocamento di ogni resistenza ai programmi sovietici, di annullamento della libertà di drastiche epurazioni fino al 1936. In politica internazionale l'Armenia è tornata in discussione soltanto negli ultimi tre anni per le rivendicazioni avanzate sui distretti turchi di Kars e di Ardahan.
Questi distretti formano la parte orientale della provincia turca di Kars, e appartennero all'Impero Ottomano dal sec. XVI al 1788. Ceduti in tale anno alla Russia, furono restituiti alla Turchia nel 1917 con il trattato di Brest-Litovsk; contesi dalla repubblica nazionale armena nel 1918-19, come territorî facenti parte un tempo dell'Armenia storica, benché quasi del tutto sgombrati dagli Armeni a seguito delle persecuzioni e delle azioni di guerra, furono occupati dalle truppe turche del fronte orientale nel 1920. La repubblica nazionale armena accettò con il trattato di Alessandropoli il nuovo confine, l'attuale, che fu confermato con il trattato turco-russo di Kars del marzo 1921. Le rivendicazioni odierne armene sono sostenute dal governo sovietico; anche associazioni armene all'estero le appoggiano; l'Armenian Council of America nel 1945 presentò un memorandum al congresso di San Francisco per l'organizzazione della pace; in esso è reclamato per l'Armenia il confine proposto da Wilson nel 1920 e comprendente nell'Armenia anche le provincie anatoliche di Trebisonda, Van ed Erzerum.
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