armonizzazione dei bilanci pubblici
Adozione di schemi di b. p. uniformi, improntati su principi contabili comuni, da parte di tutti i livelli dell’amministrazione pubblica (Stato, Regioni, Comuni, enti territoriali), al fine di giungere a un governo unitario della finanza pubblica.
Richiamata esplicitamente dal riformato art. 117 della Costituzione (l. cost. 3/2001), l’a. dei b.p. ha incontrato difficoltà, nel corso della sua attuazione, anche in conseguenza dell’autonomia accordata in questa materia alle Regioni (tale a. rientra, infatti, tra le materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni), che ha consentito di effettuare scelte regionali ampiamente differenziate e non pienamente omogenee tra loro. In un primo tempo, malgrado alcuni provvedimenti normativi, adottati per uniformare gli schemi dei b. delle Regioni a quello dello Stato (d. legisl. 76/2000 e d. legisl. 170/2006), l’a. dei b. p. non è andata oltre la creazione del Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici (➔ SIOPE), chiamato a omogeneizzare, in base a una codifica comune, informazioni contabili riguardanti incassi e pagamenti effettuati quotidianamente dalle amministrazioni locali.
L’impulso verso una più efficace azione normativa in tema di a. dei b. p. si è determinato solo in seguito all’approvazione della l. 42/2009 (delega per l’attuazione del federalismo fiscale) e all’adozione dei provvedimenti normativi che adeguano gli strumenti della programmazione economica e finanziaria dell’Italia alle regole comunitarie volte a rafforzare il coordinamento delle politiche economiche e finanziarie dei Paesi dell’Unione Europea (l. 39/2011). L’esigenza di conciliare il decentramento dei poteri di spesa e di entrata delle amministrazioni locali (connessa all’attuazione del federalismo fiscale) con la determinazione delle linee di politica di bilancio concordate a livello nazionale, nel quadro del cosiddetto semestre europeo (➔), ha portato all’approvazione del d. legisl. 145/2011, che reca disposizioni sull’adeguamento e sull’a. dei sistemi contabili e degli schemi di b. delle amministrazioni pubbliche. Nelle sue linee essenziali, tale decreto prevede: un piano dei conti, integrato e definito, in coerenza con le regole contabili nazionali e internazionali, in grado di assicurare la raccordabilità dei sistemi contabili delle amministrazioni pubbliche con il Sistema Europeo dei Conti economici integrati (➔ SEC); la riclassificazione dei b. degli enti locali in missioni, programmi e macroaggregati, coerente con il sistema già adottato per il b. dello Stato (COFOG); l’affiancamento al sistema di contabilità finanziaria di un sistema di contabilità economico-patrimoniale; l’adozione di un b. consolidato delle amministrazioni pubbliche con le proprie aziende, società o altri organismi controllati; l’adozione del nuovo principio contabile della competenza finanziaria. Il decreto prevede che la sperimentazione delle nuove regole che sono state stabilite prenda il via nel 2012, mentre l’operatività a pieno regime è prevista per il 2014.