SALASCO, Armistizio di
Dopo il combattimento di Milano e la resa della città agli Austriaci (4-5 agosto 1848), Carlo Alberto, ottenuta una tregua di due giorni, che poi divennero cinque, si ritirò con le sue truppe verso il Ticino. A Vigevano ricevette i ministri Casati e Gioberti i quali si sforzarono di persuaderlo a continuare la guerra fidando nell'imminente sicuro arrivo - dicevano - dei Francesi. Il re, testimone dello sfacelo dell'esercito e più che mai avverso in cuor suo all'intervento della vicina repubblica, dichiarò che era indispensabile un armistizio se si voleva ritentare la prova con seria speranza di felice fortuna. Così il ministero presentò le dimissioni che furono accettate (7-8 agosto) e fu dato incarico di costituire il nuovo governo a Ottavio Thaon di Revel. Il 9 l'armistizio fu firmato a Milano dal gen. Carlo Canera di Salasco, capo di stato maggiore dell'esercito sardo, e dal gen. austriaco J. v. Hess.
Esso stabiliva, in sette articoli, che la linea di separazione tra i due eserciti fosse segnata dall'antica frontiera; che le truppe sarde abbandonassero Venezia e la Terraferma, Modena, Parma e "la città di Piacenza col territorio che le è assegnato come piazza di guerra", e consegnassero inoltre le fortezze di Peschiera, Rocca d'Anfo e Osoppo conservando il "materiale, le armi, le munizioni e gli effetti di vestiario" che vi avevano introdotti; che l'armistizio durasse sei settimane "per dar corso alle negoziazioni di pace" ed a termine spirato fosse prolungato di comune accordo o denunziato otto giorni prima della ripresa delle ostilità. Il 10 agosto il re stesso, con un nobile proclama, annunziò ai suoi popoli il doloroso atto compiuto, contro il quale protestò violentemente Garibaldi da Castelletto Ticino (13 agosto). Il nuovo ministero poi, di cui ebbe la presidenza Cesare Alfieri (19 agosto), dichiarò alla Camera - come volevano i democratici - che considerava l'armistizio come un atto puramente militare senza conseguenze politiche, cioè senza pregiudizio delle avvenute annessioni, e che accettava intanto la mediazione della Francia e dell'Inghilterra. L'armistizio stesso fu poscia denunziato dal ministero Chiodo il 12 marzo 1849; onde il 20 incominciò la breve campagna che si conchiuse, tre giorni dopo, a Novara (v.).
Bibl.: L. Chiala, La vita e i tempi del gen. Giuseppe Dabormida, Torino 1896; C. Fabris, Gli avvenimenti militari del 1848-1849, ivi 1898-1905, voll. 3; V. Ferrari, Carteggio Casati-Castagnetto, Milano 1909; G. Gentile, Lettere di Carlo Alberto a Ottavio Thaon di Revel, ivi 1931.