CERVESATO, Arnaldo
Nato a Torino il 9 sett. 1872 da Carlo e Margherita Frigo, compì regolari studi classici e si laureò in lettere con una tesi su "Gl'intendimenti della satira nel Giorno", conseguendo successivamente il diploma di perfezionamento in storia dell'arte.
Il C. intraprese assai per tempo la carriera giornalistica, esordendo come corrispondente dell'Italia di San Francisco e della Tribune de Lausanne, mamantenne sempre vivissima la sua originaria inclinazione per la letteratura e, più in genere, per gli studi e la ricerca. Ciò risulta da una attività di narratore che già da La Gloria (Milano 1892) si definisce nei termini di un moderato anticonformismo naturalistico, poi più volte complicato di nuovi riferimenti politici e filosofici, ma mai sostanzialmente contraddetto. E più ancora appare chiaro da una straordinaria operosità e versatilità di animatore di cultura e di poligrafo. Così, se L'evoluzione del romanzo naturalista francese (Milano 1896) chiude i conti con una stagione della cultura letteraria europea senza uscire dall'orizzonte corrispondente, la posteriore opera di traduttore e prefatore mette a punto un quadro di riferimento completamente rinnovato e finalmente capace di trasformare le insofferenze indistinte e tutte letterarie in precise scelte teoriche.
Significative sono in questo senso le cure prestate a opere di Swinburne, Ibsen, Maeterlinck, Stevenson, ma ugualmente se non più importanti sono le edizioni del Saggio sull'ineguaglianza delle razze di Gobineau (Roma 1902), Il riso di Bergson (Bari 1916)e soprattutto I grandi iniziati di Schuré (ibid. 1906), un testo che doveva risultare decisivo e nel quale si trovava comunque rappresentata esemplarmente già da qualche anno - essendo l'edizione francese del 1889 -la summa delle curiosità e delle tentazioni irrazionaliste di fine secolo.
A una singolare e quasi urgente percezione e partigianeria del nuovo corrisponde innanzitutto La Nuova Parola. Questa "rivista mensile dedicata ai nuovi ideali nell'arte, nella scienza, nella vita" fu diretta a Roma dal C. dal 1902 al 1909, fino a quando confluì con la milanese Coenobium e il suo direttore si permise di stilare, nel congedo dai lettori, un bilancio addirittura trionfalistico.
I molti illustri collaboratori (tra gli altri si possono ricordare S. Aleramo, B. Allason, G. Amendola, L. Barzini, L. Capuana, E. Corradini, L. D'Ambra, E. De Amicis, A. De Bosis, S. Farina, B. Giuliano, A. Graf, G. Natali, Neera, A. Negri, F. Orestano, "G. Papini, F. Pastonchi, G. Prezzolini, M. Rapisardi, L. Zuccoli) furono chiamati a definire concretamente e a misurare in tutta la sua ampiezza il senso di questa aspirazione al nuovo, che, nelle intenzioni del direttore, sta già tutta nella decisione polemica di perseguire ideali, e quindi in una opzione tanto genericamente idealistica da riuscire poi almeno contraddittoria rispetto agli esiti più cospicui e determinati insieme dell'idealismo filosofico italiano. Dal complesso magmatico delle sue letture più recenti - molte delle quali divennero titoli nel catalogo dell'editore romano Voghera, per il quale egli diresse una collana di autori stranieri -, il C. ricavò l'impulso a una reazione antipositivista generalizzata al massimo e di fatto sperimentata come militante riproposizione di una sintesi spiritualista di misticismo orientale, esaltazione del Volk, cattolicesimo modernista, idealismo tedesco, simbolismo letterario, e perfino occultismo. Su un altro piano, tale disposizione si risolse in uno dei tanti tentativi di reinserire il dibattito culturale italiano nel contesto europeo, all'insegna della comune tensione innovativa in senso idealistico, come risulta da Primavera d'idee nella vita moderna. Saggio critico sulla società e il pensiero contemporaneo,seguito da un'inchiesta internazionale ricca di oltre cento risposte, edito a Bari nel 1904.
