ARMENIA.
- Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Bibliografia
Demografia e geografia economica di Matteo Marconi. – Stato della Transcaucasia. La popolazione dello Stato caucasico ha segnato un leggero decremento tra il censimento del 2001 (3.213.011 ab.) e quello del 2011 (3.018.854 ab.) e si è attestata a 2.983.900 ab., secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs), nel 2014. Nei primi anni del 21° sec. la crescita annua della popolazione è stata negativa (−0,3), mentre si è registrato un cambio di tendenza nella seconda metà del decennio (+0,2%), dovuto anche a una maggiore fecondità (1,7 figli per donna nel 2012, rispetto a 1,3 nel 2006). Sulla bilancia demografica pesa negativamente la forte tendenza alla migrazione degli armeni (5,88 per ogni mille abitanti nel 2014), spiegata dal fatto che un terzo della popolazione ha meno di 24 anni e la disoccupazione giovanile è rilevante (39,2% nel 2012). A causa della guerra civile in Siria, 11.090 rifugiati siro-armeni sono ospitati in Armenia. La capitale Erevan è di gran lunga il maggiore centro abitato, con 1.066.300 ab. nel 2013, mentre le altre località, tra cui si segnalano Abovyan e Vagharshapat, hanno una media di 40.000 e 20.000 abitanti.
Condizioni economiche. – L’andamento dell’economia armena rimane molto instabile, fortemente dipendente dalle rimesse degli emigrati e dagli investimenti esteri. Sebbene il PIL abbia fatto registrare un aumento costante tra il 2011 e il 2013 a una media del 5%, la stima per il 2014 e il prossimo futuro è una contrazione della crescita, dato il cattivo andamento dell’economia russa. La Russia, infatti, è il principale partner economico con cui avviene ben il 20% delle transazioni. La maggior parte della popolazione armena rimane impiegata nel settore primario (37,3%), anche se le principali esportazioni sono legate alle materie prime e in parte a prodotti lavorati. Si segnala, per valore, l’importanza del rame, dell’oro, dei diamanti, dell’acciaio, dei preziosi e dei liquori. Tuttavia, la bilancia commerciale è pesantemente negativa, con importazioni che rappresentano circa il doppio delle esportazioni. Nonostante questo, il bilancio dello Stato è sostanzialmente in pareggio. L’approvvigionamento energetico avviene principalmente mediante due gasdotti, uno con la Russia e l’altro con l’Irān, di recente costruzione (2008).
Storia di Riccardo Mario Cucciolla. – Le elezioni parlamentari del 2007 furono vinte dal Partito repubblicano d’Armenia (HHK), il cui leader Serzh Sargsyan creò una coalizione che conferiva al governo una maggioranza dominante. Alle successive presidenziali del 2008, lo stesso Sargsyan si candidò e vinse al primo turno contro l’ex presidente Levon Ter-Petrosyan e il candidato del partito Norma di legge (OEK) Artur Baghdasaryan. La validità dei risultati venne contestata dall’opposizione che organizzò una serie di manifestazioni duramente represse dalle forze dell’ordine.
Le severe misure intraprese dal governo furono pesantemente criticate dalla comunità internazionale e degenerarono nei tragici eventi del 1° marzo 2008, in cui morirono dieci manifestanti. Successivamente, Sargsyan adottò una linea più morbida mitigando la tendenza autoritaria del suo predecessore, avviando una stagione di maggiori compromessi con le opposizioni e la società civile e lanciando una campagna contro la dilagante corruzione, l’eccesso di burocrazia e la criminalità organizzata. Da allora, non ci furono tuttavia sostanziali miglioramenti di un sistema politico-economico che rimaneva fortemente chiuso e centralizzato.
Nei primi mesi del 2011, sulla falsariga delle primavere arabe, migliaia di manifestanti dell’opposizione scesero in piazza per protestare contro le precarie condizioni economiche – bassi salari e alta disoccupazione –, sociali e democratiche. Per evitare la degenerazione delle proteste e in ottemperanza alle principali richieste del Consiglio d’Europa, le autorità armene liberarono gli ultimi attivisti fermati nel 2008, revocarono il divieto di manifestazioni in piazza della Libertà a Erevan e iniziarono un dialogo con l’opposizione.
Le elezioni legislative del 6 maggio 2012 diedero una vittoria schiacciante alla coalizione tripartita di governo – HHK con OEK e Armenia prosperosa (BHK) – che ottenne una maggioranza di 112 seggi su 131. Malgrado gli osservatori internazionali avessero confermato un miglioramento degli standard democratici, anche la regolarità di queste elezioni venne contestata dalle frammentate opposizioni che ottennero solo 19 seggi. La campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2013 si svolse in un clima politico teso, culminato con il tentato omicidio del candidato Paruyr Hayrikyan nel gennaio 2013. Le elezioni di febbraio riconfermarono il presidente uscente Sargsyan (58,64% dei voti) che batteva Raffi Hovannisian (36,75%), leader del partito di opposizione Retaggi e suo principale sfidante.
Malgrado i tentativi di normalizzazione dei rapporti con la Turchia e di pacificazione con l’Azerbaigian, non vi furono dei miglioramenti sostanziali nelle relazioni con questi due Paesi, con i quali l’A. condivide due confini tuttora chiusi. Rimaneva irrisolta la questione del Nagorno Karabakh, dove persisteva una situazione di conflitto ‘congelato’ con frequenti scontri lungo il confine che rischiavano periodicamente di degenerare in una guerra su larga scala.
Inoltre, dopo le inconcludenti trattative per un accordo di associazione con l’Unione Europea, il 9 ottobre 2014 l’A., già membro della Comunità degli Stati indipendenti (v. csi) e dell’alleanza militare dell’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), optò per l’iniziativa promossa dalla Russia, suo principale partner economico e strategico-militare, aderendo all’Unione economica eurasiatica.
Bibliografia: Histoire des Arméniens, éd. G. Dédéyan, Toulouse 1982, 20072 (trad. it. Storia degli armeni, a cura di A. Arslan, B.L. Zekiyan, Milano 2002); A. Ishkanian, Democracy building and civil society in post-Soviet Armenia, London-New York 2008.