Armin Zöggeler
La freccia dai nervi di ghiaccio
Unico atleta italiano salito sul podio olimpico per sei edizioni consecutive, il quarantenne campione dello slittino individuale ha dimostrato di possedere uno stile inconfondibile, dove calma e controllo tengono a bada la velocità folle raggiunta per centrare il traguardo finale.
Armin Zöggeler è nato a Merano (Bolzano) il 4 gennaio 1974. Cresciuto a Foiana/Völlan in Alto Adige, è diventato presto un campione di slittino su pista naturale.
Atleta del GS Carabinieri, ha fatto il suo esordio in Coppa del mondo nella stagione 1992-93, conquistando il primo bronzo nel 1992 a Sigulda e il primo oro nel 1995 a Oberhof. Oggi – al termine di una carriera conclusa ufficialmente il 14 ottobre 2014 – vanta 59 vittorie di tappa in totale, di cui ben 57 nella specialità del singolo. È lo slittinista più vincente nelle gare di Coppa del mondo.
La lunga storia di Armin Zöggeler è cominciata con l’ingresso in nazionale a soli 15 anni, vincendo subito nella specialità del singolo l’oro nella Coppa del mondo juniores disputatasi a Winterberg, nell’allora Germania Ovest, nel 1989-90. Dopo qualche anno, è arrivato il primo podio nella categoria superiore: è il 4 dicembre 1992 quando sulla pista di Sigulda, in Lettonia, Zöggeler arriva terzo, alle spalle di Markus Prock e Willy Huber. Ai Giochi di Lillehammer nel 1994 vince la medaglia di bronzo e 4 anni più tardi, nel 1998 a Nagano, conquista l’argento. A Salt Lake City nel 2002 e a Torino 2006 vince la medaglia d’oro.
A Vancouver 2010 e a Socˇ i nel 2014 stringe il bronzo.
Armin Zöggeler è l’unico sportivo italiano che abbia avuto l’onore di salire sul podio delle Olimpiadi per 6 edizioni consecutive, a livello individuale. In classifica generale ha conquistato la sfera di cristallo in 10 occasioni: nel 1997-98, nel 1999-2000, nel 2000-01, nel 2003-04, nel 2005-06, nel 2006-07, nel 2007-08, nel 2008-09, nel 2009-10, nel 2010-11, eguagliando così il primato di trofei ottenuti nella specialità del singolo, detenuto dall’austriaco Markus Prock e portandosi a una sola lunghezza dal record assoluto di sfere di cristallo vinte nella disciplina dello slittino che appartiene all’italiano Norbert Huber, anche lui nato in Alto Adige, con 3 trofei conquistati nel singolo e 8 nel doppio. In occasione delle Olimpiadi invernali di Socˇ i 2014 la giunta del CONI lo ha designato portabandiera della delegazione italiana ai giochi.
Da quando, si racconta, bambino andava a scuola con la slitta giù per i prati della sua Foiana/Völlan, lungo i 3 chilometri ghiacciati, Armin Zöggeler di strada in discesa ne ha fatta. Aveva ragione il suo allenatore dell’epoca Severin Unterholzner che, certo del talento del giovanissimo Armin, lo spinse a passare nel 1988 dalla pista naturale alla pista artificiale, specialità con dignità olimpica. Nel corso della sua carriera sportiva ha ottenuto diversi riconoscimenti di merito, tra cui il grado di maresciallo che l’arma dei Carabinieri gli ha conferito nel 2011. Inoltre, sempre nel 2011, La Gazzetta dello Sport lo ha proclamato sportivo italiano dell’anno nel sondaggio che decreta i migliori atleti della stagione. Di sé dice di essere un atleta fortunato: niente cadute rovinose, carriera in ascesa. Considera una delle sue gare più difficili quella del 2004, quando una tonsillite lo obbligò a scendere sullo slittino febbricitante e non nella sua forma ottimale. Un anno dopo ha tolto le tonsille in vista di quella che resterà, dice, «la mia gara più bella», quella che lo ha incoronato in casa, a Torino, nel 2006, con l’oro olimpico.
Lo stile di Armin Zöggeler ha fatto scuola ed è oggi molto copiato: soft, con un apparente disinteresse per il cronometro, uno stile che sulla pista ghiacciata tiene a bada il fuoco dell’energia tutta diretta al suo obiettivo, quel punto laggiù che è il traguardo finale. Così è sceso per tutta la sua carriera, fino al suo ritiro dalle gare annunciato il 14 ottobre, il campione dello slittino italiano, ‘il cannibale’ come è stato soprannominato in riferimento al ciclista degli anni Sessanta, Eddy Merckx: con movimenti calmi, controllati, come per contrastare la folle velocità a cui si è lanciato nelle discese, sin dalla sua infanzia. E nella calma si vince.
Sulle piste dei Vichinghi
La prima forma di slittino risale all’epoca dei Vichinghi, quando la popolazione usava slitte biposto per spostarsi: esemplari di quell’epoca sono stati ritrovati nella nave-tomba di Oseberg, scoperta nel 1904. Le prime gare di cui si hanno notizie sono quelle in Norvegia, nel 15° secolo, e quelle presso i Monti Metalliferi nel secolo successivo. Lo slittino moderno nasce ufficialmente grazie a un imprenditore alberghiero di Sankt Moritz, Caspar Badrutt – che ideò anche il bob e lo skeleton –, il quale organizzò nel 1883 il primo campionato su una pista lunga più di 4 chilometri che collegava Davos e Klosters, e sulla quale si sfidarono atleti provenienti da 6 nazioni. Nel 1913 venne fondata la Federazione internazionale degli sport con slitte e l’anno successivo si tennero i primi campionati europei, aperti però solo agli uomini.
Il debutto olimpico dello slittino, nelle specialità del singolo maschile e femminile e del doppio maschile, avvenne con i Giochi olimpici invernali di Innsbruck del 1964, dopo che il Comitato olimpico internazionale nel congresso di Atene del 1954 aveva stabilito la sostituzione dello skeleton con lo slittino.