Ma soprattutto il C. ebbe presente una istanza più squisitamente critico-letteraria, "la necessità di surrogare il metodo 'positivo' col metodo 'ideativo'" (Contro Corrente. Saggi di critica ideativa, Bari 1905, pp. 7 s.). Per lo studio di qualsiasi scrittore, secondo il C., "non meno della storia d'ambiente e di ogni documentazione sono dunque necessarie... l'intuizione, l'introspezione, lo studio e la, conoscenza dell'anima e delle sue crisi, delle sue sconfitte, e delle sue vittorie" (ibid.). L'arretratezza teorica, la genericità e la grossolanità di tante prese di posizione del C. rispetto alla concezione estetica di Croce (per un giudizio sul quale, cfr. del C. Formazioni. Concordanze della Nuova Parola, Bari 1914) non escludono la loro importanza come testimonianze del poco studiato retroterra culturale di una esperienza di tanto maggiore e soprattutto delle ragioni spesso senz'altro pragmatiche, se non proprio a loro volta scientifiche, che ispirarono anche in Italia la reazione antipositivistica. Si vedano in Contro Corrente i saggi dedicati a Parini, a Poe e a Schuré, dai quali forse più chiara emerge la singolare posizione del Cervesato.
La sua intensa attività giornalistica e saggistica, esplicata su importanti periodici italiani e stranieri (dalla Illustrazione italiana alla Nuova Antologia, dal Messaggero alla Gazzetta del popolo, da The Annals of psychical science di Londra a The Forum di New York, alla Revue franco-italienne di Parigi) e destinata a essere riconosciuta con l'elezione al Collegio dei probiviri della stampa, non impedì che egli assumesse con se stesso l'impegno di pubblicare un volume (di critica, di narrativa, di viaggi, d'erudizione) ogni due anni, dopo che venne a cessare il lavoro editoriale per Voghera. A tale sovrabbondanza e dispersività solo la guerra doveva imporre un ordine, precisando curiosità e disponibilità in senso nazionalistico. Fino a che, con l'avvento del fascismo, non sembrò giunta l'ora di riproporre a un ben diverso interlocutore quanto di più velleitario e di intimamente provinciale era contenuto nell'ideale della Nuova Parola.
Non è solo quindi una sospetta tempestività che si deve leggere nella pubblicazione di una Antologia della Nuova Italia. Pagine raccolte di U. Foscolo,G. Mazzini,G. Carducci,G. Pascoli,A. Oriani,B. Mussolini con una lettera dell'on. Giuseppe Bottai, Roma 1923. La nuova atmosfera culturale e politica non fece che portare a maturazione ed evidenziare i precedenti equivoci di uno spiritualismo oltranzista, come risulta dalla applicazione del C. a iniziative che sicuramente dovevano mortificare le sue inclinazioni più autentiche. È il caso della cura da lui prestata al volume degli Atti del IV Congresso internazionale di economia domestica(Roma,novembre 1926), Roma 1928, o, su un altro piano, del suo stesso Italia fascista. Tre anticipatori(Carducci,Pascoli,Oriani). Storia e mostra della rivoluzione. Ritratto del Duce, Roma 1938, in cui lo spazio che restava al critico e al pensatore non si doveva allontanare da quello che O. Belsito Prini aveva assegnato a "uno dei pochi, pochissimi, tra i viventi, che si possa, oggi, collocare non solo tra gli scrittori genuinamente fascisti, ma - nel recente passato - tra i reali e militanti anticipatori del Fascismo, nel senso essenziale e profondo della parola" (pp. 7 s.).
Operoso fino all'ultimo scorcio della sua vita, il C. morì a Roma il 5 febbraio del 1944.
Oltre alle opere già menzionate, si ricordano: Paesi e marine di Grecia, Roma 1899; Piccolo libro degli eroi d'occidente, ibid. 1907; Latina tellus. La campagna romana, ibid. 1910; L'isola degli olivi, Bari 1912; Sensazioni parigine, Roma 1914; G. Bonacci, ibid. 1918; Il soldato italiano, Milano 1918; "Cultodegli eroi". Il volto di Napoleone, Roma 1921; Il "Credo" politico e umano di Napoleone, Milano 1927; La luce di Roma, Roma 1930; Giovanni Rusbroch, Torino 1935; Giuseppe Mazzini e la nostra ora, Roma 1938; Allegretto,ma non troppo, ibid. 1939; Galleria Ottocento. Ritratti femminili, Signa 1942.
Bibl.: G. Lipparini, Cercando la grazia, Bologna 1906, pp. 233-39; F. Rizzi, Digressioni su l'Idealismo. Con lettera-prefaz. di A.C., Cittàdi Castello 1906; F. Zingaropoli, L'opera di A.C., Roma 1920; C. Pellizzi, Le lettere ital. del nostro secolo, Milano 1929, pp. 171, 424; A. Zamboni, A. C., Adria 1935; O. Belsito Prini, A. C. Profilo, Roma 1935; O. Majolo Molinari, La stampa periodica romana dal 1900 al 1926, Roma 1977, 503 ss. e passim.